Quel ramo del lago d'Iseo amato da Dante

Quel ramo del lago d'Iseo amato da Dante VIAGGIO TRA NATURA SELVAGGIA E TESORI D'ARTE Quel ramo del lago d'Iseo amato da Dante WEEKEND Fiorella Minervino LI ISEO, tra i grandi laghi del Nord, è il più selvaggio, meno circondato da ville e villoni, con dirupi e panorami tali che la tradizione vuole che Dante si ispirasse alla zona frastagliata, a picco sull'acqua, chiamata «B'ogn» per un capitolo dell'Inferno. Racchiude tre isole, delle quali Montisela è la più vasta dei laghi d'Europa. Il monte che lo sovrasta, il Corno dei Trenta Passi, è solenne, severo. Nel pomeriggio, quando la montagna si tinge di rosa, le acque diventano cosi azzurre da rivaleggiare con il cielo. Si capisce come potè ammaliare un personaggio arduo come Lady Wortley Montagu ( 1689-1762) che scrisse di esseme rimasta folgorata. Gli innumerevoli tesori disseminati nelle chiese e valli sono un piacere per i pochi che li conoscono. Sicché un viaggio alla ricerca di capolavori di Lorenzo Lotto e del Romanino è l'occasione per scoprirli. Si esce al casello Seriale, dopo Bergamo. Si imbocca la statale per Trescore Balneario. Qui, nell'Oratorio Suardi, una cappellina all'interno d'una villa privata (suonando il custode apre) racchiude un capolavoro del Lotto (Venezia 1480 - Loreto 1556): i famosi affreschi, non mal conser.'aj, che il gentiluomo bergamasco Battista Suardi commissionò al Lotto nel 1523-24 per un voto. Interamente decorata, la cappella mostra all'entrare il Cristo con braccia spalancate e dita dalle quali diramano lunghi tralci di vite che al fondo racchiudono Santi, Profeti, Sibille. Sotto si sviluppano, in sequenza quasi filmica, le magnifiche storie di Santa Barbara, Brigida d'Irlanda, Caterina da Siena, Maria Maddalena. La più coinvolgente è Santa Barbara, con figurine fra case e palazzetti. Scena dopo scena si consuma il sacrificio della figlia (divenuta cristiana) d'un nobile cittadino di Nicomedia. Perseguitata dal padre e dal pretore Marziano fino a essere appesa per i piedi, mentre un martello le fracassa il capo, viene confortata e risanata dall'apparizione di Gesù. Incarcerata, tormentata col fuoco, è trascinata nuda per strada fino a tagliarle la testa coi;11 spada sopra un monte. Rientri»;: in autostrada, si esce a Ponte su!!'< '«dio verso Sarnico. A Credaro si cniede della Cappella di San Giorgio: mutilata, rimaneggiata nell'800, simile a una stalla, conserva un'opera, disastrata, ma egregia del Lotto: le Storie di San Giorgio affrescate in delicate lunette. Domina una solenne «Natività con i Santi Rocco e Bastiano». Si continua per Sarnico dove si può fare una sosta al ristorante, (L'angolo Antico, Il desco, Al tram). Superata la cittadina, si costeggia la sponda bresciana del lago fino a Pisogne. Qui sorge la «Sistina dei poveri», la Chiesa di S. Maria della Neve, affrescata tra il 1534-45 dal Romanino (Girolamo da Romano, Brescia 1484/87 - verso il 1560). Si continua sino al termine del lago e prima di Cividate Camuno, a destra, si imbocca una strada impervia fra castagni rossi e gialli, panorami gradevob, e si sale fino a Bienno, paese in parte medievale da visitare a piedi. Nella Chiesa di Sant'Annunciata il Romanino verso il 1541 illustrò uno splendido «Sposalizio della Vergine» e altre scene della vita di Maria. Scendendo dall'altro lato della montagna, si raggiunge Brano, località con sontuose ville Liberty, alberghi, bei negozi. E' in un negozio che si chiedono le chiavi delle Chiesa di Sant'Antonio dove il Romanino nel 1536 affrescò uno dei cicli più intensi con le Storie di Daniele. Anche qui ci sono buoni ristoranti (il Grali in via Mazzini con cibi caratteristici locali) o squisite pasticcerie per il tè. Poi si entra nella Patrocinale di San Maurizio dove si trova un capolavoro assoluto del Settecento lombardo. E' lo stupefacente compianto ligneo creato dal bresciano Beniamino Simoni (1712-Brescia 1787) che per ragioni misteriose lasciò lo stupendo gruppo a Brano. Ripresa la strada e superati 20 chilometri, si gira a sinistra per salire verso Cervenò (c'è un ristorante a prezzi contenuti, Benni's, tel. 0364.434.717, mentre per gruppi fino a 15 è consigliabile l'Azienda agriturismo Cerveno Farm dove si mangia bene, su prenotazione, tel. 0364.433.899). In questo incantevole villaggio, tutto un incastro di antiche case e vie, si sale alla chiesa dell'oratorio della Mtidonna del Carmine, si accede al fianco della parrocchiale per ammirare un'opera stupefacente, all'interno dei «Sacri Monti». Qui si tratta di una singolare Via Crucis, creata all'interno lungo una scala di modeste dimensioni, capace di ospitare 13 cappelle. Li in talune Stazioni lo scultore Beniamino Simoni creò un numero incredibile di sculture memorabili (lavorate solo dove sono visibili) in spazi minuscoli, con inimmaginabile senso delle forine, del colore. Stazioni come l'XI «Gesù inchiodato sulla croce» e la XII «Gesù innalzato sulla crocei paiono miracoli di proporzioni e qualità artistica. Non fu in grado il Simoni di terminarle, perché chiamato a Brescia per alti incarichi, sicché intervennero Francesco Donato e Grazioso Fan toni, in un momento di crisi della bottega di Rovella, cosi alcune statue sembrano caricature del Simoni. \a XIV Stazione mancava, fu costruita in alto sopra la scala sacra da uno scultore nel XIX secolo. Sono in molti a ritenere che il superbo groppo ligneo di Breno sia la famosa XIV Cappella. Alla ricerca dei capolavori di Lorenzo Lotto e del Romanino e delle sculture di Beniamino Simoni