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Martini & Rossi: i «contadini» dell'Asti industriale IN CANTINA Paolo Mossobrio Martini & Rossi: i «contadini» dell'Asti industriale ■ L peggior vino contadino è miI gliore del miglior vino di induI stria, scriveva Veronelli. Poi vai a vedere e scopri che c'è industria ed industria. La Martini & Rossi ad esempio è un'industria del Vermouth che ha un certo stile. Anni fa i giornalisti erano abituati ad andare alla Terrazza Martini di Milano per vedere le anteprime dei film. Se una gita vuole seguire un itinerario istruttivo deve finire in uno dei musei di storia dell'enologia più suggestivi d'Italia, a Pessione, dove c'è un luogo di culto dell'ospitalità. Insomma, alla Martini hanno fatto coincidere prodotto e comportamento. Se il bere miscelato denota un certo stile, la casa si è adattata con esemplare coerenza. Colpisce il fenomeno dell'«aristocrazia del moscato». Di gente che produce le uve e va fiera di portarle alla Martini perché quel marchio rappresenta un mondo. Come la festa che si tiene ogni anno tra ex dipendenti, che fanno la messa davanti al museo o quella di quest'anno nel castello di Montemagno dove Ascanio Calvi di Bergolo ha invitato i conferenti di uve. Oggi la Martini è di proprietà della Bacardi, ma il percorso sembra una predestinazione. La Martini nacque nel '63, la Bacardi nel '62. Sulle bottiglie hanno le medaglie vinte nelle stesse esposizioni internazionali ed i precursori, Emilio Bacardi e Teofilo Rossi, furono ministro a Cuba e sindaco a Torino. La Martini & Rossi produce 28 milioni di bottiglie, di cui 24 di Asti, 4 di Riesling, 250 mila di Talento. Per l'Asti c è un osservatorio clie controlla la qualità delle uve dei conferenti; per il Riesling metodo charmat il risultato è notevole: una bottiglia costa appena 8 mila lire, per uno spumante da tutto pasto, gradevole, con sentori fruttati e di mandorla al fondo. Museo Martini Pessione (Torino) tel. 011/9419271 Una bottiglia di Riesling «Charmat»: 8 mila lire.