La storia dei Normanni all'ombra di Montecassino di Anacleto Verrecchia

La storia dei Normanni all'ombra di Montecassino La storia dei Normanni all'ombra di Montecassino RECENSIONE Anacleto Verrecchia f — / E' più sangue nordico in Lombardia o in Sicilia, nel Veneto o in Calabria, in Piemonte o in Campania? L'Italia meridionale fu prima invasa dai Longobardi, poi dai Normanni. E vi restarono. Se il comasco prof. Miglio si vanta che la sua nonna contava le galline in tedesco, a maggior ragione un palermitano potrebbe dire che la sua trisavola le contava probabilmente in normanno. Ma lasciamo questi discorsi da pollaio e parliamo d'altro. Longobardo era anche l'abate di Montecassino Desiderio, vissuto dal 1027 al 1087. Sotto di lui la celebre abbazia conobbe il suo massimo splendore. Oltre a fondare la Scuola Storica di Montecassino, quell'abate, che nell'ultimo anno di vita fu anche papa con il nome di Vittore III, si circondò di scienziati, di poeti e di storici in abito talare. A uno di essi, di nome Amato, si deve la Storia dei Normanni, ora per la prima volta tradotta in italiano. Siccome è dedicata al «molto reverendo e santo abate Desiderio», se ne deduce che sia stata scritta prima del 1086, anno in cui l'abate RECENAnaVerre IONE eto chia fu eletto al soglio pontificio. Il testo originale, naturalmente in latino, è andato perso. Quello che ci resta è un'antica traduzione francese, fatta nel regno di Sicilia all'inizio del 1300 e scoperta a Parigi nel secolo scorso. Il volgarizzatore fu probabilmente un italiano, che usò un francese pittoresco e tutto personale. Però lo si legge, ed è quel che conta. Del resto qui abbiamo sia il testo francese che la traduzione italiana. La storia narrata dal monaco Amato va dal 1016. data dello sbarco dei primi Normanni a Salerno, fino alla morte del principe normanno Riccardo di Capua, avvenuta il 5 aprile del 1078. Per buona parte, dunque, il monaco parla di avvenimenti a lui contemporanei. Oltre a ciò Montecassino lo poneva in una situazione privilegiata per seguire gli avvenimenti esteriori e per conoscere le trattative diplomatiche. Insomma qui abbiamo una testimonianza in qualche misura curetta, e proprio questo conferisce al libro immediatezza e vivacità. All'inizio lo storico si chiede se convenga a un monaco «scrivere delle liti tra secolari». Ma se Paolo Diacono, cui fa esplicito riferimento, aveva scritto proprio a Montecassino la storia dei Longobardi, allora lui può scrivere quella dei Normanni, per i quali rivela una profonda simpatia: li chiama forti, invincibili e arditi come leoni. E tali dovevano essere per davvero, se riuscirono a sottomettere i bellicosi Longobardi e a signoreggiare in tutta l'Italia meridionale. Le pagine forse più belle e ricche di particolari sono quelle che Amato dedica alla conquista della Sicilia, avvenuta nel 1071. Palermo cadde nel giorno di Natale e con essa la dominazione musulmana. Odino, il dio nordico, aveva sconfitto Allah. Oltre che storico, Amato fu anche poeta; ma le sue opere in versi non ci sono pervenute. E che la sua Musa spiccasse dei grandi voli lo si può dedurre dal secondo capoverso della dedica all'abate Desiderio. Sembra quasi che riecheggi il proemio del De rerum natura di Lucrezio, anche se si rivolge al suo Dio, anziché a Venere: «Tu sei il pensiero degli uomini, tu comandi alla fonte di far scaturire l'acqua e alla terra ferma di produrre erba e fiori; a te obbediscono il sole e la luna, che è la sorella del sole, secondo il canto dei poeti, perché è illuminata da esso. A te obbediscono la grandezza del cielo e tutti gli esseri che vivono sulla terra, tutto ciò che vola in aria e ciò che nuota nell'acqua». Splendido: qui c'è della metafisica. Per trovare qualche cosa di corroborante bisogna ritornare ai libri antichi come questo. Una maggiore cura filologica avrebbe certamente giovato, ma va bene anche così. In prima traduzione italiana l'opera del monaco Amato, scritta intorno all'anno Mille Amato di Montecassino Storia dei Normanni Ciolfi Editore, Cassino, pp. 317, L. 30.000 STORIA

Persone citate: Amato Di Montecassino, Capua, Cassino, Longobardo, Miglio, Paolo Diacono, Vittore Iii