McLaren, da Lauda a Senna trentanni di sfide alle Resse di Cristiano Chiavegato

McLaren, da Lauda a Senna trentanni di sfide alle Resse McLaren, da Lauda a Senna trentanni di sfide alle Resse Cristiano Chiavegato inviato .iSUYUKA La rivalità tra Ferrari e McLaren è di vecchia data, anche se il team inglese è relativamente giovane. Fondala nel 1968 da Bruce McLaren, il pilota neozelandese scomparso nel '70 duratile ima sessione di prove private, la squadra aveva subito mostrato una personalità aggressiva, portandosi in breve tempo alla ribalta come contraltare di Lotus, Matra e Brabham, che all'epoca dominavano la scena mentre Maranello attraversava un periodo di appannamento. Alla molle del suo proprietario, la McLaren venne acquistata da un gruppo guidato dall'avv. Teddy Mayer e più avanti rilevata da una società, la Project Four, che faceva capo a Kon Dennis, un ex meccanico che aveva pianificato un ambizioso progetto del quale faceva parli; anche il tecnico John Harnard. In seguito arrivo anche l'apporto del finanziere libanese Mansour Ojjeh che forni alla McLaren i mezzi economici per battersi ai massimi livelli. Il primo scontro, soltanto «polii ico», fra le due sfidanti avvenne nel 1973, quando Enzo Ferrari dopo un disastroso GP d'Inghilterra decise di appiedare Jackie lekx. 11 belga venne subito ingaggialo dalla McLaren per una corsa. Ma il vero duello ebbe inizio nella stagione successiva, quando Maranello puntò su una coppia a dir poco effervescente: Kegazzoni e Lauda, affidando la direzione sportiva al giovane Luca Montezemolo. I due, con la 312 B3, misero in pista cuore e determinazione, ma per una serie di guasti dovuti alla non perfetta affidabilità della vettura dovettero cedere il t itolo al brasiliano Emerson Fittipaldi, giunto così in extremis al suo secondo Mondiale. Questa volta alla guida della McLaren, clie iniziò cosi la sua serie di successi iridati. Nel 1975 l'immediata rivincita del Cavallino. Lauda, pur battagliando all'interno della sua squadra con Regazzoni, dominò alla lunga e vinse il titolo al volante della 312T (la prima monoposto con cambio trasversale). L'austriaco avrebbe potu¬ to ripetersi l'anno dopo se non fosse rimasto vittima del terribile incidente del Nurburgring, quando rimase sfigurato dal fuoco che avvolse la sua vettura. Niki riuscì a riprendersi in tempo e arrivò all'ultima gara, al I uji, in vantaggio sullo «zingaro» James Hunt, il pilota che amava camminar*! a piedi nudi. Ma il giorno della sfida scoppio un temporale furioso, Lauda non si senti di correre. Così l'inglese, con un terzo posto, fece suo il casco iridato, con un solo punto di vantaggio. Senza storia il campionato 1977 con Niki ancora mondiale, aiutato da Reutemann e nel finale di stagione dall'esordiente Gilles Villeneuve. Niente da fare per le McLaren guidate ancora da Hunt e da Jochen Mass. Dopo una parentesi Lotus (Andretti), e il successo di Jody Scheckter per Maranello nel 1979, la McLaren, in crisi tecnica, precipitava ai bassifondi delle classifiche, ma preparava il suo grande ritorno all'inizio degli Anni 80 in piena era dei motori turbo. Lauda che prima era passato alla Brabham e poi si era preso due anni di sosta, tornava con la McLaren motorizzata Porsche e conquistava il suo terzo titolo, dando il via a un lungo periodo di dominio contrastato solo dalla Williams. Epici i duelli fra Senna e Prost, compagni di squadra nel team inglese. Dopo aver vinto il titolo nel 1989, il francese passava alla Ferrari in fase di rilancio, facendo coppia con Nigell Mansell. Nella stagione successiva si scatenava la rivalità fra le due squadre ma anche fra i due piloti. Alain sembrava avviato al successo, ma in Portogallo proprio Mansell, stringendolo contro un muretto al via, gli impediva una vittoria preziosa. Si arrivava a Suzuka con Prost. ancora in grado di puntare al titolo, ina alla partenza il brasiliano Senna tamponava violente- mente con la sua McLaren la rossa vettura italiana (e solo due anni più tardi Ayrton confesso di averlo fatto di proposito). Così Senna divenne ancora campione, ripetendosi poi facilmente l'anno successivo. Seguirono anni duri sia per la squadra inglese che per quella di Maranello, mentre Williams e Benet- ton si dividevano a quel punto gli allori. La sfida si è riaccesa nel 1997 quando alla Ferrari era già arrivato da un anno Michael Schumacher. Alla gara conclusiva di Jerez, il tedesco aveva un vantaggio di un punto su Villeneuve (Williams). La McLaren in quell'occasione si alleava sfacciata- mente con il canadese e nei vari pit-stop metteva in difficoltà il pilota della Ferrari. Quest'ultimo, raggiunto dal giovane Villeneuve, provocava un incidente di cui era la prima vittima. Villeneuve, per ricambiare il favore agli alleati McLaren, all'ultimo giro faceva passare Coulthard e Hakkinen, che vinceva nell'occasione la sua prima gara. Infine la storia recente. Lo scorso anno a Suzuka, Hakkinen si era presentato in vantaggio nella classifica. Schumacher conquistava la pole position, ma rimaneva surplace al via. Partito all'ultimo posto, il tedesco sapeva risalire sino alle prime posizioni ma era poi costretto al ritiro per lo scoppio di una gomma. E il finlandese con la sua McLaren vinceva il titolo. L'austriaco s'impose sotto due bandiere 11 brasiliano una volta usò un colpo proibito per eliminare Prost nella gara decisiva

Luoghi citati: Inghilterra, Kon Dennis, Maranello, Portogallo