Il primo nudo di Sabrina «Mi sono fatta un regalo»
Il primo nudo di Sabrina «Mi sono fatta un regalo» Una Fenili senza veli nel calendario di «Max» Il primo nudo di Sabrina «Mi sono fatta un regalo» MILANO Desiderata, invocata dai lettori, Sabrina Ferilli finalmente si concede, si spoglia tutta quanta sul calendario di «Max», tiratura record di 740 mila copie a 12 mila lire l'una. Quasi 9 miliardi d'incasso: i calendari di stelle e stelline nude sono ormai us vortice, un business di prim'ordine. A lei, alla Sabrina, pare siano andati 250 milioni. E non delude: com'è bella e com'è cara, dicono le prime e-mail giunte al giornale. La Ferilli si conferma come la più amata; anche dalle donne, cbe non la temono, parrebbe, non la sentono come rivale. Sabrina vuole spiegare perché l'ha fatto adesso, a 35 anni, dopo il gran successo di «Commesse» alla tv. «Mai avuto complessi -- assicura in un rapido incontro con la stampa —. Ho sempre saputo d'avere un fisico importante». Cosi, senza false modestie. Ma non le conveniva spogliarsi prima, perché lei tiene moltissimo alla sua immagine d'attrice («Vengo dal cinema, sono del cinema, ho girato con Ferreri») e non voleva passare per una delle tante modelle o meteore televisive. «Ora invece me lo posso permettere, accontento la mia vanità. Io mi piaccio. E mi son fatta un regalo». Più magra e più alla di quel che appare sugli schermi, tutta in nero, pantaloni a zampa d'elefante, top trasparente sul piccolo reggiseno e sul grande petto, Sabrina fuma con forza risucchiando le guance, s'allunga le mani sul collo e se l'accarezza, gesticola, gioca con i piedi, parla con decisione e allegria. L'allegria — assicura — è la sua vocazione, la sua risorsa sana. Non a caso, fra le dodici foto, quella che preferisce è la prima, gennaio, dove ride stesa su cuscini e lenzuola e camicia bianca da notte e mostra una fossetta, oltre ai seni seminascosti da un braccio e da un ginocchio rotondo. A febbraio segue la foto più sexy, a bocca decisamente aperta e in posa da peccato solitario, in un body che è un velo segreto, un richiamo. Quattro i fotografi mobilitati, Bruno Bisang, Andreas H. Hitesnich, Giovanni Cozzi e Greg Gorman. E nonostante i quattro sguardi, l'ambientazione è coerente, sa di Oriente abbastanza vicino: Sabrina stesa su un tappeto caucasico rosso ed elegante, Sabrina in piedi vista a posteriori fra piastrelle azzurre con decorazioni arabeggianti... Sabrina mediterranea, insomma, o giù di li. «Helmut Newton? Non mi farei fotografare da lui perché si servirebbe di me, mentre voglio essere io à servirmi del fotografo»: sa quel che vuole, Sabrina. «L'ho sempre saputo, ho sempre seguito la mia testa, e finora mi ha dato ragione. Quando presentai Sanremo con Pippo Bando, nel mio ambiente molti non capirono, dicevano che ero stata sciocca, avventata. Invece no, Avvertii l'importanza della tv, e adesso molte colleghe mi vengono dietro. Sono fatta cosi. Spiazzo. Come con questo calendario». Senza spavalderia, dire questo, ma con semplicità, persino ridendo. Sarebbe contenta se la scegliessero, come s'annuncia, per dare il volto all'Italia intera, un po' come ha fatto la Laetitia Casta in Francia? «Preferisco essere scelta come persona, piii che come statua». le. a.| Un'immagine di Sabrina Fenili tratta dal calendario di «Max» del 2000
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