Cambio alla presidenza?

Cambio alla presidenza? Cambio alla presidenza? Coso Andreotti PAiim processa Antonio mortone ROMA Acque agitate ai vertici dell'Associazione nazionale magistrati, con il presidente Antonio Martone che mette a disposizione il proprio mandato, dopo le à o a l Mattone critiche del «parlamentino» del sindacato per la sua proposta, in contrasto con quanto già deliberato dal comitato direttivo centrale, di dedicare il congresso dell' associazione alle polemiche sollevate dalla sentenza di assoluzione di Giulio Andreotti a Palermo. Ma anche per la «mancata difesa» dei magistrati del capoluogo siciliano finiti sotto il fuoco delle polemiche. «Colpe» che ora fanno vacillare la sua poltrona di presidente. che farebbero ipotizzare anche lo scenario di una giunta rinnovata, magari allargata anche alla corrente di Movimento per la giustizia, che ora è fuori. «Se i gruppi di Md e Mi confermeranno la posizione critica assunta - ha detto Martone non mi resta che ringraziare coloro che il 28 febbraio scorso mi hanno votato come presidente e augurarmi, nell'interesse della magistratura, di essere io in errore». Rispondendo agli attacchi, ha spiegato: «In un momento in cui la magistratura è al centro di attacchi su diversi piani siamo tutti d'accordo che è essenziale difenderne l'autonomia e l'indipendenza, non come privilegio ma come garanzia dell'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge». «Ci si può limitare - ha aggiunto - a una difesa, pur necessaria di fronte ad attacchi che non ho esitato a qualificare come inaccettabili e volgari, che forse può soddisfare i colleghi, ma che all'esterno apparirà come difesa della casta o della corporazione. Si può invece prendere lo spunto da quanto sta accadendo per iniziare una seria e approfondita riflessione». Parole che non hanno soddisfatto le altre componenti dell'Associazione. La condanna più dura è venuta dal magistrato milanese Piercamillo Davigo (Magistratura Indipendente). «Ho fatto fatica a credere a un equivoco. Tutto ciò - ha denunciato - si inserisce in una linea iniziata da quando Martone è stato nominato presidente. Fin da subito ha dimostrato assenza di qualunque disponibilità al dialogo che non sia formale». Insomma, una «mancanza di collegialità» all'interno della giunta che Davigo ha definito «scoraggiante» e sulla quale, ha avvertito, si rischia lo «sfaldamento dell'Anni». E alla necessità di ritrovare «collegialità» ha fatto riferimento anche Vittorio Borraccetti (MD), secondo il quale occorre un «segnale di discontinuità» rispetto all'atteggiamento finora mantenuto. A sintetizzare la posizione di Unicost, la corrente di Martone, è stato il segretario Umberto Marconi. E vero, ha ammesso, il presidente ha dimostrato «carenza di cautela», ma era «in buona fede». «Se si approfitta della disaccortezza di Martone per imbastire un processo al presidente, ne prenderemo atto - ha detto - e sarà giocoforza andare all'opposizione. Per noi vale la delibera decisa a Sorrento dal Cdc, ma con questo presidente. Se le altre correnti non accetteranno, saranno loro a volere la spaccatura e a buttare Unicost all'opposizione». D'altra parte, è stato lo stesso Martone a mettere sul tavolo le sue dimissioni, innescando ora una battaglia per la creazione di un' eventuale nuova giunta. Le ipotesi al momento sono due: o un esecutivo unitario, allargato anche al Movimento per la giustizia, oppure una giunta a tre, con l'uscita di Unicost. fr. i.j Mattone

Luoghi citati: Martone, Palermo, Roma, Sorrento