Ruspe contro case abusive, battaglia a Roma di Giovanni Bianconi

Ruspe contro case abusive, battaglia a Roma Ieri quando sono arrivati i vigili, i proprietari si sono fatti trovare sui tetti: botte e feriti Ruspe contro case abusive, battaglia a Roma Consigliere diAn si dà fuoco: difendo questapoveragente Giovanni Bianconi ROMA Ormai è buio quando Enzo si decide a scendere dall'impalcatura, sette metri d'altezza e una bombola piena di gas pronta ad esplodere. I poliziotti se ne sono andati, i vigili del fuoco ripiegano i teloni stesi nel timore che si buttasse da lassù. «Ecco, per oggi la casa c'è ancora», mormora Enzo, che ha 27 anni ed è disoccupato. Lui dice casa, ma in realtà sono quattro pareti di mattoni, un solaio e un tetto, le porte e le finestre senza infissi. Per lui e la sua famiglia - padre, madre e sorella - è la «casa»; per il Comune una costruzione abusiva da abbattere. Accanto a Enzo c'è Francesco Storace, presidente romano di Alleanza nazionale, con un doppiopetto blu che stona in questo panorama di calcinacci, ruspe e facce disperate. Lui e il suo partito sono diventati i paladini degli abusivi della Storta, qualche decina di famiglie che hanno tirato su un tetto in fretta e furia fuori da ogni regola. Stamane, all'arrivo della polizia e delle prime mspe, c'era il consigliere regionale Tommaso Luzzi, sempre di An, che quando ha visto le prime divise v'è versato un po' di benzina sui vestiti e s'è dato fuoco: i pompieri hanno spento le fiamme e un'ambulanza l'ha portato in ospedale: «ustioni di primo e secondo gradi al braccio, la mano e la gamba destra guaribili in 90 giorni», è il verdetto dei medici. «L'ho fatto per difendere la povera gente, mentre il Comune pensa solo alle case per i nomadi e gli extracomunitari», dice Luzzi dal letto d'ospedale. Il prologo della storia che ha trasformato in un campo di battaglia questo pezzo di strada a nord di Roma, dove la città non è piti città e la campagna non è ancora campagna, c'è stato quindici giorni fa, con le demolizioni delle prime case abusive. Allora erano venuti il ministro dei Lavori Pubblici Micheli e l'assessore comunale Montino; oggi, per il secondo «round», c'è solo un funzionario-dei Comune circor&ato da pollBPgfataX^ttMT'«"«&$ elei fuoco. Le ruspe arrivano intorno alle 10, e gli abitanti delle case da abbattere si fanno trovare Sui rjptti. La polizia entra per portarle via, ed è a questo punto che Luzzi si dà fuoco. C'è qualche tafferuglio, un agente viene ferito da una donna con un vetro, le botte si danno e si prendono. Giulio Cervera, corso qui per difendere quelle quattro mura non ancora completate nelle quali già dormivano i genitori, resta ferito a un braccio. «Stavo sul tetto con mia madre racconta - e solo con la forza ci hanno fatto scendere. Poi hanno cominciato con la ruspa, nemmeno i soldi e i documenti ci hanno fatto portare via; per fortuna che una guardia è entrata lo stesso e ha preso la borsa. Ecco lì, c'è mia madre, ditemi voi se si può ridurre così una persona». La signora Vittoria, madre di Giulio, ha 46 anni ma ne dimostra 20 di più. Sta buttata per terra, appoggiata ad una rete di recinzione, intorno le poche cose che è riuscita a mettere in salvo: tre piatti, due tazzine, tin televisore, due reti e due materassi, qualche vestito ancora appeso alle stampelle. Dopo i primi colpi di ruspa, la sua casa sembra un'abitazione di Belgrado ai tempi della guerra, coi muri sventrati e le serrande delle finestre penzolanti. Il lamento di questa donna non riesce a scacciare le mosche che le ronzano intorno: «Ci hanno trattato peggio dei delin- quenti, ma io da qui non mi muovo». Std fatto che queste abitazioni siano abusive, costruite di gran carriera nella speranza che un tetto già alzato potesse frenare i decreti del Comune, ci sono pochi dubbi. Anche Giulio lo sa, ma domanda: «Che dobbiamo fare, dormire in mezzo alla strada? Io in città pago un milione al mese per cinquanta metri quadrati e sono sotto sfratto, per questo dovevo venire qui. Ho aiutato mio padre a «istruire questa casa, lui fa il muratore, e quando finiva al cantiere cominciava qui; ora aspetto che qualcuno mi dica dove dobbiamo andare». Dopo la casa dei Cervera c'è quella di Romano Borgese, che per evitare che gli agenti di polizia entrassero dentro s'è cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco. La trattativa con lui è andata avanti lino all'imbrunire, quando le mspe dovevano rientrare. Lui è riusaùto a tenere in piedi le sue quattro mura, per oggi, come ce riuscito quello della casa a fianco. Enzo Tamburrini. E' quello che s'è arrampicato sul traliccio che sta davanti alla casa, portandosi dietro una bombola del gas. Quando arriva Storace cominciano i tentativi per evitare il peggio, il deputato di An telefona al prefetto: «Se quello si butta so' affari vostri... No. dovete dire alla polizia di andarsene, tanto per stasera non si può fare più niente...». Dalla strada sterrata - non c'è un lampione per centinaia di metri, solo mucchi di mattoni e sacchi di cemento sparsi dappertutto -, la sorella Marisa racconta: «Siamo venuti qui da due settimane, speravamo che in questo modo ci lasciassero in pace, invece niente. Io devo andare a prendere dei vestiti perche comincia a l'are freddo, ma non mi fanno passare». Alla fine il sospirato ordine arriva, gli agenti se ne vanno, Enzo scende e Storace fa il suo comizio: uSpero che il sindaco Rutelli non voglia il massacro, la tolleranza zero va usata contro i criminali, non contro questa gente. Come si fa a spiegargli che le ville degli zingari vanno bene e le loro no?». Dal Campidoglio il sindaco ribatte: «Noi siamo dalla parte romani che pagano il mutuo e rispettano la legalità, non col popolo dei furbi che deturpa il territorio costruendo le case abusive; quella gente non avrà più protezioni». Il ministro dell'Ambiente Ronchi si schiera dalla parte di Rutelli, le ruspe che ora se ne vanno torneranno, hi tutto le case della Storta da abbattere sono 23, tra il 1 5 ottobre e ieri ne sono state demolite sette: ne mancano 16, e chissà che cosa potrà accadere. A parte le ustioni di Luzzi, il prezzo pagalo per quest'operazione che non è nemmeno a metà sono tre poliziotti e quattro donne ferite, tutti guaribili tra i 4 e i 15 giorni. Giulio Cervera va incontro alla madre che .non. si. muove dalla sua cucchi e commenta: «Dicono che la casa era abusiva, ma una settimana fa i vigili mi ha^ooiotificato la mia nuova residenza: via della Storta 480 bis, palazzina B». A quell'indirizzo, da ieri, c'è solo un mucchio di macerie. Arriva Storace : «Spero che il sindaco non voglia il massacro». Rutelli: «Non proteggiamo i furbi, siamo con quelli che pagano il muoio e sono nella legalità» NUMERI DELL'ABUSIVISMO Costruzioni abusive in Italia (1994-97) 207.000 Superficie complessiva 29.000.000 mq Valore stimato 26.100 m!d Evasione fiscale determinata 6.035 mld Costruzioni abusive a Roma (1994-99) 48 Superficie complessiva } 183 ettari: Valore di mercato stimato 280 mld: Fonie Legombiente-Cresme H LA STORTA ROMA ! A lato abitanti sopra i tetti delle case abusive In alto Tommaso Luzzi, il consigliere regionale di An che si è dato fuoco

Luoghi citati: Belgrado, Italia, Luzzi, Roma