E don Sturzo scrisse: dateci soldi contro il Pci di Maurizio Molinari

E don Sturzo scrisse: dateci soldi contro il Pci I carteggi fra il fondatore del Partito Popolare, in esilio negli Usa, e gli agenti delTOss (poi Cia) E don Sturzo scrisse: dateci soldi contro il Pci Ecco la lettera in cui chiese aiuto ai Servizi americani Maurizio Molinari ROMA Nei carteggi fra Luigi Sturzo e gli agenti dell'Organizzazione servizi strategici -1l'Oss, antenata della Cia - c'e anche il testo della lettera autografa con cui il fondatore della De chiese per la prima volta a Washington aiuto per far fronte alle emergenze finanziarie del movimento cattolico. Lo studioso americano Lawrence Gray ne ha trovato copia negli archivi della Fondazione Sturzo, dove ha condotto per sei mesi la ricerca sui legami fra il sacerdote siciliano e i servizi americani che viene presentata questa mattina a Roma u Palazzo Baldassini. Professor Lawrence Gray, quando Sturzo chiese per la prima volta all'Oss di finanziare la De per arginare l'influenza del partito comunista italiano? «Lo fece con una lettera diretta al capo della sezione italiana del Dipartimento Analisi e Ricerche, Fari Hrennan, datata 24 febbraio del 1944. Sturzo di diceva molto ansioso per il futuro delle attività di informazione della De, dei sindacati cattolici e delle eoperative. Temeva che durante la guerra il partito comunista si rafforzasse sul territorio in maniera irreversibile e fosso quindi destinato a prendere le redini del Paese. Fra i primi problemi per Sturzo c'era l'assenza di danaro. "L'intero movimento De manca di fondi" si lamentò in quella lettera, sostenendo che "in questo momento è essenziale per i De scuotere ogni nervo per ricreare un movimento politico di massa attraverso l'Italia"». Perché Sturzo chiese aiuto finanziario all'Oss? «Sturzo era molto preoccupato per l'efficiente organizzazione del pei e temeva anche per la sorte di Trieste - scrisse un lungo memorandum per l'Oss sulla Jugoslavia - alla fine del conflitto. Brennan gli rispose quasi subito scrivendogli "abbiamo deciso di creare un meccanismo per facilitare l'arrivo di fondi privati alla De in Italia a De Gasperi, Rondino, Sceiba.."» Perché loro e non altri leader della De dell'epoca? «Era stato Sturzo a fare i nomi. L'Oss gli aveva chiesto di compilare una lista di persone sicure. Sturzo l'aveva fatto, fra i nomi aveva messo anche Gron- chi. Gli americani nel 1944 non avevano la più pallida idea di cosa fosse la De. Si fidarono di lui. Il meccanismo ideato, un sistema operativo per far giungere in Italia i fondi raccolti da Sturzo negli Usa, verteva sul ruolo degli uomini dell'Oss ol¬ tre le linee. Uno degli agenti americani di punta in Italia per contattare i De era Joseph Càlderon. Nei primissimi mesi del dopoguerra Calderon aiutò personalmente molti leader della De ad affrontare le esigenze quotidiane: fece un ottimo lavoro. Le stesse persone identificata da Sturzo sarebbero poi diventate i personaggi cruciali di riferimento durante la guerra fredda con l'Urss». Sturzo dove prendeva i soldi da inviare in Italia? «Dagli italoamericani. Sturzo andava in giro a bussare sulle porte e raccoglieva molte donazioni ma sempre di importi modesti, fra i 1000 e i 2000 dollari. Esiste la lettera di un privato che scrisse a don Stur¬ zo per confermare l'invio». Ma alla «Pro Deo» di padre Felix Morlion arrivavano direttamente i fondi dell'Oss. Non si trattava certo di fondi privati... «Fu Sturzo che fece conoscere Morlion a Brennan e, dopo un certo tempo, convinse Brennan a donare fondi alla Pro Deo. Con l'inizio del dopo-guerra gli americani si impegnarono ancora di più nel finanziamento della Pro Deo, che diventa un centro di informazione De». Che ruolo ebbe Giulio Andreotti all'epoca? «Era un giovane assistente di Morlion ma di lui c'è traccia in molte lettere di Sturzo». Ci furono altri finanziamenti diretti dell'Oss alla De? «Non fino al 1946». Perché Sturzo e l'Oss comunicavano quesi sempre per posta? «Sturzo era un uomo anziano, viveva fra Jacksonville e New York. Spostarsi da Washington a New York o fino in Florida non era agevole. Sturzo sapeva scrivere molto bene». Dove si svolgevano gli incontri fra Sturzo e gli agenti americani e britannici? «In una casa messa a disposizione a Washington dall'Oss». E' corretto affermare che Sturzo era un informatore dei servizi segreti americani? «In una lettera a Pacciardi, Sturzo parlò di questo e si descrisse come un educatore. Voleva spiegare l'Italia agli americani. Fu sempre molto corretto. Non prese mai una lira. L'Oss lo considerava un analista, una risorsa umana insostituibile, gli portò sempre grande rispetto». «Si diceva ansioso per il futuro della De e temeva che i rivali si rafforzassero troppo durante la guerra» Un giovanissimo Giulio Andreotti con l'allora premier Alcide De Gasperi, leader del Partito Popolare