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IL TEOLOGO E L'ANTROPOLOGA IL TEOLOGO E L'ANTROPOLOGA Baget Bozzo: un rito antico che oggi sembra il Carnevale La Chiesa non ama la festa di «Halloween», ormai svuotata di ogni sacralità, ma neppure la condanna. «E' l'equivalente del Carnevale, né più né meno. Oggi esistono fenomeni molto più seri di cui preoccuparsi» spiega il teologo don Gianni Baget Bozzo. Secondo il sacerdote, la festa del 31 ottobre aveva un'origine cristiana, ma nelle civiltà celtiche è sempre stata legata al mondo delle streghe e dell'occulto. «Come nel Carnevale, in Halloween c'è un misto di evasione e di scambio di ruoli - aggiunge don Baget Bozzo -. Manifestazioni come questa sono sempre esistite anche nel lontanissimo passato». «Quello che preoccupa la Chiesa - conclude il teologo - sono i i fenomeni legati alla magia, all'occultismo, all'astrologia, al tentativo di leggere il destino affidandosi alla lettura delle stelle. Finché si sceglie un vecchio rito come occasione di divertimento non c'è motivo di allarmarsi particolarmente». Gatto Trocchi: una tradizione frutto della nostra cultura «Halloween è la traduzione di Ognissanti e non è altro che una nostra festa antichissima, esportata dall'Irlanda negli Stati Uniti e lì scristianizzata a metà Ottocento, in corrispondenza con lo sviluppo di una letteratura ispirata ai vampiri». Secondo Cecilia Gatto Trocchi, docente di antropologia all'Università di Perugia, i rituali dedicati ai morti hanno origini antichissime ed erano diffusissi anche nella penisola italica. «Quando ero bambina, in Abruzzo c'era l'usanza di mettere candele dentro le zucche. Serviva a indicare ai morti la via dell'Ade, perché non andassero a invadere gli spazi dei vivi - spiega la studiosa -. In quei giorni si preparavano dolcetti che si chiamavano "ossa di morto". A Roma invece ci sono le "fave dei morti", mentre in Sicilia si racconta ai bambini che i regali li portano i defunti. E' una tradizione che ha fatto il giro del mondo e oggi crediamo che arrivi dall'America».