Il Falun Gong sfida Pechino

Il Falun Gong sfida Pechino Era stata messa al bando a luglio, arrestate 20 anziane sulla Tienanmen Il Falun Gong sfida Pechino La setta: parte la campagna di disobbedienza Luoyan Shen PECHINO Sfida al governo cinese per il Falun Gong: la setta millenarista ha lanciato una campagna di disobbedienza civile per intensificare la protesta contro la messa al bando decisa in luglio dalle autorità di Pechino. Almeno 20 persone, per lo più donne anziane, sono state arrestate mentre per il quarto giorno consecutivo si teneva una veglia silenziosa in Piazza Tienanmen. La mancanza di libera informazione sta giocando centro il governo di Pechino nella sua battaglia contro la setta: il «Quotidiano del Popolo» infatti ieri ha spiegato che i Falun Gong sono una setta come i davidanians che furono stanati con i carri armati della guardia nazionale in America o la Aum Shinri Kyo (La Suprema Verità), che nel 1995 sparse gas nervino nella metropolitana di Tokyo. Ma le centinaia, forse migliaia, di fedeli arrivati nella capitale per testimoniare il loro credo, scuotono la testa alla pioggia di accuse contro il loro guru Li Hongzhi, colpevole, secondo il governo, di aver truffato milioni di dollari e avere causato la morte di 1400 persone. Ieri, in un'incontro clandestino con i giornalisti, hanno spiegato che presenteranno un reclamo all'apposito ufficio del governo contro la legge in discussione in questi giorni contro le sette e i culti. La legge dovrebbe fornire lo strumento giuridico con cui poi processare e condannare il numero ancora imprecisato di fedeli arrestati nei mesi scorsi. Il primo processo dovrebbe tenersi nella vicina città di Shijiazhuang entro questo mese. Intanto il flusso ininterrotto di vecchietti e persone di mozza età a Tienanmen prova che il governo è ben lungi dall'aver bloccato l'organizzazione. Anzi, sembra che in questi mesi i Falun Gong si siano riorganizzati e abbiano colto l'occasione per mobilitare fedeli a Pechino, che fornirebbero assistenza logistica; fe¬ deli di altri zone si fanno arrestare, come agnelli a un macello, dagli agenti della capitale. Infatti, secondo gli stessi dati del governo, i Falun Gong avevano 39 «stazioni» e 1900 «sotto stazioni» in tutto il territorio nazionale. Per ognuna di queste «parrocchie» c'era un responsabile. Non è chiaro però se la polizia li abbia arrestati o individuati tutti. E' però certo che le autorità si stanno preparando a un confronto a lungo termine con il Falun Gong. La più grande difficoltà - al momento appare quella di separare i leader dai semplici fedeli. Infatti, anche se si prendono per buone le cifre del governo che ieri parlavano di 2,1 milioni di praticanti e 28.263 punti di addestramento, i disposti a sacrificarsi per Li Hongzhi potrebbero essere migliaia. «La stragrande parto della gente ha smesso di credere a Li Hongzhi», spiegava ieri lo scrittore Sima Nan, da lungo tempo avversario dei Falun Gong e delle altre sette cresciute in questi anni in Cina. Ma certo anche lui ammetteva che esistono ragioni profonde per il successo di questi culti. C'è la crisi dei valori tradizionali del socialismo e contemporaneamente la rinascita e la crisi dei valori tradizionali confuciani e taoisti. In una situazione sociale altamente instabile, dove per la prima volta da 50 anni sono tornati i licenziamenti ed è ricomparsa in maniera massiccia la disoccupazione, i Falun Gong e altre sette costituiscono un rischio. Inoltre Li Hongzhi non è solo, altre sette come quelle di Zhang Hongbao o di Zhang Zhbria potrebbero costituire minacce ancora più gravi. Anche se ieri i giornali enumeravano sei criteri per individuare i culti fanatici, non è chiaro in linea di principio come distinguerli. Così questa repressione tanto mirata contro Li Hongzhi rischia di fare dell'uomo un eroe per gli insoddisfatti, e non sono pochi, verso il governo di Pechino. Da tutto ciò Li, residente a New York, con milioni di fedeli fuori dalla Cina, potrebbe uscire comunque vincitore.

Persone citate: Zhang Hongbao, Zhang Zhbria

Luoghi citati: America, Cina, New York, Pechino, Tokyo