«Ma questo è un film che va all'indietro» di Fabio MartiniDiego Novelli

«Ma questo è un film che va all'indietro» DESTRA E SINISTRA SONO D'ACCORDO «ADESSO E' POSSIBILE IL COLPO DI SPUGNA» «Ma questo è un film che va all'indietro» Lo rabbia dei militanti Ds, lo stupore della base di Ari retroscena Fabio Martini ROMA SONO le sei della sera e per aprire le finestre della sezione Nomentano di An, il segretario Francesco Provenzano fa una gran fatica: «Sono blindate, anche se un po' alla buona. Vede questi buchi qui? Sono stati i proiettili dei compagni. Altri tempi. In questi giorni assistiamo a ben altro film, un film che va all'indietro: Andreotti non è più mafioso, Craxi non è più un ladro. Sembra proprio che la rivoluzione del 1994 sia finita». Un'ora più tardi, alle sette della sera, il compagno segretario Ezio Di Monte, iscritto al pei dal 1964, apre i battenti della sezione Centro dei Ds in via dei Giubbonari: «Andreotti è stato assolto e le sentenze vanno rispettate, Craxi tornerebbe a casa con un semplice salvacondotto sanitario, eppure la sensazione che si sta diffondendo nelle discussioni qui in sezione è quella dello scurdammece 'o passato. Sì, diciamolo pure: il nuovo stenta e torna il vecchio». La «Nomentano» e la «Cenilo» sono due tra i terminali più sensibili degli umori che si agitano nei cuori e nelle teste dei militanti di Alleanza nazionale e dei Ds, i due partiti che hanno cavalcato la rivoluzione nuovista e che in queste ore sembrano smarriti. Vedono risorgere i «mostri» e non sanno che fare, incerti se rilanciare gli slogan antagonisti o rinculare più o meno ordinatamente. Destini paralleli per due partiti ideologicamente lontani, ma legati da un singolare destino: prima del 1994 non avevano mai messo piede al governo e sono entrati nella stanza dei bottoni soltanto dopo aver assecondato, da sponde opposte, l'onda nuovista. Dentro i Ds l'ala nostalgica resta forte: ecco Salvatore Buglio, 47 anni, ex operaio della Viberti, deputato Ds nel collegio di Nichelino: «Craxi? Andreotti? Tra i compagni di base c'è molta rabbia, c'è l'angoscia che ritorni il passato e che si delegittimi il nostro partito. Sì, c'è rabbia, ma anche depressione, frustrazione perché non si riesce a reagire». Ed ecco Diego Novelli, interprete dell'anima «piccista»: «Sono sconsiderate le dichiarazioni di Occhetto che mette sullo stesso piano tutti i partiti, Pei compreso. Se si sentiva responsabile, poteva autodenunciarsi quando erano processati Stefanini e Pollini!». E il senatore Luigi Biscardi da Campobasso: «C'è un grandissimo fastidio nella nostra opinio¬ ne pubblica: Craxi, Andreotti, il centro-sinistra senza trattino, l'Ulivo 1 e 2, il trifoglio. Una tarantella incomprensibile!». E tre parlamentari della sinistra Ds - Vozza, Mele, Cantaro tuonano: «Siamo scandalizzati per la riabilitazione politica e storica del Caf». In queste ore nel corpo diessino si agita una grandissima trepidazione, ina anche letture contrapposte sul «vecchio che avanza»: «E' vero, nella nostra gente in queste settimane c'è grande sofferenza per questo clima da "Come eravamo" - dice il senatore Enrico Morando -. Pomicino domina le prime serate tv e i giornali parlano per giorni e giorni del Kgb. Il clima di restaurazione diventa palpabile per tutti, ma attenzione: un eluna così può essere alimentato soltanto da una sentenza? Oppure la politica aveva delega¬ to troppo alla magistratura e ora la sinistra ha la sensazione che le cade tutto addosso?». Oltretutto, al travaglio della base e dei quadri alti Ds, si intrecciano anche le incom¬ prensioni tra i big: due sere fa, dopo l'incontro con D'Alema, il leader socialista Boselli aveva tra l'altro dichiarato: «Violante dovrebbe trarre le conseguenze...». Una perentoria richiesta di dimissioni clic non ha trovato repliche nei successivi comunicati di Palazzo Chigi. Diverso, meno macerato, il clima dentro An. Il 27 marzo 1993 Pini, in una piazza di Verona, aveva esultalo all'annuncio dell'avviso di garanzia ad Andreotti («E' la line del regime e lo dimostra l'esplosione deila piazza!») mentre nei giorni scorsi il leader di An ha chiesto le dimissioni di Caselli. E il motivo aiuta a spiegarlo Francesco Storace: «Prendiamo Roma che per noi e la città cardine: a noi ci vota il "generone", quello che volava per Andreotti. Abbiamo capito subito che la "riabilitazione" di Andreotti non ci toglierà un voto». Ma dentro An l'ala dura e pura resta forte. Dice Mirk, Tremaglia: «Andreotti e stat. assolto per un fatto specifico, ma la P2? Nel gennaio 197H i lui che consegna i Servizi ■ Gelli: generale Santovito P2, generale Grassini P2, priii Pelosi P2». E Teodoro Buontempo: «La nostra gente e atterrita ma non sa come reagire, la cosa più grave e che considera inevitabile il ritorno dei vet i ni pei sonaggi». h io stesso Fini, dopo aver via via aggiustato la posizióne, ieri la métteva fuoco, con una netta distinzioni' da Berlusconi' «E' stati assolti il cittadino Andreotti, ma non è stata scritta una nuova pagina di storia: in Sicilia c'er; in sistema di potere, collie- in la mafia, che aveva in Anu eotti uno dei massimi espon Il divo Giulio nel Polo? l'ini accende il rosso: «Non 6 di .i come acquistare un giocai Bisogna condividere i progì mi...». Ma su Giulio Andreotti Gianfranco Fini frena «Il senatore nel Polo? Vediamo i programmi» Nella sezione «Nomentano» di Alleanza nazionale si commenta «Finita la rivoluzione iniziata nel '94» Nella sede «Centro» dei diesse romani il segretario dice «Scordare il passato Ecco la sensazione che vedo diffondersi» Qui accanto Mirko Tremaglia in basso Diego Novelli e a destra Francesco Storace

Luoghi citati: Campobasso, Nichelino, Roma, Sicilia, Verona