Esposto a Strasburgo l'ultima arma

Esposto a Strasburgo l'ultima arma LA STRATEGIA DEGLI AVVOCATI «LE CONDANNE SUBITE DAL NOSTRO CLIENTE SONO INGIUSTE, ABBIAMO LE PROVE» Esposto a Strasburgo l'ultima arma Craxi ricorre alla Corte dei diritti dell'uomo reportage Aldo Cannilo inviato ;i TUNISI II o, Stefania, i giornali no. Lasciali là, ii leggerò stasera». Dopo una notte insonni!, né i riconoscimenti di D'Ambrosio e Occhetto, né le aperture di D'Alema e Violante hanno migliorato l'union! di Bettino Craxi. Non è l'indulgenza degli ex comunisti, né tantomeno la via sanitaria (niella che, nelle intenzioni dell'ex presidente del Consiglio, lo riporterà in Italia. La strategia della famiglia e dell'entourage (li Craxi passa por lo aule di tribunali!. Ma non soltanto por quelle italiane; anche - se non soprattutto - per quelle di Strasburgo. Spiega Giannino Guiso, l'avvocato che mercoledì sera ha parlato a lungo al telefonino con l'ex premier: «Abbiamo già depositato presso la Corto europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo i ricorsi contro le due condanne definitive, ma ingiuste, subite dal mio cliente. L'abbiamo l'alto in silenzio: perché le cose prima si fanno, poi si dicono». Sessanta pagine «di latti ed elementi giurìdici e processuali», cui si aggiungerà «altro materiale che stiiimo raccogliendo»: è il ricorso, presentato nei giorni scorsi, contro la sentenza (4 anni di reclusione) sulle tangenti della Metropolitana Milanese. L'altro ricorso, quello contro la condanna per le tangenti EniSai (fi anni e 5 mesi di reclusione), è «in fase avanzata di ricevibilità», sostiene Guiso. Nei procossi gestiti dai giudici milanesi, è la tosi di Craxi, è stato violato l'articolo 6 della Convenzione europeo dei diritti dell'uomo, quello che riconosce il diritto dell'imputato a un «equo processo». «Le ipotesi che integrano la fattispecie della violazione sono molte afferma Guiso -: il rifiuto di prove decisive, la mancata interrogazione di testimoni in atda, e diverse altre, Le assicuro che abbiamo depositato una documentazione vasta, con elementi molto gitivi». Quali potrebbero essere le conseguenze, nel caso in cui la Corte di Strasburgo accogliesse i ricorsi? Il dossier non è soltanto giudiziario; ha un versante politico. Spiega l'elice Besoslri, senatore, avvocato e coordinatore dei sette senatori socialisti dei Ds ;i Palazzo Madama: «La commissione' Affari costituzionali del Senato ha già dato parere favorevole a un progetto di leg¬ ge che estende l'istituto della revisioni! del processo. La riforma, su cui stiamo cercando di coagulare un ampio consenso tra maggioranza e opposizione, allarga la revisione ai procedimenti oggetto di condanna dalla Corte di Strasburgo, per violazione dei principi dell'equo processo. Che sono previsti dall'artico¬ lo 6 della Convenzione dei diritti dell'uomo, ratificata dal Parlamento e quindi recepita nell'ordinamento italiano, e dal nuovo 513, laddove ad esempio prevede che le dichiarazioni degli imputati connessi debbano essere ripetute in aula». Al quinto piano dell'ospedale militare di Tunisi, nella camera numero 1 del servizio rianimazione e terapia intensiva, l'eco della strategia giudiziaria e dello scontro politico arriva appena. Le parole che trapelano sono quelle pronunciate da Craxi prima della crisi cardiaca a un giornale tedesco, il «Berliner Zeitung»: «Perché non mi sono difeso come Andreotti? Perché lui è senatore a vita; io, se fossi tornato in Italia, la mia vita avrei dovuto difenderla, e forse l'avrei persa». I medici tunisini che lo seguono, tutti militari, non rilasciano bollettini. La figlia Stefania, al telefono dal capezzale del padre, parla del «cuore che pompa appena il 25 per cento del sangue», di un'«infezione epatica che sta regredendo», di una «notte difficile», a causa della terapia intensiva cui «le presidenti) viene sottoposto dal professor Guediche, medico personale di Ben Ali. Le analisi di ieri segnalano il ridursi delle transaminasi: il fegato lavora meglio. L'ecocardiogramma indica ancora scompensi cardiaci. E Craxi soffre anche per i postumi della bronchite che l'aveva colpito la settimana scorsa. La ripresa sarà lenta. «Papà ne avrà per un mese», prevede dtr Roma il figlio Bobo, che oggi tornerà qui adunisi, dopo aver esplorato la via politica al rientro in Italia, che passa per l'istituzione di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli seguita da un'amnistia. Una linea, parade la a quella giudiziaria, concordata con il padre? Probabilmente sì, ma certo prima di queste drammatiche ore. «Le condizio ni di papà non gli consentono né di essere informato, né di valutare il dibattito politico che lo riguarda», ripete Stefania. «Mi dicono che il presidente respira meglio - racconta Guiso dopo il colloquio dell'altra sera -, ma io l'ho sentito molto affaticato. Parla a stento, con grande lentezza Reazioni alle aperture della maggioranza di governo? Bettino deve reagire soltanto alle cure dei medici». «Ditemi se è un Paese civile - aggiunge Bobo quello in cui si deve aprire un dibattito politico per decidere se far tornare o no un malato D'altra parte, non è che gli ospedali italiani siano eccezionali». Guiso denuncia: abbiamo una vasta documentazione sul rifiuto di prove decisive e sui testimoni non ascoltati Per l'ex premier ripresa lenta «Non potevo fare come Andreotti perché io non sono senatore avita...» Qui accanto l'ex segretario del Psi Bettino Craxi ora ricoverato in clinica a Tunisi A sinistra l'aw. Giannino Guiso uno dei legali di Craxi