Fazio: salari legati alla produttività di Stefano Lepri

Fazio: salari legati alla produttività SLANCI IN ROSSO DELLA PREVIDENZA Fazio: salari legati alla produttività Visco sui conti pubblici: «Siamo bravini» I analisi Stefano Lepri PER rimettere in equilibrio In previdenza mollo si è già fatto, ma più si aspetta a finire il lavoro, più sarà doloroso. Al governo pericolante giungono nuovi inviti perché affronti il problema che lièi trovato più arduo anche in tempi migliori, il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, torna a consigliare un sistema pensionistico misto pubblico-privato, come é nei progetti finora bloccati del ministro del Tesoro Giuliano Amato. Un rapporto dell'Isaè, istitu lodi ricerca economica statale ma indipendente nei ciudizi, analizza il peso di tasse da pagare che lo squilibrio previdenziale addossa alle generazioni future; il ministro delle Finanze Vincenzo Visco ribatte che per il riassetto basterà un intervento «modesto» sul quale un accordo politico «si potrà trovare». Drammi non ce ne sono, sostiene visco, perché i conti dello Stato vanno bene («al Tesoro negli ultimi giorni sono ottimisti perfino su un risultato migliore del 2,2%» in rapporto al prodotto interno lordo); e frattanto conferma in una «lettera ai contribuenti» cln; i lt 1,000 miliardi di sgravi fiscali, di cui 7000 alle famiglie, nella legge finanziaria 2000 sono «un inizio perché - sempre tenendo (ermo il timone del risanamento e quindi respingendo ogni tentazione di fare il passo più lungo della gamba il carico fiscale dovrà continuare a scendere». L'Isae, per parte propria, stima che il deficit '99 si chiuda al 2,2% e che però ci sia rischio nel 2000 di eccederò di un paio di decimi l'obiettivo, che ò dell'1,5%. Se non si finirà di rimettere in sesto la previdenza, però, nel lungo periodo le tasse rischiano di tornare ad aumentare, sostiene! l'Isae (nato dalla fusione dei due precedenti istituti Iseo e Ispe). Secondo i suoi nuovi «conti generazionali» (un computo molto di moda tra gli economisti negli ultimi anni) illustrati dal direttore Fiorella Padoa-Schioppa, per un teorico assestamento completo del debito italiano oc- correrebbe aumentare lo tasse d'ora in poi di quasi il 5%, o tagliare le spese per pivi del 5%. Ma una scoperta curiosa, tlopo tanti anni di nuloflagcllazione nazionale, ò che qua¬ si tutti gli altri grandi Paesi sotto questo punto di vista stanno peggio: il record dello squilibrio è in Giappone, seguono poi Stati Uniti e Germania con un valore doppio di quello italiano, e la Francia; meglio sta solo la Gran Bretagna. «Siamo bravini» rivendica Visco, nel giorno in cui a Berlino c'è stata una manife¬ stazione di pensionati contro l'abolizione dell'aggancio pensioni-salari, che in Italia è in vigore da 6 anni. Per l'appunto certi allarmi passati del Fondo monetario inter- nazionale, ammette Vito Tanzi che ne dirige il dipartimento per il fisco e i bilanci pubblici, erano fondati su calcoli precedenti alle riforme previdenziali dei governi Amato (1992-3) e Dini (1995); ma «non è utile aspettare il 2001 per i nuovi interventi, perché più si aspetta più il conto da pagare sarà salato». Le sfumature sono diverse, ma nessuno condivide il «no» assoluto a ogni nuovo intervento sulla previdenza pronunciato dal segretario della Cisl Sergio D'Antoni; nemmeno il suo predecessore alla guida di quel sindacato, Pierre Camiti, che pure invita a trattare la questione con grande prudenza. Nella stessa mattinata, parlando a un convegno organizzato dalle Acli, Fazio ha ripetuto che nellla sua opinione «la previdenza pubblica non può estendersi, per vincoli di bilancio, oltre certi limiti; al di là di questi limiti può e deve subentrare l'iniziativa privata. Qui ben può trovare applicazione la categoria della sussidiarietà: accanto a una previdenza pubblica che garantisce a tutti i lavoratori in quiescenza un certo ammontare di reddito per condizioni di vita dignitose e correlato con la quantità di reddito prodotto e accantonato, può esistere una previdenza integrativa complementare, che ogni individuo può costituire por sé e por la propria famiglia attraverso il ricorso a forme assicurative». Fazio torna a proporre di instaurare un preciso legame tra salari e produttività (cosa che può significare anche paghe più basse al Sud) «per garantire stabilità al sistema» in una rinnovata politica dei redditi «nel nuovo contesto della globalizzazione»; anzi questa volta va più oltre, verso la figura del lavoratoreazionista, prefigurando «una compartecipazione del lavoratore alle sorti dell'impresa, che può essere spinta fino alla partecipazione al capitale». I governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Dini, Fiorella Padoa-schioppa, Giuliano Amato, Sergio D'antoni, Vincenzo Visco, Visco, Vito Tanzi

Luoghi citati: Berlino, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti