Samuelson: «Un allarme per l'Italia»

Samuelson: «Un allarme per l'Italia» Samuelson: «Un allarme per l'Italia» «Rischio Anni 70 con poco sviluppo e scioperi a catena» intervista Andrea di Robilant WASHINGTON SULLE possibili conseguenze dell'improvvisa ripresa dell'inflazione in Italia nel mese di ottobre abbiamo sentito il professor Paul Samuelson, docente al Massachusetts Institute of Technology, premio Nobel per l'economia e autore del più diffuso libro di testo di macroeconomia, che da sempre segue con interesse il quadro economico italiano. Professor Samuelson, dobbiamo preoccuparci per questa fiammata autunnale dei prezzi al consumo? «Se fossi un trader a Milano esaminerei questo nuovo dato con grande attenzione. E' un segnale che mi dice di stare allerta». E se lei fosse un consulente del governo di Massimo D'Alema, quale sarebbe la sua ricetta? «(ili direi, caro D'Alema i dati di un mese non costituiscono un trend. Non c'ò alcun bisogno di modificare la nostra politica economica per ora. Aspettiamo i dati sull'inflazione dei prossimi due-tre mesi». E se la tendenza dovesse essere confermata dalle prossime rilevazioni statistiche? «Allora si torna in sala macchine. Il problema ò che le levo a disposizione per governare l'inflazione sono molto meno numerose adesso che esiste la moneta unica. Quello che avete combinato è un matrimonio per la vita. Per cui niente svalutazioni possibili, tanto per ricordare una soluzione che è stata impiegata in passato». Anche la politica dei tassi d'intresse diventa a questo punto una questione problematica. «Certamente. Adesso i tassi a breve li decide quel testardo banchiere olandese che non ha certo posto nel suo cuore per le esigenze particolari dell'Italia. Il suo compito è quello di fare il severo maestro di scuola che deve mettere in riga gli scolari indisciplinati come l'Italia», i Allora che cosa propone per correggere questa difficile situazione? «L'unica ò sperare che l'inflazione salga un po' anche negli altri Paesi europei. Questo eviterebbe al governo italiano di dover prendere ulteriori misure restrittive». Ma finora l'inflazione non è ripartita negli altri Paesi, e soprattutto in quelli dell'Area Euro. «Non solo. Sembra che i prezzi in Italia siano aumentati nonostante la crescita sia ancora lenta. E comunque più lenta che in Francia, Spagna, Irlanda e perfino Germania». E allora che cosa si deve temere? «Si deve temere un ritorno di quella vecchia malattia, la "stagflation" degli Anni Settanta, quando c'era inflazione senza crescita. Quello fu un periodo terribile. Ma ripeto: dobbiamo prima vedere se gli ultimi dati rappresentano davvero una tendenza». Se lo fossero che cosa succederebbe? «Vedremmo molte cose che vedemmo allora. Un trasferimento massiccio di fondi stranieri e italiani all'estero. Il governo verrebbe penalizzato da tassi più alti. Aumenterebbero le pressioni sindacali su Palazzo Chigi perché tollerasse un'inflazione più alta». E lo scenario peggiore? «Una militanza più dura da parte dei sindacati. I lavoratori che tornano in strada a scioperare per ottenere un recupero dei loro salari sull'inflazione». Questo sul fronte interno. E sul quello esterno? «Vi ricordate le visite rituali dei funzionari del Fondo monetario che venivano a periodicamente a trovarvi? Erano sempre latori di cattive notizie. Ebbene quei funzionari tornerebbero a bussare alla vostra porta portando nella loro valigetta un bel piano di austerità...». «Lo scenario peggiore prevede un ritorno alla dura militanza da parte del sindacato in difesa dei salari» «I tassi a breve non servono più Li decide adesso un olandese che non bada alle necessità di un'economia o di un'altra» Paul Samuelson

Persone citate: Andrea Di Robilant Washington, D'alema, Massimo D'alema, Paul Samuelson, Professor Samuelson, Samuelson