Lite sul rischio eruzione Tre «saggi» per il Vesuvio di Gabriele Beccaria

Lite sul rischio eruzione Tre «saggi» per il Vesuvio EMERGENZA VULCANI/1, LA BOMBA A TEMPO DELLA CAMPANIA Lite sul rischio eruzione Tre «saggi» per il Vesuvio Gabriele Beccaria ROMA Potrebbe essere una commedia napoletana, se non ci fossero di mezzo le esistenze e le angosce di 600 mila persone: per la prima volta nella storia una procura indaga su un vulcano e vuole capire se l'ingombrante sospetto - pessimo curriculum storico, Pompei sulla coscienza, maxi taglia da oltre 1200 metri d'altezza - ha voglia di scatenare un'eruzione oppure se starà buono ancora per qualche decennio. «Che disagio vedere i carabinieri che vengono a prendere le carte con i nostri dati sul Vesuvio», si lamenta Lucia Civetta, direttrice dell'Ossérvatorio. Accusata di sottovalutare i rischi di una possibile esplosione dall'ex responsabile del centro, Giuseppe Luongo, da ieri deve subire l'umiliazione di una perizia da parte di tre esperti dell'università di Napoli e di Trieste. I professori Giuseppe di Natalo, Giuliano Panza e Aldo Zollo hanno il compito poco invidiabile di dover risolvere il giallo, emerso con la scossa del 9 ottobre, quando cominciarono gli Sos di Luongo. Che si sono amplificali e sono continuati imperterriti anche ieri, in occasione di «Euromed», la conferenza internazionale organizzata a Napoli sulla prevenzione delle catastrofi nel Mediterraneo. Per la prima volta si sono trovati faccia a faccia i protagonisti della controversia, compreso il sottosegretario della Protezione Civile Franco Barberi. Da una parte il politico-vulcanologo - Barberi, appunto - e la scienziata, Lucia Civetta, a insistere che non c'è alcun giallo e dall'altra Luongo, deciso a interpretare la parte della Cassandra; «Le scelte deU'unaniniità sono le peggiori, certo peggio dei confronti violenti». _ «E' stata montata una campagna di allarmismo assolutamente non giustificata - ha ribattuto il responsabile della Protezione Civile -. Devo dire che non c'è nessuna ragione di preoccuparsi per un'imminente riattivazione del vulcano». E dai suoi laboratori - aperti 24 ore al giorno, 365 giorni l'anno - la direttrice dell'Osservatorio Vesuviano non si stanca di spiegare che prima di evocare scenari disastrosi, con drammatiche evacuazioni di massa da filinone kolossal, devono manifestarsi una serie di fenomeni premonitori: «Sismicità notevole e con caratteristiche particolari, legate cioè ai movimenti dei fluidi verso la superficie, una serie di deformazioni del suolo dovute al magma, variazione della composizione dei gas delle fumarole, notevoli alterazioni del campo gravimetrico». Per ora, non esiste nessuno di questi raggelanti indizi. «E d'altra parte - aggiunge Lucia Civetta - le previsioni sono probabilistiche: se possiamo osservare e misurare le trasforma¬ zioni dello stato del vulcano, non è detto che poi l'eruzione avvenga. Attualmente registriamo solo una media di tre-quattro scosse al giorno, di bassa intensità. Il Vesuvio è tranquillo». Incalza Enzo Boschi, direttore dell'Istituto Nazionale di Geofisica: «E' quindi possibile un falso allarme, mentre è im¬ possibile il mancato allarme». Intanto, in questi giorni, all'Osservatorio i telefoni sono squillati migliaia di volte. Persone preoccupate, molte terrorizzale. «C'è citi chiede se è meglio vendere la casa e scappare», racconta Lucia Civetta, «I ricercatori non possono tollerare accuse e veleni. Viste le loro grandi responsabilità, devono essere lasciati tranquilli».Ogni giorno, infatti, può riservare sorprese e ribaltare la situazione. Il vulcano più famoso del mondo è anche uno dei più pericolosi. «Sappiamo che sono sempre possibili repentini cambiamenti. Prima o poi l'eruzione tanto temuta avrà luogo». LE 10 ERUZIONI PIÙ' RECENTI Data di inizio Vulcano del fonomeno Tungurahua, Ecuador 19 ottobre 1999 ESna.ltalia 17 ottobre 1999 Celima, Messico 12 ottobre 1999 Guaaua Pichincha, Ecuador 7 ottobre 1999 Villarrica, Cile 1 ottobre 1999 Taal, Filippine 30 settembre 1999 Popocatepetl, Messico 29 settembre 1999 Piton de la Fournaiso, Reunion 28 settembre 1999 Mayan, Filippine 22 settembre 1999 Ruapehu, Nuova Zelanda 13 settembre 1999 L'Osservatorio: «Riceviamo migliaia di telefonate di persone terrorizzate ma non ci sono prove di un disastro imminente» L'ex direttore: sono state sottovalutate le prove sismiche» Il piano di evacuazione sarà attuato quindici giorni prima della prevista eruzione. Dall'ottavo al quindicesimo giorno saranno sgombrate, dai diciotto Comuni appartenenti alla -fascia rossa», 80.000 persone al giorno. Gli abitanti della «fascia gialla» (circa un milione) saranno temporaneamente allontanati e. a differenza degli altri, potranno riprendere possesso delle loro case una volta cessata l'eruzione. . • V ■ ■ ì ' Il pattuaDagioappart80Gli ab(cadegli auna Materiale fuso Cratere Camino principal Colata lavica —; Strato di ceneri [vecchia colata lovica Fascia gialla Circi un milione di persone saranno temporaneamente allontanate