Bombe a Milano, l'ombra degli squatter

Bombe a Milano, l'ombra degli squatter Nel volantino di rivendicazione un riferimento a un detenuto greco e al gruppo inglese «Angry Brigade» Bombe a Milano, l'ombra degli squatter Ritrovato un nuovo ordigno a pochi passi dal Duomo Paolo Colonnello MILANO «Ai compagni il nostro saluto col fuoco...» Sono «anarchici» e sono italiani i terroristi che nelle ultime 48 ore hanno piazzato due bombe a Milano, una delle quali confezionata sicuramente per uccidere e per colpire un'istituzione come l'Arma dei carabinieri. Il riferimento a un detenuto greco, tale Nikos Maziotis, un anarchico condannato l'anno scorso ad Atene a 15 anni di reclusione per un fallito attentato, e a una vecchia organizzazione terroristica inglese, la «Angry Brigade» (brigata arrabiata), contenuto nei volantini di rivendicazione, secondo gli inquirenti è per il momento soltanto fumo negli occhi. «Mentre il capitalismo opprime - recitano passi della rivendicazione, sostanzialmente identica per entrambe le bombe - l'unione europea millanta la sua vittoria...gruppi di compagni in Europa hanno deciso di attaccare congiuntamente in solidarietà con il prigioniero anarchico Nikos Maziotis...» Segue l'avvertimento del doppio attentato, una citazione contro il capitalismo ripresa da vecchi manuali della Angry Brigade e il «saluto ai compagni» col fuoco. L'allarme rimane altissimo: magistrati e investigatori, dopo il nuovo ordigno ritrovato martedì notte in piazza Diaz, a pochi metri dal Duomo, si aspettano che vengano organizz'àti altri attentati esplosivi. La città è sotto shock e già s'intrawedono i rischi di un effetto psicosi: ieri sera, una valigetta abbandonata vicino al posteggio taxi della Stazione Centrale ha fatto- scattare una mobilitazione generale che ha interrotto il traffico nella zona proprio nell'ora di punta. Le indagini, coordinate dal pm Stefano D'Ambruoso, lo stesso che si occupò anche della bomba di palazzo Marino e della postula Patrizia Cadeddu, hanno dunque decisamente imboccato la pista del «movimento antagonista» più estremo, quello che si annidia tra i centri sociali più combattivi e gli oscuri circoli anarchici del «"Movimento insurrezionalista anarchico», gli stessi insomma che nell'estate di un anno fa disseminarono l'Italia di pacchi bomba indirizzati a politici e giornalisti, contemplando il reato di tentato omicidio. E non trascurano nemmeno il fatto che pochi giorni fa è iniziato a Torino il processo agli squatter: l'anno scorso, una manifestazione anarchica ad Atene espresse solidarietà sia a Maziotis che a Soledad, la ragazza dei centri sociali che si uccise in carcere. La differenza con le inchieste dei mesi scorsi, è che, come si diceva negli anni di piombo, adesso si è «alzato il tiro-.'. E lo dimostra il potenziale omicida di tritolo utilizzato per confezionale il pacco bomba inviato l'altro pomeriggio al maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Musocco, un avamposto di periferia che non ha mai avuto a che fare con inchieste sull'estremismo. L'esplosivo, 150 grammi di plastico, era stato nascosto in una videocassetta tagliata a metà: esimendola dall'involucro, conte¬ nuto a sua volta in una grossa busta gialla (mittente: «R.Priore, via Martiri della Democrazia») il congegno esplosivo si sarebbe innescato uccidendo sul colpo il militare. Solo il «fiuto» dell'anziano maresciallo ha impedito che l'attentato andasse a segno. «Purtroppo mi sa che questi "regali" sono appena iniziati», commenta preoccupato il procuratore capo Gerardo D'Ambrosio che invita «a non abbassare la guardia», ricordando come da un paio d'anni a questa parte, Milano sia teatro di misteriosi attentati (Università Bocconi, metropolitana, palazzo di giustizia...), firmati il più delle volte da sigle ritenute inattendibili. Tra le forze dell'ordine lo stato di allerta è massimo. Soprattutto dopo il ritrovamento della seconda bomba, scoperta alle 11 di martedì sera da due giovani nella centralissima Piazza Diaz. Anche in questo caso un ordigno confezionato artigianalmente ma, anziché con tritolo, con polvere di mina quindi di minore potenza. Dunque, a differenza di quello recapitato ai carabinieri, non pensato per uccidere. La bomba, collegata a una bom¬ bola del gas da campeggio, era nascosta in un vaso di fiori. Il timer avrebbe dovuto farlo esplodere alle 3 del mattino di domenica, dunque prima che fosse inviato ai carabinieri il pacco bomba. Ma in questo caso è stata l'umidità, causata dalle pioggie che fino a lunedì hanno sferzato la città, ad impedire l'innesco per la deflagrazione. Così per due giorni la bomba 6 rimasta inerte nella piazza, sotto gli occhi dei passanti e di una commessa che ha raccontato di aver visto la fioriera fin da lunedì mattina. Ma secondo gli inquirenti le citazioni servirebbero soltanto a depistare le indagini Un anno fa in una manifestazione anarchica ad Atene fu espressa solidarietà ai gruppi torinesi In alto il procuratore di Milano, Gerardo D'Ambrosio Sopra, un agente mostra il luogo, vicino a piazza Duomoa Milano, dove ieri è stata ritrovata un'altra bomba degli anarchici e, nella foto più grande, il pacco bomba

Persone citate: Gerardo D'ambrosio, Nikos Maziotis, Patrizia Cadeddu, Stefano D'ambruoso