E Lord Wedgwood gridò: attenta, Elisabetta di Fabio Galvano

E Lord Wedgwood gridò: attenta, Elisabetta Passa la legge voluta da Blair, momenti drammatici alla Camera Alta del Parlamento di Londra E Lord Wedgwood gridò: attenta, Elisabetta IPari ereditari votano a larga maggioranza la propria fine politica Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Se ne sono andati; ma non in punta di piedi, come tradizione avrebbe voluto. Dopo oltre sei secoli i Lord a titolo ereditario hanno perso il diritto di partecipare alle riunioni e alle votazioni di quella Camera Alla del Parlamento britannico; anzi, si sono autocsclusi, votando a larga maggioranza (221 a 81, ma moltissimi si sono astenuti) il progetto di legge voluto da Tony Blair che a giorni i Comuni approveranno definitivamente e che siglerà la moria degli ennellini politici. Si sono piegati, uccidendo la tradizione in nome di un'altra tradizione, quella secondo cui i Lord non si opporranno mai a una legge elencata nel manifesto elettorale del governo. Ma in punta di piedi no: semmai sbattendo, a modo loro, la porta. E' stato uno dei futuri esclusi a urlare - letteralmente • la sua indignazione. Charles Francis Topbam de Vere Beauclerck, conte di Bufoni, discendente di un «bastardo» di Carlo II, erede del !4° duca di St.Albans, non occuperà mai il seg- !;io di suo padre. Ma proprio perché iglio di Lord, ed egli stesso fino a ieri futuro Lord, poteva prendere posto per tradizione, nobile spettatore, sui gradini del trono. Il conte di Hutorci ha fatto di più: è balzato in piedi sul Woolsack, un grande cuscmo quadrato imbottito di lana che è lì da sei secoli e su cui prende posto - quando c'è - il Lord Cancelliere, gridando a squarciagola fra i divani di pelle rossa di quello che è stato definito «il miglior club di Londra». «Tradimento», ha accusato: «My Lords, questa legge scritta a Bruxelles (l'Unione europea non c'entra, ma lui è antieuropeo; ndr) è un tradimento. Stiamo assistendo all'abolizione della Gran Bretagna». L'hanno portato via di peso, ma molti ieri erario disposti a perdonargli la drammaticità dell'intervento, ricordando non casualmente che il conte di Buford è discendente di Edward de Vere, 17° conte di Oxford, cui taluni attribuiscono la paternità delle opere di Shakespeare. Non è stato il solo, comunque, a pronunciare frasi epocali. «Stasera - ha detto Lord Strathclyde, leader dell'opposizione conservatrice - si chiude un lungo capitolo di storia. Ora è leggenda, il passato è passato, il vetro e infranto. Il primo ministro ha preso un coltello e ha fatto uno sfregio gigante sul volto della storia». Più cauta ma non meno commossa Lady Jay, cui a nome del governo era toccato proporre la legge: «E' venuto il momento di dire grazie e addio». E' stato l'ultimo voto importante di questa Camera dei Lord. Fra pochi giorni morirà. Quando il Parlamento riaprirà, il 17 novembre, con il tradizionale discorso della Regina, resteranno nei loro seggi le poche centinaia di Lord a vita di nomina politica (in due anni Blair ne ha fatti 171, per equilibrare le voci conservatrici) e i cosiddetti «Lord spirituali» (26 fra arcivescovi e vescovi anglicani). Dei 752 Pari a titolo ereditario ne resteranno, in attesa della riforma di quella Camera di cui si sta occupando una commissione presieduta da Lord Wakeham, soltanto 92: quelli che i Lord stessi eleggeranno nei prossimi giorni, sulla base di un «programma elettorale» - massimo 70 parole - che è stato chiesto loro come se fossero scolaretti, e che i più hanno lifiutato di scrivere. Dopo la definitiva approvazione dei Comuni, che cancellerà anche formalmente un'istituzione che risale al tempo dei normanni, ci vorrà la ratifica reale. Elisabetta firmerà, forse, con una smorfia. Perché sa bene che non ha tutti i torti l'anziano Lord Wedgwood: meno atletico forse del conte di Buford ma non meno incisivo. «Sapete bene - ha detto ai suoi Pari - che questa legge prelude alla scomparsa del monarca da Buckingham Palace». La Camera dei Lord riunita ascolta il discorso della regina Elisabetta

Luoghi citati: Bruxelles, Gran Bretagna, Londra, Oxford