A Grozny torna il terrore russo Pioggia di bombe: 116 i morti

A Grozny torna il terrore russo Pioggia di bombe: 116 i morti Eltsin ribadisce che il governo andrà fino in fondo per «liquidare i banditi» mentre le truppe avanzano nella Repubblica ribelle A Grozny torna il terrore russo Pioggia di bombe: 116 i morti inviato a MOSCA La sanguinosa offensiva russa verso Grozny è continuata ieri con un nuovo violentissimo bombardamento sulla capitale cecena: sono stati colpiti un ospedale, la stazione degli autobus, uno dei mercati della città e una caffetteria. Il bilancio (di parte cecena) è di 116 morti e 220 feriti, che vanno ad aggiungersi ai 282 morti del nuovo conteggio dell'attacco di giovedì scorso sul mercato centrale di Grozny. Nel duro attacco, ieri è stata colpita anche l'abitazione del leader della guerriglia cecena, Shamil Basayev. L'ha riferito il vice ministro dell'Interno ceceno, Magomed Albasov. «È un crimine mostruoso, perchè praticamente tutte le vittime sono civili», ha detto il vice ministro che si è recato personalemerite sui luoghi bombardati. Le dimensioni della tragedia si vanno facendo sempre più gravi, mentre rimangono poco chiari gli obiettivi mihtari reali dell'avanzata russa. Su cui continuano a esercitarsi le previsioni degli os- servatoli. Ma una cosa appare evidente: che i ceceni non si stanno difendendo attivamente e che sembrano avere adottato la tattica di un ripiegamento sistematico. Forse con l'obiettivo di lasciare entrare i russi dentro Grozny e Gudermes (seconda città cecena), per poi far scattare la trappola che si rivelò micidiale nel gennaio 1995. Su Grozny, circondata da tre lati dalle truppe corazzate russe, sono caduti ieri almeno sei missili terra-terra, che hanno fatto strage. Il comando militare russo afferma di avere lasciato aperta una via d'uscita per consentire alla popolazione civile di abbandonare la città. Il che sta awenen- do, in direzione della vicina repubblica di Inguscetia, dove già oltre 170 mila ceceni hanno trovato rifugio, ma alla cui frontiera nell'ultima settimana i profughi vengono bloccati dalle guardie russe. Intanto oggi il presidente ceceno Maskhadov dovrebbe incontrare in Ingushetia i capi di tutte le repubbliche del Caucaso del nord. Strana situazione in cui il nemico entra in casa del nemico, sotto la protezione dei presidenti delle repubbliche che fanno parte del nemico, ma che non si considerano troppo nemiche. Scopo dell'incontro è ottenere ima dichiarazione congiunta dei popoli del Caucaso che faccia appello a Mosca per im nuovo negoziato. Ma sia Putin che Eltsin (poco prima di partire per le ennesime vacanze) hanno ieri ribadito che la Russia andrà fino in fondo per «liquidare i banditi». Ieri sera il ministro della difesa russo, Igor Sergheev, è arriva¬ to a Mozdok, sede dello stato maggiore di guerra, ma i suoi portavoce si sono affrettati a dichiarare che «ciò non significa affatto l'attacco finale contro Grozny». E, mentre nel Caucaso del nord si muore sul serio, la politica domina la scena moscovi¬ ta. Il presidente bielorusso Lukascenko, ospite d'onore della Duma, ha ieri invitato Mosca a «smetterla di giustificarsi» di fronte alla «signora Albright», per ciò che dev'ossero considerato un affare interno della Russia. Tanto interno che un altro scandalo è esploso ieri nella conferenza stampa dell'ex capo dello guardie del corpo di Eltsin, ora deputato della Duma, Alcksandr Korzhakov. Il quale ha rivolato ai giornalisti di avere in tasca (e l'ha mostrata) una cassetta registrata da cui risulterebbe che il banchiere oligarca Boris Borczovskij, gli chiese, cinque anni fa, di ammazzare il sindaco di Mosca, Jurij Luzhkov, il magnato tolovisivo Vladimir Gusinskij, o il cantante in odore di mafia Josif Kobson. Che c'entra con la Cecenia? Niente, so non fosso che Korzhakov ha avanzato l'ipotesi che la seconda gnomi di Cecenia sia un'invenzione dolio stosso Berezovskij, che avrebbe come obiettivo quello di compromettere l'attuale premier Putin, e di aprire la via al vero «pacificatore» futuro, Alcksandr Lebed. [g. ci Colpiti un ospedale un altro mercato della città e la casa del leader guerrigliero Sulla capitale sotto assedio lanciati anche sei missili terra-terra Una postazione dell'artiglieria russa che spara su Grozny fotografata a Gudermes nella regione orientale della Cecenia