Killer nel Parlamento armeno di Giulietto Chiesa

Killer nel Parlamento armeno Un commando irrompe gridando «Basta bere il nostro sangue, è un colpo di Stato», e spara Killer nel Parlamento armeno Dieci assassinati, ilpremier tra le vittime Giulietto Chiesa inviato a MOSCA Sparatoria dentro il Parlamento di Erevan. Mentre, attorno alle 16, il ministro delle Finanze Levon Barkhudarian stava rispondendo alle interpellanze dei deputati, quattro uomini armati hanno fatto irruzione sparando all'impazzata. Si conosce già il nome del capo, Nairi Unanian, che sarebbe stato accompagnato da un fratello. Unanian si sarebbe avvicinato al premier Vazgen Sarkisian, che sedeva in sala, gridandogli: «Basta bere il nostro sangue». Al che Sarkisian gli avrebbe risposto: «Quello che facciamo è per te e per il futuro dei tuoi figli». Unanian avrebbe aperto il fuoco da meno di due metri di distanza, uccidendolo. Le drammatiche immagini dell'ex sede del Comitato Centrale del partito comunista armeno, in cui si vedono da lontano quattro uomini armati, vestiti con impermeabili, sono state girate dalle telecamere fisse installate nella sala e mandate in onda da tutte le catene televisive russe. Da esse è possibile vedere decine di deputati gettarsi a terra e nascondersi dietro ai banchi, ma anche due degli attentatori che sparavano contro gli uomini a terra. Il bilancio di vittime è terribile: almeno dieci morti e una trentina di feriti. Oltre al primo ministro, sono stati uccisi il presidente del Parlamento, Karen Demircian, due suoi vice, Iuri Bakhshan e Ruben Miroian, e il ministro senza portafoglio Léonard Petrosian. La confusione e lo choc nella capitale armena rendevano ieri sera assai difficile ricavare informazioni attendibili dell'accaduto e delle sue cause. Alle 22 ora di Mosca non era ancora del tutto chiaro se gli assalitori fossero ancora asserragliati dentro il Parlamento, dove si sarebbero trovate circa 200 persone. Ma, sebbene il commando abbia gridato secondo alcune fonti - che era in corso un «colpo di Stato», l'impressione ricavata dalle immagini televisive poi giunte da Erevan, che mostravano l'esterno del palazzo, è che la polizia stava circondando il Parlamento non per appoggiare ma per catturare gli insorti. Circostanza forse non secondaria, per spiegare l'accaduto, era la presenza a Erevan (o l'imminente arrivo) del vicesegretario di Stato americano Strobe Talbott. Non è del tutto chiaro se Talbott avesse già incontrato Sarkisian o se stesse per incontrarlo. Certo è che l'alto esponente americano era in mattinata a Baku, in Azerbaigian, dove aveva incontrato il presidente Aliev, e che nella seconda metà della giornata si sarebbe dovuto recare appunto a Erevan. Scopo del viaggio: una sorta di mediazione Usa per convincere i due Paesi a trovare un compromesso sulla spinosa questione del NagornoKarabakh, un'enclave in territorio azerbaigiano ora popolata solo da armeni. Il Nagorno-Karabakh è da alcuni anni, dopo la vittoria milita- re realizzata (con l'aiuto della madrepatria armena) sull'esercito azerbaigiano, formalmente uno Stato indipendente. Che nessuno riconosce, salvo l'Armenia. La guerra, cominciata quando ancora esisteva l'Unione Sovietica, è costata complessivamente non meno di trentamila morti. L'Azerbaigian non ha però cessato di rivendicarne il possesso e, anzi, l'ostilità di Baku verso Mosca, intensificatasi negli ultimi anni, deriva in gran parte dal fatto che il Cremlino è accusato di avere privilegiato l'amicizia con Erevan stipulando con l'Armenia un patto di cooperazione militare. Sembra che la tensione fosse cresciuta negli ultimi tempi tra l'entourage del presidente Robert Kotcharian, originario del Nagorno-Karabakh, e quello del primo ministro Vazgen Sarkisian, esponente degli «armeni d'Armenia», considerati arrende¬ voli di fronte alle pretese azerbaigiane. Ma è per ora impossibile trarre conclusioni definitive. Nairi Unanian è un ex deputato, e fu protagonista dello manifestazioni studentesche indipendenti¬ ste degli anni 1988-1990. Fu anche membro del partito nazionalista Dashnakzutiun, ma ne fu poi espulso. Le truppe russe di stanza in Armenia sono state messe in stato d'allerta e rimangono chiuse nelle loro caserme, «per evitare possibili provocazioni». Così suona il comunicato emesso ieri sera dal ministero della Difesa di mosca. Sarkisian era a capo del governo armeno dal giugno di quest'anno. Nel marzo era diventato leader del nuovo Partito Repubblicano, dopo essere stato per molti anni alla testa della «Unità nazionale Armena». Per due volte era stato ministro della Difesa. Duecento deputati in ostaggio La strage in coincidenza con l'arrivo dell'inviato Usa per mediare sul Nagorno-Karabakh UNA RIPUBBLICA IN GUERRA O Territorio: 29.800 chilometri quadrati • Popolazione: 3.287.667 (censimento del 1989). Stima 1997: 3.773.000 • Crescita annua: 0,8 (1991 -'96! O Gruppi etnia: Armeni 93,3%, Azerbaigian! 2,6%; Curdi 1,7%; Russi 1,6%; altri 03% O Indice di sviluppo umano: 0,651 (103°) PNL: 2.752 miliardi di dollari Usa • Inflazione 31,9% (1995) • Disoccupazione: 8,2% (1996) • Già Repubblica federala nell'ambito deil'Urss, l'Armenia ha proclamato l'indipendenza il 23 settembre 1991. Dol 1988, uno «guerra non dichiarata» l'ha opposta all'Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Korabah, una enclave in territorio azero abitato in maggioranza da armeni insofferenti della dipendenza da Baku. Un accordo tra i due presidenti siglalo nel 1997 prevede la concessione dell'autonomìa olla regione.j Ambulanze e uomini dei servizi di sicurezza davanti al Parlamento di Erevan dopo l'assalto