Veltroni in tv: mai con Berlusconi di Antonella Rampino

Veltroni in tv: mai con Berlusconi Veltroni in tv: mai con Berlusconi «0 si ricostruisce l'Ulivo o andremo al voto ma escludo governi tecnici e larghe intese» Antonella Rampino ROMA La quasi crisi di governo nella ricostruzione di Walter Veltroni? «C'era la disponibilità dei Democratici a entrare nell'esecutivo, bisognava rilanciare la coalizione, e l'abbiamo fatto». Le sorti di D'Alema? «Escludo elezioni anticipate, rifiuto l'idea di un governo tecnico, e assicuro agli italiani che non ci sarà mai un governo con i voti nostri e con quelli di Berlusconi». La coesione dell'Ulivo, e l'attacco di Popolari e Democratici all'egemonia dei Ds? «C'è stato un errore di valutazione delle segreterie di partito, si pensava di poter sostituire all'Ulivo un'alleanza tra Ppi e Ds». La telecamera di «Porta a porta» si avvicina nel buio, e mano a mano toglie il chiaroscuro dal volto del segretario di Botteghe,Oscure, e le convulsioni della maggioranza, il tormentone di quella che durante la trasmissione Marcello Sorgi definirà «la prima crisi, di governo virtuale», improvvisamente sembrano sfumate, come un pensiero cupo che lascia appena un po' d'amaro in bocca. E sostanzialmente, fuor di linguaggio vel- troniano. il leader dei diesse dice che si è risposto a una «canizz'a» sollevata dal centro dell'Ulivo contro l'egemonia di Botteghe Oscure all'interno della coalizione proprio con il fatto che «l'Ulivo finalmente s'è riunito, dopo un anno che non ci si era mai riusciti, e si sono superate le difficoltà del luglio scorso, quando sembrava che si dovesse ragionare per esclusione, aprendo invece la coalizione». Insomma: che gli italiani si cancellassero dalla mente «tutta questa confusione Ulivo uno, Ulivo due, Olivoli, Olivolà», perché quello che è successo è che «adesso, nella coalizione ci sta chi vuole, e chi non vuole dialoga con noi: ma il governo, comunque, va avanti». Così, inutilmente Vespa incalza, ma come, se Cossiga dice che D'Alema deve dimettersi, che deve tornare alla Costituzione. Inutilmente, perché Cossiga, che proprio alla Stampa aveva minacciosamente raccontato «ho parlato a lungo con Prodi: di politica, e assicuro che siamo d'accordo su tutto», Veltroni quasi non lo nomina. In realtà, il segretario di maggioranza del governo ha avuto una lunga telefonata con Prodi, del resto si sentono spessissimo, e ha poi raccontato ai suoi di essere stato rassicurato dallo sleeping partner dei Democratici, e di considerare la suppo-ta alleanza tra questi e il Picconatore né più né mc:io che un bluff. E dunque ecche per questo, calma piatta a Botteghe Oscure. La stessa calma, per inciso, che regna rispetto alla «svolta» che a Veltroni non sembra di aver mai fatto, «non capisco tutto il clamore che ha suscitato il mio articolo sulla Stampa, ho solo detto le cose che ho sempre detto circa i torti del comunismo». Naturalmente, nonostante la serenità «che forse in questi giorni mi ha trasmesso il Dalai Lama», Veltroni si rende conto che la situazione può anche precipitare: «E' evidente che o si ricostniiscc l'Ulivo o si va alle elezioni: sono preoccupato, certo, ma se domattina si andasse alle elezioni regionali, vorrei rassicurare il Polo che noi saremmo favoriti, per tutte le cose che abbiamo fatto per il Paese». Ipotesi che tuttavia non è all'ordine del giorno prima di aver varato la Finanziaria, «la prima che non è una tegola che cade dal decimo piano sulla testa degli italiani, la prima che restituisce sgravi fiscali ai cittadini». Anche perché è intenzione dell'Ulivo «arrivare con solidità politica alle elezioni». E per fare questo, il ruolino di marcia è preciso: «Primo: rilanciare la coalizione. Secondo: la discussione programmatica che D'Alema sta conducendo con le forze dell'Ulivo. Terzo: dopo la Finanziaria si tirano le somme». Ma, pensandoci bene, alla fine questo significa anche che «se l'accordo politico nella maggioranza non si troverà, a gennaio si correrà il rischio delle elezioni». Il segretario dei Ds Walter Veltroni

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