Wall Street, crollo spiegato 70 anni dopo

Wall Street, crollo spiegato 70 anni dopo ECONO-FISICA Wall Street, crollo spiegato 70 anni dopo TREDICI milioni di disoccupati. Famiglie intere ridotte in miseria. Decine di suicidi per la disperazione. Sono gli effetti reali di un terremoto virtuale, tutto particolare: il drammatico, lo storico crollo della Borsa che avvenne il 28 ottobre di settant'anni fa. In poche ore le azioni persero un quarto del loro valore. Il ribasso continuò fino alla metà del 1932. Il famoso lunedì nero di Wall Street fece cadere la produzione industriale di un quinto. Intanto la disoccupazione salì fino al 25 per cento, con il mondo in ginocchio. Fu l'innesco di una crisi economica mondiale che rimane la più grave del secolo. Anche pochi giorni fa si è temuto un crollo di Wall Street, che per fortuna non si è verificato. Una decina di anni fa, sempre a Wall Street, a causa di un'ondata di vendite un po' superiore alla norma, gli automatismi informatici misero in moto un meccanismo di svendita delle azioni che rischiò di portare a un tracollo globale. Come prevedere eventi come questo, che rischiano di ripetersi anche oggi? La risposta non è semplice. Un titolo quotato in borsa varia il suo valore quasi ogni giorno. Secondo la teoria chiamata « del mercato efficiente», il suo andamento è legato a una legge statistica detta «random walk», cosiddetto cammino dell'ubriaco. Spieghiamo la metafora. Come un ubriaco intorno a un lampione, il prezzo di un titolo «inciampa» intorno a un valore ben preciso, dato da informazioni diverse, come l'attività dell'azienda, le sue condizioni finanziarie, la crescita del settore, voci di corridoio più o meno fondate e/o messe in circolazione puù o meno artificialmente. Il comportamento è simile ai moti browniani delle particelle sospese in un fluido, che furono tra l'altro il tema di un saggio di Albert Einstein. Così come la particella viene sballottata qua là da atomi e molecole, il prezzo ^ale e Kscgnde, .mo§£9 dagli operatori suimèrcàto. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno sviluppato potenti strumenti matematici per l'analisi di questi processi (chiamati stocastici, cioè casuali), che sono stati applicati alla Borsa degli «econofisici». Per saperne di più vi consigliamo di visitare il documentarissimo sitò Internet www.econophysics.org Proprio come i geologi tentano di «avvistare» i terremoti con modelli matematici, poco tempo fa un gruppo di econofisici belgi ha trovato degli indicatori di previsione di crack borsistici: in pratica, i campanelli d'allarme del crollo. Nicolas Vandevalle, Philippe Boveroux, Albert Minguet Marcel Ausloos, dell'università di Liegi, sono stati in grado di predire con due mesi di anticipo il crollo dell'ottobre 1997, che colpì le cosiddette Tigri asiati che. I quattro ricercatori hanno sfruttato l'analogia tra l'evolu zione degli indici finanziari (come il Dow Jones) e le lego fisiche riguardanti fenomeni a rottura dovuti a bruschi aumen ti di calore. Pubblicati sull'«Eu ropean Physics Journal B» (n° 4, pagine 139-143), i risultati sono stati molto discussi dalla comu nità scientifica. L'accoglienza era stata anche peggiore per il russo Kondra tieff, che già negli Anni 20 aveva predetto il crollo di Wall Street. Secondo calcoli empirici basati sui dati del passato, aveva affermato che il capitalismo ha cicli evolutivi di 55 anni, con periodi ricorrenti di crisi e di crescita. E non è invece una spirale senza fine, come sostenevano i comunisti. Proprio per questo fu esiliato in Siberia. Giovanni Valerio

Persone citate: Albert Einstein, Albert Minguet Marcel Ausloos, Giovanni Valerio, Kondra, Philippe Boveroux

Luoghi citati: Siberia