La resistibile ascesa della destra svizzera di Vincenzo Tessandori

La resistibile ascesa della destra svizzera NUOVI SUCCESSI DEI MOVIMENTI POPULISTI E XENOFOBI La resistibile ascesa della destra svizzera Un successo elettorale che scuote gli equilibri politici reportage Vincenzo Tessandori invialo a GINEVRA UN'ARIA Familiare ti sorprende in me du Rhóne che qualcuno considera la strada più ricca del mondo, arredata dalle vetrine di Bulgari, di Christian Dior, di Cartier. Seduto per terra un suonatori; sfiora i tasti della fisarmonica: in questo mondo struggente «Le foglie morte» non le cantò neppure Yves Montami. Scuro di pelle, baffetti; è arrivato da Ceylon, dice, ed è ancora «sans-papier». «Forse, fra poco...». Ma ha paura né gli dà conforto il bassorilievo sulla torre tozza dèi Molnrd, dall'altro lato della via. C'è scritto: «Ginevra citta dei rifugiati». Anche se qui In vittoria dell'ode, della destra populista, è stata meno sensibile, esiste preoccupazione perché quelli hanno parlato chiaro: gran frenata per i profughi, siano gli «asilanti» dei Balcani, gli orientali o gli afro. E' vero che Ginevra ospita stranieri soprattutto di «alto livello» come i diplomatici, ma è altrettanto importante il rapporto fra indigeni e allogeni: e questi ultimi sfiorano il 40 per cento. Insomma, c'è chi considera questa città un laboratorio. E Christoph Blocher, leader dell'unione di centro, ha saputo toccare i tasti giusti anche in un settore dello scacchiere che non era mai stato molto generoso con la destra. E' vero che negli anni Ottanta quelli del vigilancn, gruppo di estrema destra, parevano aver messo radici, con tutte le loro idee xenofobe e razziste. Nel Grand Consci! cittadino avevano toccato una percentuale del 21 e sembrava una svolta. Ma poi erano come evaporati. Ora Blocher li ha recuperati, uno per uno, come ha accolto fra le sue braccia amichevoli gli scontenti di tutti quegli schieramenti ultra frustrati da anni di smacchi. E tuttavia un rigido percorso a destra rischia di provocai!.' collisioni scrii;. Cosi, neppure lo scaltro Caudillo (lolle Alpi se l'è cavata troppo bene quando, intervistato dal quotidiano «Yediot. Ahronot» di Tèi Aviv, ha toccato il tema dell'antisemitismo. «In Svizzera non c'è, e noi ci opponiamo a ogni fenomeno di questo tipo». Ma non gli è piaciuto né poco né punto l'atteggiamento delle organizzazioni ebraiche nei confronti delle banche che custodivano tesori razziati agli ebrei. Ha detto: «E' simile al boicottaggio organizzato dai nazisti quando ordinavano: "Non comprate dagli ebrei", e molti svizzeri si sono sentiti ricattati per le richieste avanzate dal congresso ebraico mondiale». Da Israele il ministro degli Esteri David Levy gli ha mandato una risposta indiretta dicendosi «molto preoccupato» per il rafforzarsi dì ima certa" destra in Austria, Francia e Svizzera. Fenomeno, ha aggiunto, che ha messo radici forse per «le lacune e le mancanze nel sistema educati- vo di quei Paesi. E' una macchia». Heud Gold, direttore generale del ministero degli Esteri per le questioni europee va oltre: «Esamineremo con attenzione la composizione del futuro governo svizzero». Potrebbe succedere una piccola grande rivoluzione ma, dato che tutto il mondo è paese, Svizzera compresa, nel segno di una tradizione assai diffusa fra i politici dell'universo creato, il primo passo compiuto da Blocher, che pure sulla diversità rossocrociata ha poggiato le fortune del suo gruppo, e stato di chiedere un'altra poltrona. Accettare equivarrebbe a cancellare la «formula magica» che dal I9f)<) fa funzionare la cosa pubblica. Il govèrno e formato da due socialisti, due cristiano-democratici, due radicali e da uno dell'udc, scelto quando ancora il partito rappresentava la piccola borghesia campagnola. «Loro hanno tutti i diritti di avanzare la richiesta ma nessuna certezza che /enga soddisfatta», osserva il poli.ologo Matteo Gianni, ricercatore ill'Università di Ginevra. «Il 15 dicembre ci sarà la nomina dei consiglieri federali, ritengo improbabile che quel giorno in Svizzera si cambi. Non si tratta di una semplice questione di numero di seggi, ma per esempio del grado di consensualismo: i rappresentanti dell'udc andrebbero contro la linea del Consiglio federale». Perché si è creata questa situazione? «A esser sinceri, non lo so. 0 meglio, le ragioni sono molteplici. Per esempio ci sono in discussione temi sensibili come il diritto di asilo e la neutralità. Blocher è colui che li ha saputi usare meglio. Ha una personalità carismatica, i media l'avvertono, qualcuno già si chiede: "Ma esiste da solo o è stato creato dai mezzi d'informazione? ". E poi non dimentichiamo che nell'udc c'è l'ala dura di Zurigo, capitale economica della Svizzera. Insomma, quello dell'unione di centro è un populismo nient'affatto innocente. Ho l'impressione che tanti temi portati avanti siano una cortina fumogena per far passare corte leggi di politica economica». Dunque nessuno si stupisce di niente. Trovo Georges Haldas nella saletta del Cafè de ia Paix. Poeta, commediografo e libraio è considerato, qui, un intellettuale che vale sempre la pena ascoltare. Corregge alcune bozze, accanto, la tazzina vuota di un espresso. Quando gli chiodo che razza di terremoto ci sia stato, sorride. Ha 82 anni, il volto fresco e gli occhi mobili. «E' successo quello che avevo previsto, non poteva che accadere, dopo che il denaro ha finito per dominare il mondo, con la mafia legalizzata, le multinazionali selvagge, la caduta dell'Unione Sovietica e l'imperialismo degli americani. Questa cosa non ha corrispondenti in tutto il ventesimo secolo: oggi la politica è totalmente dominata dal denaro». Par, la verità, quesito, qui in Svizzera, lo sapevano in molti, ma nessuno sembra averlo capito come Blocher, che non era ricco ed è diventato un Paperone. Il leader della destra svizzera il miliardario Christoph Blocher