Un primo ministro trentenne alla guida dell'Albania
Un primo ministro trentenne alla guida dell'Albania Candidato dai socialisti alla successione, oggi la conferma. Ma l'ex presidente Sali Berisha vuole elezioni anticipate Un primo ministro trentenne alla guida dell'Albania Ilir Meta batte il record del dimissionario Majko, il più giovane leader europeo TIRANA Il primo ministro albanese, Pandeli Majko, ha rassegnato ieri le dimissioni - che aveva annunciato lunedi sera al presidente della Repubblica, Rexhep Meidani, che le ha accettate. Meidani, con una dichiarazione diffusa dal suo portavoce, ha manifestato «apprezzamento per il lavoro svolto dal governo diretto (la Pandeli Majko nell'affrontare con devozione la crisi umanitaria provocata dall'arrivo di centinaia di migliaia di profughi in fuga dal genocidio serbo, e per iì miglioramento degli indici dell'ordine pubblico». E la direzione del Partito socialista albanese ieri sera ha deciso di proporre Ilir Meta alla nomina di nuovo primo ministro. La proposta dovrà essere votata oggi dal Comitato direttivo che, per statuto, avrà l'obbligo di proporre una seconda candidatura L'esito del volo appare tuttavia scontato. Il probabile successori! di Pandeli Majko, che con i suoi 32 anni era già conosciuto come il più giovane premier d'Europa, batte questo primato dell'età: ha infatti compiuto 30 anni lo scorso 24 marzo. Meta è laureato in economia politica; nel 1990 ha partecipalo insieme allo stesso Majko alla rivolta studentesca che contribuì alla caduta del regime comunista. Slaccatosi dal gruppo che con in testa Sali Berisha fondò il Partito democratico, Meta prese parte alla costituzione del cosiddetto fronte degli eurosocialisti che si opponeva alla vecchia leadership del partito, contestandone l'ideologia marxista. Eletto deputato dal 1992, nell'ultimo governo presieduto da Patos Nano, aveva ricoperto l'incarico di segretario di Stato per l'integrazione euro-atlantica. Ritenuto un uomo vicino al gruppo di Pandeli Majko, Ilir Meta è gradito anche alla comunità internazionale presso le cui cancellerie i! conosciuto come esponente moderato. Majko, dopo essersi recato dal presidente della Repubblica, ha incontrato i giornalisti per illustrare i motivi che lo hanno portato alla sua decisione. «Le mie dimissioni - ha spiegato - sono state una decisione difficile nella quale le ragioni personal avevano poco spazio, ma sono state imo sforzo per essere parte della soluzione del problema e non diventare io il problema stesso». Majko si è detto «fiero» di aver cambialo l'immagine del Paese. «Abbiamo offerto più lavoro - ha detto - più ospedali e scuole e meno anni nelle mani della popolazione, meno criminalità». Secondo il premier uscente «l'impasse e le crisi politiche che hanno accompagnato ciclicamente il nostro Paese, sono state seguite in modo continuo dalla minaccia della stabilità del Paese con perdite economiche e di tempo: purtroppo questa è una eredità pesante che più di una volta ha rallentato i ritmi normali dello sviluppo. Io me ne vado proprio per non esserne parte». li rischio ora è che alle dimissioni del capo del governo segua una fase di destabilizzazione e di lacerazioni sociali alimentate dall'attuale leader del partito democratico all'opposizione - l'ex presidente Sali Berisha che chiede elezioni anticipate - come accadde nella primavera del 1997. Per questo Nano e il suo partito sono soggetti a forti pressioni internazionali affinché si. astengano da sortite che possano generare instabilità e acuire la conflittualità con l'opposizione. (Ansai
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