Patsy Kensit si trasforma diventa perfida capufficio di Simonetta Robiony
Patsy Kensit si trasforma diventa perfida capufficio A Roma per presentare «Janice Beard» Patsy Kensit si trasforma diventa perfida capufficio Dalla spallina che la rese famosa al tailleur della donna in carriera Simonetta Robiony ROMA L'avevano lanciata come la risposta britannica all'italo- americana Madonna, ma Patsy Kensit, caschetto biondo e occhio ceruleo su un mucchietto di ossa da pollo piccolo piccolo, più che alla mitica Ciccone somiglia a una Deborah Kerr versione Anni Novanta, tale è la riservatezza e la difesa della privacy ostentate di fronte a qualunque domanda. Sarà perché ha l'hanno portata davanti a una macchina da presa per la pubblicità quand'era ancora in fasce, perché a quattro anni già recitava nel «Grande Gatsby» come figlia di Mia Farrow, oppure perché ad appena vent'anni, con «I'm not scared» e il gruppo «Eight wonder», scalò le classifiche dei dischi più venduti nel mondo, certo è che la signora Kensit ogggi par far fatica perfino a parlare del proprio lavoro. «Sono qui in Italia soltanto per pubblicizzare questo mio ultimo film: «Janice Beard: segretaria in carriera». Di quello che faccio o farò in seguito ci saranno altre occasioni per discuterne». Un unico tema l'appassiona e la scalda: l'invadenza dei «media» nella sua vita. «Vorrei tanto fare teatro in santa pace: per far pratica niente è meglio del palcoscenico. Ma non posso. Un eventuale fiasco non mi sarebbe perdonato dai giornali e quindi sono obbligata a rinunciare». Famosa in Italia per un festival di Sanremo di una decina d'anni fa, quando, agitandosi davanti al microfono, una spallina del suo vestito cedette mostrando in televisione il suo minuscolo seno, Patsy Kensit al suo paese, la Gran Bretagna, è nota anche per la movimentata vita privata e i pubblici litigi coi suoi partner. Tre matrimoni in Patsy Kensit ier a Roma poco tempo, un figlio di sette anni avuto dal secondo marito, Jim Kerry dei «Simple Minds» e un altro di pochi mesi nato dalla turbolenta unione con Liam Gallagher degli «Oasis», adesso si rappresenta come una tranquilla signora che ha chiuso definitivamente con il rock e si dedica solo a pappe e bambini. «Ormai canto soltanto se sono in bagno. Del resto la canzone è stata una pura partentesi. Fin da ragazzina, a scuola, ero io a organizzare recite ed esibizioni teatrali. Comunque, da «Absolurte beginners» ad «Arma letale 2», la mia è una carriera squisitamente cinematografica. 11 cinema è perfetto per me». Perché? «Mah... quando canti devi organizzare tutto da sola. Vai in giro se ne hai voglia. Fai concerti se te la senti. Nel cinema il ruolo di un'attrice è esecutivo. Personalmente mi limito a scegliere un buon copione e dei bravi compagni. Poi faccio ciò che mi viene richiesto». Ultimamente cosa, per esempio? «Ho appena finito "George Best", la storia di un famosissimo calciatore inglese, diretto da una donna alle prime armi. Una delle cose cui tengo fede nella carriera è non far differenze tra opere a basso e ad alto costo: se credo siano buone le faccio, altrimenti no». E' lo stesso criterio, spiega, che le ha fatto accettare il ruolo dell'antagonista di Eileen Walsh in questo «Janice Beard» dell'esordiente Gare Kilner: una segretaria ambiziosa e arrogante che domina le colleghe dall'alto del suo ruolo di coordinatrice del gruppo. Per festeggiare l'uscita del film in Italia, il primo paese europeo dove viene distribuito, serata mondana, ieri, sera con le segretarie dei vip: tra loro quelle di D'Alema, Badaloni, Chicco Testa, la Melandri. Patsy Kensit ieri a Roma
Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Roma, Sanremo
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