E Kaiser Franz scoprì la dolce vita di Maria Laura Rodotà

E Kaiser Franz scoprì la dolce vita La metamorfosi di Franco Tato da tagliatore di teste a stai* della Roma dorata E Kaiser Franz scoprì la dolce vita Maria Laura Rodotà SSOCIARE Franco Tato alle fate, le fatine carine dello .spot sulla privatizzazione Enel, è un'operazione mentale dura per chi lo conosceva qualche anno fa. Anche associarlo al potere parastatale, alle acquisizioni faraoniche, a una leadership politica nata di sinistra, alle foto mondane, alla ex odiata capitale pigra e ladrona, sembra surreale a quelli che hanno lavorato per lui. Perche Tato, anni 67, nato a Lodi, una vita da amministratore delegato di grandi gruppi, un tempo famoso per i licenziamenti, i risparmi all'osso, la vasta cultura filotedesca e la terrificante frugalità, è oggi la vera star economica della Roma dei Palazzi, delle terrazze, perfino delle vacanze a Capalbio. Per un motivo serio: ha occupato lo spazio lasciato libero dai grand commis democristiani potenti e carismatici di una volta. Probabilmente era l'uomo giusto: mica uno statalista come i dicci, un liberista durissimo, che licenziava maltrattava e teorizzava, possibilmente in simultanea italiano-tedesco. Perfetto per un governo di centro-centrosinistra a componente principale diessina, quindi ex comunista, quindi desiderosa di legittimazione managerial-imprenditoriate e non solo. C'è anche per un motivo apparentemente frivolo, ma cruciale per la sua immagine e ii E K suo nuovo ruolo: negli ultimi tre anni, da quando è a Roma come amministratore delegato dell'Enel, si è reinventato come celebrità vispa e socievole. Alla romana, e all'americana, come facevano i tycoon Anni Ottanta: che ai tempi delle grandi acquisizioni, fusioni e smembramenti, buttavano anche se stessi sul mercato. Sostituendo la moglie storica con una «trophy wife», una sfavillante moglie-trofeo molto più giovane; e Tato l'ha fatto, lasciando la signora Rosanna, sobria milanese, per Sonia Raule, bellissima conduttrice tv favorevole a foto e interviste. Cambiando look; e tuttora Tato è l'unico grand commis europeo che si taccia pettinare come il dj Linus, col ciuffetto davanti. E lanciandosi nella vita mondana, quella tosta, puntualmente raccontata dai giornali; e Tatò-Raule non si sono risparmiati, dando tono a festicciole di cronisti pettegoli, affittando attico d'ordinanza nel centro storico e dando gli obbligatori pranzi, facendosi ritrarre in Franco Tato Vespa (ma anche, da veri aziendalisti, in magliette con logo Enel) in giro per Capalbio. Diventando una visibilissima «power couple», una coppia di potere. Neanche ansiogena, per la verità. Chi incontra Tato e si aspetta di vedere una torreggiatile divinità wagneriana, trova un omino non altissimo, magro, un po' curvo, dallo sguardo ormai permanentemente ingentilito se affiancato dalla compagna. Certo, lo sguardo era assai meno trepidante quando era all'Olivetti (Anni Sessanta e poi Settanta, in Germania, e poi da amministratore delegato per alcuni anni, fino al '911 alla Mondadori e in Fininyest (amministratore delegato dall'84 all'86, poi di nuovo dal '90 al '961; ed era «Kaiser Franz», o anche, diceva F*edele Confalonieri, :tit sacerdote del budget e della produttività»; circondato da leggende tutte vere, dall'abolizione delle forniture di bloc notes e pennarelli alle redazioni sprecone, all'odio per l'aglio che faceva togliere dalle mense. E lo era meno vita anche quando andò nella ex Germania Est, non riuscì a ristrutturare alla Tato, e comunque ci scrisse su un serio e cupo libro, «Autunnotedesco», sull'ini possibilità di rimettere in piedi una fabbrica di Stato. Ora la musica e un'altra. Anche in senso letterale. Spesso Tato e compagini si uniscono al presidente diessino dell'Enel, Chicco Testa detto a Roma Chicco Festa perché presenzia a tutti i trattenimenti nessuno escluso, e visto che ci sono promuovono l'azienda pubblica in via di privatizzazione. Anche Raule, fidanzata dedita; a una cena in cui un ospite oso qualche critica lo zittì con un bel «noi dell'Enel teniamo sempre fede ai nostri impegni». E quelli dell'Enel, cioè il boiardo a sorpresa Tato, giocano a tutto campo: vendendo azioni con l'aiuto delle fate, prendendosi un bel pezzo di telefonia e tv con Wind e una quota di Telepiù, acquisendo l'Acquedotto Pugliese. E anticipali do altre mosse, e minacciando (opera di Tato in persona) un libro sulla Puglia potenziale California d'Italia. E poi lanciando una nuova associazione le think lank? E lobby?) che si chiama «Società libera», vuole contare in zona liberàldem'ocratica, ha appena fatto convegno sul pensiero liberale ti Milano. Piazza difficile, tanti altri potenti dell'economia, si sta poco in terrazza per viti del clima. Ma con un ex Kaiser completo di late, che proprio da lì viene, chissà. Franco Tato