Nasce la fabbrica della vera coppola

Nasce la fabbrica della vera coppola Per la prima volta prodotta in Sicilia Nasce la fabbrica della vera coppola Antonio Havida corrispondente da PALERMO D'ora in poi la «coppola», il tipico berretto siciliano che nel mondo è il simbolo del look dei mafiosi, insomma una specie di loro biglietto da visita come la tonaca per i sacerdoti, dovrà indicare invece i siciliani per bene, quelli veri che non uccidono, ripudiano hi violenza. E' l'obiettivo, oltre a quello più terra temi dei businness, che con una piccola fabbrica di «coppole» ci si propone a San Giuseppe Iato, a 30 chilometri da Palermo, il paese scénario di tanti delitti ma al tempo stesso luogo di memorie storiche per la sua ricca zona archeologica e di fiorenti vigneti che fanno venire in niente cultura e lavoro e non i crimini di cosa nostra. La nascente fabbrica della «Sangiuseppe Spa» è stata presentata ieri dall'imprenditore locale Giuseppe Taormina e dal sindaco Maria Maniscalco, diossina, con al fianco Leoluca Orlando (nella duplice veste di sindaco di Palermo e di presidente della sezione siciliana dell'Alici), il senatore dei Ds Michele Figurelli che, eletto a Corleone, e membro della conimissione antimafia, e Staffan De Mistura, che dirige il centro informazioni dell'Onu in Italia. La società si avvale della consulenza dell'ultimo stilista palermitano delle «coppole» Vincenzo Cusimano, erede di una dinastia artigiana sul viale del tramonto. Nelle intenzioni del suo management fornito dall'associazione «Palazzo intelligente» (ha vanito varie iniziative in difesa dell'im¬ magine della Sicilia compromessa dalla mafia) la «coppola» non deve essere più sinonimo ili lupara e di motte, ma quello che il sombrero è per i messicani, il colbacco per i russi, il kilt per gli scozzesi. E' proprio seguendo questo ragionamento che Leoluca Orlando, in una delle sue non infrequenti tracimazioni d'entusiasmo, ieri ha detto: «Ma si, è anche con la coppola che ci si può riappropriare della storia e dell'identità. Deve indicare la Sicilia e non la malìa. Sono convinto che dobbiamo riappropriarci dei simboli di cui la mafia si era indébitamente impossessata, lo voglio amare la mia famiglia, essere un uomo d'onoro e portare la coppola essendo siciliano e non mafioso». Tutto si gioca per il momento in questa scommessa imprenditoriale nel piccolo paese nell'entroterra di Palermo, quelli della «San giuseppe Spa» si inseriscono in questo filone. E il presidente di «Palazzo intelligente» Guido Agnello, arredatore di successo a Palermo, pariti di «provocazione culturale» mettendo tuttavia ben in evidenza le prospettive economiche dell'operazione. «Ormai quasi tutte le coppole sono prodotte a Napoli e perfino i modellini dei carrettini siciliani li realizzano a Taiwan», dice Agnello rendendo noto che oltre 50 fra stilisti, designer e artisti ha imo già aderito al progetto tanto che il 2 gennaio una mostra di coppole disegnate da stilisti di gran nome sarà inaugurala a Palermo per esser poi riproposta a Palazzo Pitti ti Firenze e ti Milano. Uomini con la coppola .fino a ieri il copricapo siciliano veniva prodotto a Napoli

Persone citate: Agnello, Giuseppe Taormina, Guido Agnello, Leoluca Orlando, Maria Maniscalco, Staffan De Mistura, Vincenzo Cusimano