Caccia alla gang di slavi terrore del Bergamasco

Caccia alla gang di slavi terrore del Bergamasco indaginisuUomicidiodell'agricoltore Caccia alla gang di slavi terrore del Bergamasco Prima della rapina mortale di Treviglio avrebbe messo a segno altri cinque colpi BERGAMO C'erano amici e vicini di casa ieri mattina a lavorare nella cascina di Domenico Ciocca, l'agricoltore ucciso sabato notte con un colpo di pistola al petto nel cortile di casa da due rapinatori, forse albanesi. Hanno munto le vacche, riordinato il fienile, sistemato gli attrezzi. Lavori che Domenico, un cinquantenne gioviale, ex alpino, stimato da tutti i paesani, non potrà più fare. Gente venuta dai campi e da altre cascine per aiutare una famiglia che adesso farà fatica a tirare avanti e per portare quella solidarietà che, nei discorsi che s'incrociano sull'aia, si mescola alla rabbia e alla paura per la violenza che da un mese a questa parte sembra aver sconvolto la tranquillità di queste campagne di Treviglio, a un passo da Bergamo: cinque rapine e una violenza carnale. Episodio quest'ultimo per il quale, 15 giorni fa - ma si è saputo soltanto ieri sono stati arrestati due albanesi, il che non escluderebbe l'ipotesi che ad agire sia stata fin'ora un'unica banda, con varie ramificazioni. «E' vero, c'è allarme tra la gente di queste parti perchè non c'è alcuna abitudine a un crimine che dilaga dalle grandi città. Purtroppo isole felici non ne esistono più», dice il questore di Bergamo, Salvatore Presenti, che insieme al capo della Mobile coordina le indagini. E aggiunge: «Anche se per le indagini su questo omicidio possiamo dire di essere piuttosto ottimisti. Uno dei due rapinatori è stato quasi certamente individuato e dovrebbe trattarsi di una persona di etnia slava». Arrestarlo però non sarà semplice: le indagini puntano su un territorio circoscritto ma densamente popolato, il triangolo che va da Treviglio a Il questodegli aslo abbiaindividMa gli avoglionoronde nper dif re: «Uno sassini mo già duato» bitanti istituire otturne endersi Bergamo a Vaprio D'Adda fino a toccare i confini con Milano. In questa zona i due criminali potrebbero disporre di alcuni nascondigli. Nella terra umida di pioggia davanti alla cascina, ieri Claudia, 24 anni, la figlia del contadino ucciso, ha piantato due fiori di legno proprio dove suo padre è morto: dissanguato in seguito alla ferita provocata dal proiettile che lo ha raggiunto al petto, hanno stabilito i primi risultati dell'autopsia. Il che rende ancora più assurda e feroce la logica con la quale hanno agito i banditi: se sabato notte non avessero impedito alla moglie Marietta di soccorrere il marito, per obbligarla invece ad aprire la cassaforte di casa, forse Domenico Ciocca oggi sarebbe vivo. Claudia ha ancora la forza di sperare che la morte di suo padre «sia un mezzo per arrivare a un migliore controllo del territorio». Mentre sua madre, Maria, che l'altra notte si è sentita puntare una pistola alla tempia e minacciare pesantemente, adesso non parla più di vendetta: «Voglio giustizia, giustizia. Mentre in questo paese le leggi servono solo per far pagare le tasse...». Alessandro invece, 22 anni, studente di architettura, l'altro figlio della vittima, è più silenzioso. Ieri ha dovuto saltare l'università e rimboccarsi le maniche: con una tuta da lavoro insieme a parenti e amici ha sparso la ghiaia nell'aia che la pioggia di questi giorni ha trasformato in un pantano. A Treviglio molti iniziano a parlare di ronde di autodifesa. Un'idea che il sindaco della cittadina, Luigi Minuti, tenta di arginare annunciando che presto verranno assunti cinque nuovi agenti per rafforzare gli organici della polizia municipale. Ip. col.) Il questore: «Uno degli assassini lo abbiamo già individuato» Ma gli abitanti vogliono istituire ronde notturne per difendersi Claudia Ciocca, 24 anni, figlia dell'agricoltore ucciso sabato notte a Treviglio

Persone citate: Claudia Ciocca, D'adda, Domenico Ciocca, Luigi Minuti, Salvatore Presenti

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Treviglio