Il senatore a vita: un giudice mi ha infamato di Giovanni Bianconi

Il senatore a vita: un giudice mi ha infamato Andreotti accusa il presidente della K sezione del tribunale di Roma: «Di lui si occuperà il Csm» Il senatore a vita: un giudice mi ha infamato Almerighi: ho solo raccontato la verità Giovanni Bianconi ROMA Di prima mattina Giulio Andreotti solletica lo curiosila e abbozza un indovinello, «Co un falso testimone - dico a "Radio 24" - che purtroppo ò un magistrato in servizio, per il quale erodo dovremo inviare le carte al Csm. Se non lo facessimo sarebbe corno lasciare una miccia in mano a un bambino». Il nome di questo magistrato? «E' nello carte, con un po' di pazienza si trova», rispondo il sonatore a vita assolto dall'accusa di mafia. In realtà il nomo è già stampato sui giornali del gruppo Monti, rivolato proprio da Andreotti: «Almerighi ha dotto infamie». Dunque il bersaglio è Mario Almerighi, presidente della nona seziono del tribunale di Roma, excomponente del Csm, uno dei leadei' della corrente «Movimenti por la giustizia», che un anno fa fu presidente por un giòmp dell'Associazione nazionale magistrati: si dovetti.' dimettere all'indomani dell'elezione por via di un'intervista che lui sosteneva di non aver mai rilasciato e conformata da chi l'aveva .scritta. Oggi, tirato in ballo da Andreotti, rispondo elio denuncerà il sonatore por diffamazione. «Perché io - dico - ho riferito soltanto la verità». Almerighi e uno dogli oltre 200 testimoni ascoltati al processo Andreotti. In istruttoria aveva riferito alcuni fatti, tra cui uno che aveva attirato l'attenzione dei pubblici ministeri e che confermò quando venne ascoltato in aula: nel 19H7 Andreotti aveva salvato il giudici.' Corrado Carnovale da un'azione disciplinare che l'ex-ministro di Grazia e Giustizia Virginio Rognoni aveva intenzione di promuovere a suo carico. GUel'aveva raccontato dichiarò Almerighi - il capo di Gabinetto di Rognoni, Piero Casadei Monti: «Mi disse che Rognoni aveva cambiato idea (sull'azione disciplinare contro Carnevale, ndr)... Con una sorta di imbarazzo mi confidò che il reale motivo era riconducibile allo fortissime pressioni che il ministro Rognoni aveva ricevuto in favore di Carnevalo da parto dell'onorevole Andreotti». l'or i pubblici ministeri era un asaCzscmnAntmcssc altro riscontro dei rapporti tra il sonatore e Carnevalo, ma (piando andarono a chiedere conforma a Casadei Monti di quella confidenza, l'ex-capo di Gabinetto - successivamente passato alla politica, come sottolinea Andreotti: «Un comunista, poi senatore del pds» negò di aver ciotto quelle cose ad Almerighi. Lo nego in istruttoria; non potè farlo in aula, davanti al tribunale, perché noi frattempo n morto. E quando la smentita venne contostata ad Almerighi, al processo, il giudico si rammaricò che non si fosso fatto a suo tempo un confronto. In aula la circostanza riferita da Almerighi fu negata anche da Ro gnoni, il quale disse di non aver mai ricevuto pressioni sulla vicenda di Carnevale. Da qui l'accusa di Andreotti contro Almerighi, «che per fortuna aveva citato due testimoni». E se Rognoni «c uno della mia parrocchia», Casadei Monti no, precisa l'ormai ex-imputato di associazione mafiosa. In istruttoria e in aula aveva invece confernmato la versione di Almerighi l'altro protagonista di questa storia, l'ex-giudice istrutto¬ re di Caltanissetta Claudio Lo Curio. Questi nel 1985 aveva ordinato l'arrosto di un suo collega di Trapani, Antonio Costa, il quale l'aveva contro-denunciato e successivamente chiese lo spostamento dell'inchiesta sul suo conto per «legittima suspicione». Anche se le denunce di Costa a Lo Curio erano state archiviate, il collegio di Cassazione presieduto dal giudice Carnevale accolse l'istanza e spostò il processo da Caltanissetta a Messina. Ritenendo che la Cassazione avesse illegittimamente accolto il ricorso di Costa, Lo Curio decise di denunciare Carnevale al Csm e al ministro della Giustizia, titolare dell'azione disciplinare. Fu allora che prese contatto con Almerighi, chiedendogli consigli e informazioni; Almerighi ne parlò con Casadei che - stando al suo racconto - gli disse prima che Rognoni era intenzionato ad avviare l'azione disciplinare, ma poi ebe aveva cambiato idea per le pressioni di Andreotti. Il resto è la storia delle smentite e, ora, del contrattacco del senatore a vita. La repbca di Almerighi difeso dal consigliere del Csm Nello Rossi - è affidata a un comunicato di poche righe: «Confermo integralmente quanto dichiarato al processo, e sono pronto a riconfermarlo in qualsiasi altra sede, perché si tratta della pura e semplice verità. Ho incaricato il mio legale, avvocato Giuseppe Zupo, di agire nelle sedi proprie per il reato di diffamazione e, qualora ne ricorressero gli estremi, di calunnia contro tutti coloro che hanno definito falsa la mia testimonianza». Con la sua uscita di ieri mattina Andreotti ha preso in contropiede anche i suoi avvocati, ai quali non aveva anticipato nulla dell'intenzione di portare Almerighi davanti al Csm; ora valuteranno insieme se rivolgersi davvero all'organo di autogoverno della magistratura, ma di fronte alla risposta del giudice il senatore insiste: «Magari mi facesse un'azione penale; mi farebbe guadagnare qualcosa in sede civile. E' grave che un magistrato vada a dire il falso. Almeno il verbale di Casadei Monti al Csm dobbiamo mandarlo: su un magistrato in carica non si può lasciar passare, ha in atto funzioni importanti». QUANTO PUÒ ESSERGLI COSTA' DIFENDERSI L'ex presidente dell'Anni Mario Almerighi

Luoghi citati: Caltanissetta, Messina, Roma