Via do Belgrado l'ambasciatore Sessa
Via do Belgrado l'ambasciatore Sessa Ma la Farnesina parla di «normale avvicendamento». L'interessato: solo voci Via do Belgrado l'ambasciatore Sessa Si dice sia «troppo vicino» al regime di Milosevic Vacilla la poltrona dell'ambasciatore italiano a Belgrado, ma lui tira diritto e continua a lavorare come se niente fosse. Riccardo Sessa, classe 1947, è stato uno dei protagonisti delle trattative segrete durante la guerra della Nato contro la Jugoslavia di Slobodan Milosevic, rimanendo sotto le bombe a Belgrado per la maggioranza dei 78 giorni di conflitto. Il suo ruolo di punta nella ricerca di una soluzione diplomatica anche nei momenti più drammatici della guerra ne ha fatto un interlocutore privilegiato del governo jugoslavo, abile come pochi a muoversi fra gli stretti collaboratori di Milosevic. Ma corre voce insistente nei piani nobili della Farnesina che questi contatti «ravvicinati» con Belgrado, a guerra finita, siano divenuti di ostacolo ai rapporti sempre più stretti che Roma vuole intrattenere con tutta l'opposizione serba (e non solo con Vuk Draskovic con cui Sessa ha un canale privilegiato). Non a caso è in programma fra non molto a Firenze un mini-vertice fra i primi cittadini di cinque grandi città italiane ed alcuni sindaci di città serbe governate dall'opposizione, per coordinare l'invio urgente di aiuti umanitari alla popolazione civile che soffre le conseguenze delle sanzioni internazionali contro Milosevic. In questa cornice il recente intervento diretto di Belgrado su Riccardo Sessa, affinché l'opposizione serba non svolgesse una missione in Italia, è stato interpretato come la dimostrazione dell'eccessiva confidenza che esiste fra l'ambasciatore ed il governo di Milosevic. L'intenzione di sostituire Sessa non ha portato comunque ancora alla designazione di un successore. Raggiunto a Belgra¬ do, Sessa ha smentito a chiare lettore una sua possibile partenza dalla sede al numero 11 della Bircaninova Ulica. «Sto lavorando come sempre, più di sempre, ci sono in questo momento coso assai più serie di queste voci» ha affermato con tono rassicurante, facendo capire che non ha alcuna intenzione di fare le valigie, ma ammettendo che «ad uri certo punto queste cose sono fisiologiche». La rotazione a Belgrado coincide con quella da poco avvenuta a Tirana (con la staffetta fra l'ambasciatore uscente Marcello Spatafora e l'entrante Mario Bova): entrambe motivate dalla scelta della Farnesina di non mantenere per più di due anni la stessa persona alla guida di una sede in un paese ad alto rischio. Ma la differenza sta nel fatto che Spatafora aveva chiesto di lasciare Tirana, mentre Sessa appare intenzionato a rimanere a Belgrado. [m. mo.l
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