Nuovo allarme atomico a Londra di Fabio Galvano

Nuovo allarme atomico a Londra Nello stabilimento dove si fabbricano le bombe atomiche britanniche Nuovo allarme atomico a Londra Cento violazioni delle norme di sicurezza in un anno Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Da un allarme nucleare all'altro; ed è «pura fortuna», si dice ora, se non c'è stato finora un incidente ben più grave di quello avvenuto il mese scorso a Tokaimura, in Giappone. Al centro dell'attenzione lo stabilimento di Aldermaston, dove si fabbricano le bombe atomiche britanniche: situato presso Reading (140 mila abitanti) e ad appena 80 chilometri dal cuore di Londra, l'impianto avi ebbe registrato negli ultimi 12 mesi oltre cento violazioni delle procedure operative e di sicurezza. «E' vero», ammette John Crofts, responsabile per la sicurezza a Aldermaston, reagendo all'allarmata rivelazione del giornale domenicale «Observer», venuto in possesso di documenti sui mancati incidenti. Ma ha aggiunto: «Non c'è mai stato pericolo per il pubblico». Non basta a William Peden, della Cnd, la Campagna per il Disarmo nucleare: «E' orrendo ma chiaro: Aldermaston è a rischio. La produzione deve cessare immediatamente». A una settimana dall'allarme lanciato da un altro giornale per lo stabilimento Rolls-Royce di Derby, dove si produce il combustibile per i sottomarini nucleari Trident, l'Inghilterra s'inteiToga sui auoi rischi quotidiani. Da febbraio a oggi ci sarebbero stati otto violazioni di norme legate alla .criticali!a» dell'impianto; norme, cioè, che dovrebbero impedire una concentrazione troppo alta di uranio o di plutonio, che potrebbero provocare una fissione nucleare. Nello stesso periodo, afferma il giornale, ci sono stali otto episodi di contaminazione esterna: il mese scorso, per esempio, campioni di acqua hanno rivelato tracce di uranio arricchito. Fra le misure di sicurezza esplicitamente violate si registrano, in questa antologia dei pericoli nucleari, la disattivazione del sistema di protezione dai fulmini, che se colpissero lo stabilimento potrebbero provocare un'esplosione nucleare; il malfunzionamento dei generatotri elettrici autonomi, a maggio, senza i quali non si può garantire la costante sicurezza di taluni processi critici; la scoperta, a marzo, che le potenti pompe da usare in caso di emergenza risultavano «inutilizzabili»; la scoperta in un sottotetto di materiale infiammabile (paglia compressa e carta); l'uso, a settembre, di materiale elettrico non isolato in prossimità di polvere pirica e di esplosivi di cui nessuno conosceva neppure la presenza. E poi clamorosi errori di etichettatura: persino su un contenitore di plutonio: «In caso di incidente l'impianto non sarebbe in grado di affrontare l'emergenza».

Persone citate: John Crofts, Reading, Rolls, William Peden

Luoghi citati: Giappone, Inghilterra, Londra