Scalfaro: troppe sofferenze di Gianfranco Quaglia

Scalfaro: troppe sofferenze Scalfaro: troppe sofferenze «Fare giustizia, ma non a questo prezzo» Gianfranco Quaglia VERCELLI Sentenza di Palermo, parla Oscar Luigi Scalfaro ex Capo dello Stato, a Vercelli per commemorare un caro amico, l'esperantista Mario Sola, esponente locale della de, scomparso da pochi mesi. Presidente, che cosa ha provato apprendendo la notizia arrivata da Palermo? «Innanzittutto ho gioito molto per Giulio Andreotti e la sua famiglia. Ma ho anche gioito perché sono convinto che finalmente è stata fatta giustizia e questa è sempre la cosa più importante, quella che conta veramente. Devo però aggiungere: sarebbe anche indispensabile che il fare giustizia (fatto costitutivo di uno stuto democratico) non significhi dover sopportare un così grande peso di umana sofferenza, che io definirei quasi una colma: e soltanto se liberati da questa colma potremmo dire di essere tutti quanti più civili». Adesso molti puntano l'indice conilo i giudici, qualcuno ne ha chiesto le dimissioni e c'è il rischio che si scateni addirittura un linciaggio... «L'ho già detto: saremmo più civili... Vorrei però insistere: la civiltà vuole giustizia, ma questa non può e non deve essere pagata con una sofferenza che supera i limiti pensabili e umani. Certo, la verità è una fondamentale esigenza di una democrazia, ma quando la sofferenza è così penante, come nel caso del presidente Andreotti, allora occorre riflettere. E poi non dimentichiamo che c'è anche ima legge che impone di chiarire, vedere... già, i riscontri delle parole e delle testimonianze, il grande tema su cui si discute da tempo con molto dibatti¬ to e atten zione». Anni di udienze, indagini, montagne di carte. And re otti ha resistito impavido, quasi senza mai scomporsi. Una forza non comune, Ma come avrà fatto? «Sì, bisogna senza dubbio aggiungere che è degno di grande ammirazione il comportamento del presidente Andreotti, in tutti questi anni così faticosi e dolorosi, con un sostanziale rispetto nei confronti delle istituzioni veramente eccezionale. Questo aspetto va messo in evidenza». Scalfaro commenta la sentenza Andreotti a margine del¬ la giornata di celebrazione che ieri si è svolta a Vercelli. L'ex Presidente della Repubblica ò arrivato a Vercelli, accompagnato dalla figlia Marianna, por partecipare alle manifestazioni organizzato in ricordo di Mario Sola, fondatore del gruppo esperantista e consigliere della de, morto improvvisamente alcuni mesi fa. Un'occasione per trattegiare pubblicamente la figura dell'amico, «il cui impegno politico - ha detto - gli ha procurato non poche amarezze. Ma lui non è mai venuto meno ai suoi principi e mai ha portato rancore a qualcuno». Nessun accenno ad Androotti ma qualcuno ha voluto ravvisare in quelle parole quasi un lontano richiamo. L'incontro di Vercelli ha offerto anche l'occasiono per una rimpatriala fra ex compagni di partito, che con Scalfaro hanno condiviso battaglie politiche, come l'on. Franzo, 85 anni, esponente del mondo agricolo locale. E sui loro volti era palpabile la soddisfazione per la sentenza di Palermo. L'ex Capo dello Stalo aveva appreso la notizia subato mattina durante la visita in un paese della Lombardia. Poi era tornato a Novara, città natale e di residenza, che frequenta con maggior assiduità dopo il settennato, scegliendo la città come base di partenza per ritrovare molti amici sparsi in Piemonte e Lombardia. Così a Vercelli ieri, quindici giorni fa a Borgolavezzaro, nella bassa novarese, dove è cittadino onorario. In quella circostanza Scalfaro avi-va parlato del suo difficile periodo trascorso al Quirinale: «Un settennato che non auguro a nessuno», aveva aggiunto. E del suo appello lanciato agli italiani per il Capodanno del '92: «Sa solo Dio che cosa mi portavo dentro in quel momento». ti fi// suo comportamento con il sostanziale rispetto nei confronti delle istituzioni è stato veramente ammirevole La ricerca della verità deve avere un limite 93 L'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro «L'altro Ieri ho gioito molto per l'assoluzione di Giulio Andreotti eper la sua famiglia»