Cossiga, altro attacco a Caselli di Guido Tiberga

Cossiga, altro attacco a Caselli LA REAZIONE DI DUE EX PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA AL VERDETTO DELLA CORTE DI PALERMO Cossiga, altro attacco a Caselli «Contro di lui anche iniziative giudiziarie» Guido Tiberga ROMA «Io e i miei collaboratori stiamo pensando a iniziative anche giudiziarie nei confronti dell'ex Procuratore Giancarlo Caselli...». Quella di Francesco Cossiga non è stata propriamente una domenica di riposo. Prima una puntura contro D'Alema e i «ragazzoni dell'Ulivo che possono anche fare senza di me», poi una serie di bordate contro la Procura di Palermo e il suo ex titolare, «responsabile della gestione dei pentiti nella maniera scandalosa in cui è stata fatta». Il senatore a vita, in mattinata, parla a lungo con il Giornale Radio, ma è lontano dai microfoni che il suo piano contro i «persecutori» di Giulio Andreotti comincia ad assumere un contorno più netto. «Contro il dottor Caselli prenderemo certamente alcune iniziative politiche», confida l'ex Presidente della Repubblica. Che aggiunge: «Stiamo esaminando con attenzione la possibilità di affiancarle con un'iniziativa di tipo giudiziario. Sempre che, come credo, si riesca a individuarne gli estremi. Nulla è escluso a priori: non possiamo affidarci al grande coraggio di alcuni giudici per tollerare torture giudiziarie come quelle che sono state inflitte al senatore Andreotti...». Una dichiarazione di guerra, o quasi, che coinvolge il solo magistrato torinese. «Da qualche parte ho letto che avrei chiesto la testa degli amici Jervolino e Diliberto - sorride Cossiga -. Un malinteso di cui cinedo scusa. Io ho soltanto chiesto non la testa, ma l'ufficio del dottor Caselli. Niente altro: come ex capo dello Stato e come uomo che ha subito sulla sua pelle iniziative giudiziarie volte a limitarne l'iniziativa politica e il ruolo istituzionale - continua -, ritengo di avere il dovere di fare tutto quanto è in mio potere per impedire la deriva giustizialista di cui la Procura di Palermo diretta da Caselli ha le maggiori responsabilità...». Cossiga respinge le accuse di «linciaggio» ai magistrati, che nei commenti provenienti da Botteghe Oscure lo avevano accomunato agli uomini del Polo, d'accordo con lui nel chiedere le dimissioni di Caselli dal suo attuale incarico di responsabile delle carceri. «Non c'è alcun linciaggio dei procuratori antimafia - spiega Cossiga -. Caso mai c'è una critica severa alla Procura di Palermo: non mi sembra che nessuno stia linciando, ad esempio, l'amico Vigna o i procuratori antimafia di altre parti d'Italia. Giancarlo Caselli è il responsabile della gestione dei pentiti del processo Andreotti nel modo scandaloso in cui è stata fatta in questi anni. Possiamo affidare al dottor Caselli la gestione del Dipartimento dei penitenziari, che è competente anche per quanto riguarda la gestione logistica, ma noi sappiamo che cosa può essere la gestione logistica dei pentiti?». Nella sua intervista al Gr3, l'ex Capo dello Stato ha messo nel mirino anche Luciano Violante e, soprattutto, Walter Veltroni. Il presidente della Camera invita a non sovrapporre il piano giudiziario a quello politico? «Ho una grande stima dell'onorevole Violante - replica Cossiga -. Tuttavia mi permetto di ricordargli che molte cose sarebbero state risparmiate se questo invito lui lo avesse fatto un po' prima...». Quanto al segretario dei Ds, il giudizio è spieiato: «Salvo alcune frange di tremuli ex democristiani, che hanno taciuto su Andreotti per qualche seggio in più regalato dalla sinistra - attacca l'ex Presidente - credo che questa sentenza dovrà far meditare tutta la classe politica italiana. Sono addolorato profondamente delle cose dette da Veltroni, che sono giustificabili soltanto per il suo basso livello intellettuale e per il fatto che un ragazzino sia arrivato in modo immaturo alla guida di un grande partito...». Ultima battuta sul possibile «suggeritore» cui aveva accennato Andreotti dopo la sentenza: «Non credo - taglia corto Cossiga - che ci sia stato un "suggeritore* nel senso di una sola persona fisica. Piuttosto ci sono stati diversi "suggeritori", che hanno costituito un particolare ambiente politico. Attraverso gli strumenti della giustizia, si e creata una "kermesse" di giudizio politico. E non soltanto nei confronti di Giulio Andreotti...». cose dette da Veltroni? Si giustificano soltanto per il suo basso livello intellettuale e per ilfatto che un ragazzino ancora immaturo sia giunto alla guida di un partito jj j Il senatore a vita Francesco Cossiga smentisce di aver chiesto «la testa degli amici jervolino e Diliberto»: «E' un malinteso di cui chiedo scusa»

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