«L'ex procuratore orgoglioso? lo non direi»

«L'ex procuratore orgoglioso? lo non direi» «L'ex procuratore orgoglioso? lo non direi» 7/ senatore: sono contento di essere giunto vivo fino a oggi Maria Corti ROMA Pensa a Giancarlo Caselli il senatore Andreotti nel dopo-sentenza. «Dice di essere orgoglioso? Io proprio non lo direi, perché alcuni riscontri non sono stati fatti, alcuni testimoni sono falsi, lo si documenta con una facilità irrisoria, e, quindi, forse, è meglio metterci una pietra sopra». E' ancora buio quando Giulio Andreotti si alza. In realtà ha dormito poco e male. Ha lavorato al libro di novelle che sta servendo, ha passeggiato per il lungo corridoio della sua abitazione e ha atteso. All'alba inizia una S'ornata frenetica. UE 7,35. Il senatore esce e trova ad aspettarlo i gomalisti. Impermeabile blu abbottonato fino al collo e una cartellina in mano Andreotti Si scusa per questa alzataccia - «voi non ci siete abituati» - e rilascia la prima dichiarazione della giornata: «Sono contento di essere arrivato vivo a questo giorno che mi auguravo più sollecito». Sotto al portone c'è un vero «circo»: una suora riesce ad avvicinarlo. «Noi la sosteniamo», gli dice. Ci sono anche le «Iene», i torturatori della trasmissione tv di Italia Uno. Improvvisano uno show facendo vedere al senatore disegni che servono peri test psicoattitudinali militari e gli chiedono cosa ci vede. Andreotti liquida ì tetri figuri con poche parole: «Io vedo lei con gli occhiali e non le vedo neanche gli occhi. Lasci perdere». Supera anche la prova dell'incontro con Gabriele Paolini, che passa la vita cercare di essere ripreso dalle telecamere e a donare condoni. OH 7,42. Il senatore riesce a entrare in macchina. Ma non va come è solito fare tutte le mattine alla chiesa di Sant'Agostino. Troppi giornalisti. La moglie Livia gli ha promesso che pregherà anche per lui. MI 7,45. L'auto di Andreotti arriva a palazzo Giustiniani. Il senatore sale nel suo studio, chiama il suo avvocato, Franco Coppi, e gli raccomanda di avvertirlo subito. Oli 9. Gli appuntamenti della mattina non sono stati cancellati. Il primo incontro è con Omar, rappresentante del Fronte Polisario, indipendentisti del Sahara occidentale. Poi è la volta di uno psicologo. OH 10. Arrivano a palazzo Giustiniani Bruno Vespa e Igor Man, i due giornalisti che seguiranno in diretta con Andreotti la pronuncia della sentenza. Arriva anche il nipote e sottosegretario ai Trasporti Luca Danese: «Ho fatto tutta la notte in bianco», ammette. Poco dopo ecco anche Nicola Signorello, ex sindaco di Roma, amico strettissimo di Andreotti. Per spezzare la tensione si parla di Ferrari: «Almeno qualche millimetro illegale c'era effettivamente... nel mio caso neanche quello», dice Andreotti. OH 10,58. E' il momento della sentenza. Il senatore la ascolta con le mani sugli occhi. Poi un sospiro e la prima telefonata con l'avvocato Giulia Bongiorno. E' evidentemente turbato. Quando una collaboratrice in lacrime gli si avvicina per abbracciarlo, la scansa. Nessuna smanceria è concessa. «In famiglia non ci siamo abituati», dirà più tardi. OH 11,25. Andreotti lascia palazzo Giustiniani tra gli applausi della gente e le domande incessanti dei giornalisti. Emozionato? «Ero emozionato, anche se avevo fiducia nella magistratura giudicante, non perché non l'avessi nelle Procure...». Un concetto che chiarisce subito: «Lì c'è qualche volta qualcuno che esagera un po' nel non volersi arrendere alla verità». Poi a casa dove lo aspetta la moglie. Ancora non si sono parlati. OH 12. Arriva Francesco Cossiga. Il telefono non smette mai di squillare. Risponde direttamente Andreotti. La moglie non vuole parlare con i giornalisti. «Livia - si scusa il senatore - si è data questa regola da sola, e una volta che un giornalista l'ha beccata al telefono il giorno dopo era arrabbiatissima. Con se stessa , naturalmente». Poi Andreotti si siede a tavola con tre dei suoi quattro figli - Marilena, Stefano e Serena - i nipoti e il genero Marco Ha vagì ioli. Si chiacchiera e si scherza con il sottofondo di cellulari e telefono di casa impazziti. OH 14,45. Visita di Paolo Cirino Pomicino. Poi il presidente esce per andare alla cresima del nipote Paolo celebrata nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, a pochi passi da San Pietro, e quindi nel suo studio privato a piazza san Lorenzo in Lucina. OH 20. Il Presidente rientra a casa. Domani sarà diverso: «Avrò più tempo libero perché non mi dovrò più occupare delle carte bollate». Attimi di nervosismo con le «Iene» che vogliono fargli un test attitudinale Ascolta la sentenza con le mani sugli occhi poi il telefono impazzisce

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