Scaffale

Scaffale Scaffale Dizionario di mitologia greca e latina di Anna Ferrari (UTET, pp. 840, L. 150 mila). Dall'epos di Omero ai mitografi più tardi, fonti letterarie e documentazione epigrafica iconografica archeologica, i volti e i risvolti di una storia (dalle versioni molteplici) che racconta «un mondo parallelo a quello naturale e quotidiano» e che dal mondo classico arriva al nostro mondo contemporaneo in una serie enorme di rivisitazioni e rimandi. Da «Abante», figlio di Metanira, trasformato in lucertola da Demetra, a «Ziu» (o «Tiu»), nome germanico corrispondente al Marte latino, a «Zodiaco», su cui tutti noi crediamo di sapere qualcosa. Fin troppo facile fare, alla voce «Costellazioni», la verifica del contrario. Il sonno e la memoria di Marina Sozzi e Charles Porset (Paravia Scriptorium, pp. 154, L. 29 mila). Due saggi che affrontano il tema della morte e dei riti funerari in Francia e in Italia durante il periodo della Rivoluzione Francese. Calato nel clima che ha ben riguardato anche le patrie lettere, come ben sanno tutti gli studenti che siano stati almeno costretti ai più alati passaggi dei «Sepolcri» foscoliani, il libro indaga in particolare la nascita e il progresso dell'idea cremazionista. Come scrive Paolo Cristofolini nella pre¬ fazione, dopo lo sbocco rivoluzionario di due fin di secolo fa, «non siamo più quelli di prima nemmeno di fronte alla morte». Quando il telaio scricchiola di Valter Careglio (Alzani, pp. 188, L. 28 mila). Uno studio documentato che indaga nella crisi del Cotonificio Mazzonis in Val Pellice e nei processi di deindustrializzazione che colpirono la zona negli Anni 60. Un patrimonio di lotte e di costumi, il rapporto agricoltura-industria (legame contraddittorio e ricco di implicazioni), i cambiamenti imposti dalla chiusura dello stabilimento di Pralafera (1965), i traumi e le polemiche che ne seguirono, le novità che ne sono nate. Dorino Ouvrier a cura di Angelo Mistrangelo, (Priuli & Verlucca, pp. 112, s.i.p.). Fotografate da Francesco Gioana e Attilio Boccazzi-Varotto, le sculture di Dorino Ouvrier, artista di Epinel (un gruppo di case alle porte di Cogne), che ha nel nome l'impronta del suo fare, la capacit? di cogliere con strumenti semplici l'essenza di una vita figurale. Onest? operaia per un presepio di figure scolpite nel legno, gente (portatori di pane e di fieno, pastori, suonatori, scene di religione e d'osteria) che sembra scaturire dai colpi del mazzuolo come da un sogno gremito di sogni.

Luoghi citati: Cogne, Francia, Italia