A spasso con Anselm

A spasso con Anselm A spasso con Anselm GIOVEDÌ' scorso - non ieri, ma il 14 ottobre - Anselm e io stavamo camminando sotto i portici di piazza Statuto: un po' a rilento, devo dire, perché il mio amico formichiere aveva voluto comprarsi a tutti i costi una nuvola di zucchero filato all'angolo tra corso Valdocco e via Garibaldi, e lo zucchero filato non va molto d'accordo con i formichieri, o meglio i formichieri non vanno molto d'accordo con lo zucchero filato, perché ci si impiastrano tutto il naso e oltre a correre seri rischi di soffocamento - Anselm ha il vizio di annusare tutto quello che mangia, prima di assaggiarlo: e ammetto di essermi piuttosto spaventato, quando l'ho visto diventare cianotico a causa dei due enormi tappi di zucchero filato che gli ostruivano le narici; RESPIRA CON LA BOCCA, gli ho urlato, salvandolo per miracolo - finiscono col fermarsi ogni due passi per controllare nel riflesso delle vetrine che sul loro muso non siano rimaste tracce della strenua battaglia con il colloso alimento... Mentre procedevamo di vetrina in vetrina, comunque, Anselm si è bloccato e mi ha detto: - Ehi, ascolta, c'è qualcuno che sta recitando delle poesie - Poesie?, ho pensato, poesie recitate alle sette di sera in piazza Statuto? Proprio mentre il traffico da e per corso Francia e Porta Susa infuria in uno degli ultimi sussulti della giornata? Tram che sferra- gliano, clacson che impazzano, semafori che bruciano in im alone di hamburger e patatine fritte made in McDonald's (ce n'è un altro anche qui, ora, per la gioia di grandi e piccini e a dispetto dei contadini francesi: destinati alla sconfitta come i difensori di Troia, naturalmente, e però proprio per questo chapeau, parbleu!), e insieme anche poesie? Dev'essere l'effetto dello zucchero filato, ho concluso, chiedendomi se fosse il caso di condurre con me Anselm al pronto soccorso più vicino. - Mi dispiace, Anselm, ma non sento alcuna poesia. Lo sai che per i versi non ho orecchio... - Ma sì, invece, ascolta: le parole arrivano da quel monumento in mezzo alla piazza!- Mi sono voltato verso il punto indicatomi dalla sua zampa anteriore destra, appiccicosa come non mai (ragnatele di zucchero filato univano ciascuna delle sue unghiette: sembrava quasi un palmipede, in quell'istante). In effetti c'era un capannello di gente proprio sotto alla pila di massi circondata da aiuole, e qualcuno stava leggendo a un microfono una poesia. - Dai, andiamo a dare un'occhiata -, mi ha tentato Anselm. - Guarda, preferisco aspettarti qui- Io le poesie non le capisco, ho proprio una specie di malattia, credo dipenda dal fatto che da bambino dovevo studiarle a memoria... - Va be', peggio per te -, ha esclamato lui, e dondolando si è avviato in direzione dell'epicentro poetico. Quanto a me, ho aspettato sotto i portici che tornasse. Sono passati cinque minuti. Sono passati dieci minuti. Sono passati venti minuti. Intanto che i minuti passavano, mi dicevo che prima o poi avrei dovuto davvero decidermi ad avvicinarmi alla poesia: in fin dei conti i traumi infantili bisogna pur superarli. Sono passati trenta minuti. Sono passati quaranta minuti. Sono passati cinquanta minuti. Niente da fare, non riuscivo ad avvicinarmi. Sono passati sessanta minuti. Sono passati novanta nùnuti. Sono passati centoventi minuti. A quel punto mi sono reso conto che sotto il monumento non c'era più nessuno: erano tutti saliti sul tram-ristorante, Anselm compreso. E ancora una volta, alla poesia non ero riuscito ad avvicinarmi nemmeno di un passo. Anselm è tornato a casa verso mezzanotte, euforico. - Sapessi come mi sono trovato bene. Erano tutti matti -, mi ha spiegato. - In che senso, matti? - Matti, matti. Iscritti all'Associazione Arcobaleno, una società di volontariato e di mutuo aiuto per le persone che utilizzano i servizi psichiatrici. Sul tram ho mangiato insieme a loro, e mi hanno spiegato un sacco di cose: hanno una mensa sociale, un servizio di guardaroba-lavanderia, si occupano della manutenzione di giardini di scuole e di parchi, e il bello è che sono tutti matti -, - Ho capito. E le poesie? -. - A me ne è piaciuta una più di tutte. L'ha scritta un tipo che si fa chiamare Due Quintali. Si intitola Saggio su Caravaggio e fa così: Caravaggio è nato a maggio / baciato dal sole con un raggio / figlio di una sarta e di un paggio / Era bimbo molto saggio / e anche pieno di coraggio:,' un dì in preda a un miraggio / prese un pezzo di formaggio / sopra un tavolo di faggio / (era taleggio) / Spesso di pomeriggio si recava / al maneggio / ai cavalli offriva il foraggio / andava a passeggio / incontrava gente di alto lignaggio / e si esprimeva col suo forbito linguaggio / «il mio unico vantaggio: mannaggio! / è che essendo nato saggio / non ho bisogno di stare in colleggio» - , - E l'hai imparata a memoria così, in una sera? -, - Sì. Cosa c'è di strano? -.