Vicini & lontani

Vicini & lontani Vicini & lontani Maria Teresa Capaldi Semplice parlare di cucina di montagna. Magari con il rischio di pensare che, più o meno, ad una certa altitudine i menù siano sempre gli stessi. Niente affatto. Provare per credere. Esattamente come ha fatto Maria Teresa Capaldi che, per amicizia con Walter Eynard, famoso cuoco valdese, dopo straordinarie cene con «barbette», in «sciagurati» e interminabili dopocena trascorsi a parlare di cultura delle minoranze, ha voluto andare a fondo della questione. Ben per lei - e per noi - che di professione Maria Teresa è grafico e che suo marito Mario Dalmaviva cura la Vivalda Editori. Ne è nata una piccola, raffinata collana sulla cucina delle minoranze, per ora una serie di tre volumi - ben più che semplici ricettari, intrecciati come sono con la storia, le tradizioni, le usanze dedicati a valdesi, ladini e walser. Se ne accorge il lettore: c'è del cuore e della passione nel modo con cui Maria Teresa è riuscita a raccogliere il materiale, aiutata, oltre che da Walter Eynard, da Sergio Rossi, un ladino di poche parole che cucina nel rifugio del Passo San Pellegrino, e da Anna maria Bacher, insegnante da anni dedita alla difesa della lingua e della cultura walser. C'è un modo di guardare alla montagna che va oltre il piacere di arrivare in cima, di godersi natura e panorami. C'è la voglia di comprendere anche il complesso contesto umano in cui ci si muove, di capire - e far capire, appunto - il perché non è assolutamente vero che basta dire «cucina di montagna». Uliano Albertinetti I suoi genitori non lo sapevano. Solo molti anni più tardi, quando Uliano Albertinetti è finalmente riuscito a coronare il suo sogno e recarsi per la prima volta in Mongolia, ha scoperto che quello scelto per lui da sua madre e suo padre era un nome di origine mongola. Destino? Può darsi. Testardaggine di sicuro. Perché, ammettiamolo, all'inizio per Uliano è stato veramente duro poter conoscere di persona - e non solamente attraverso tutti i volumi pubblicati qua e là nel mondo - la Mongolia, la sua gente, le sue bellezze. Se ne era appassionato da ragazzino, con voracità aveva raccolto informazioni, documenti, pubblicazioni, aveva persino studiato il cinese con la convinzione di poterlo poi usare nei suoi viaggi nelle steppe. Quando finalmente, nell'84, dopo due anni di complicazioni burocratiche, è arrivato a Ulaanbaatar, tanto aveva studiato che gli sembrava di trovarsi a casa. Tutto gli è tornato utile, tranne il cinese: i Mongoli non lo parlano per nulla. In compenso nulla della Mongolia - dalle bellezze naturali alla gentile ospitalità delle persone - ha tradito le aspettative di Albertinetti. Oggi, dopo altri dodici viaggi in quel Paese sconfinato che ormai conosce a perfezione, avendolo vissuto «da nomade», proprio come fanno i mongoli, sempre in movimento sotto le loro tende, Uliano è diventato presidente dell'Associazione culturale Italia-Mongolia ed è instancabile nel far apprezzare in Italia gli aspetti più affascinanti di quel mondo per anni isolato e sconosciuto.

Luoghi citati: Italia, Mongolia