Un caccia della seconda guerra mondiale rinato grazie all'archeologia aeronautica

Un caccia della seconda guerra mondiale rinato grazie all'archeologia aeronautica E' IL FAMOSO G 55 «CENTAURO» Un caccia della seconda guerra mondiale rinato grazie all'archeologia aeronautica ■ I, (1 55 "Centauro" fu il miglior I caccia italiano della seconda ■ guerra mondiale. Progettato da Giuseppe Gabrielli (che doveva considerarlo il suo capolavoro se sulla copertina del suo libro di memorie "Una vita per l'aviazione" è raffigurato proprio sullo sfondo di questo aereo), primo volo il 30 aprile del '42, costruito in 274 esemplari, di questa potente e bella macchina non era rimasto neppure un esemplare a docùmamentare una tappa importante della nostra tecnologia aeronautica. Veloce (630 chilometri l'ora) e agile, l'aereo aveva conquistato le simpatie dei piloti. Adesso un G 55 e risorto dalle proprie ceneri a conclusione di un'avventura durata otto anni. Vale la pena raccontarla. Se non esistevano più G 55 esistevano ancora alcuni esemplari di un suo derivato, il G 59, velivolo da addestramento costruito dalla Fiat nel dopoguerra, che differiva dal progenitore per avere un motore diverso e per altro modifiche non fondamentali. Uno di questi si trovava del Parco della Rimembranza di Novara, arrugginito e .semidemolito dai vandali. Nel'Bb l'Aeronautica Militare decise di recuperare il relitto e di trasformarlo nel popolare C, 55. Cosi l'aereo fu trasportato a Calatimi di Lecce, sede della 61" brigata aerea, dove cominciò un restauro per la verità molto approssimativo, dato che i tecnici militari non disponevano dei disegni originali. Difficoltà insormontabili sorsero poi (mando si tentò di installare il motore originale, il DB 605, della Daimler Benz. L'aereo riprese quindi la strada di Torino per approdare nelle officino di corso Marci»; dove era nato quando queste costituivano la "Aeronautica d'Italia" della Fiat e che ora erano state ereditate dall'Alenia. C'è un personaggio che sembra avere un misterioso legame con questo aereo e che fa da filo conduttore della sua resurrezione; si chiama Giuseppe Sella ed e oggi il presidente del Gavs di Torino, cioè del Gruppo Amici Velivoli Storici. Sella era entrato alla "Aeronautica d'Italia" il 16 marzo del 1942 e il suo primo lavoro, come adetto al collaudo, era stato proprio sul G 55, in particolare sul vetro blindato dell'abitacolo; e dopo aver terminato la carriera come responsabile del "controllo qualità" dell'Alenia, collaborava con l'azienda come consulente. Naturale che l'operazione G 55 fosse affidata a lui. Qui è cominciata un'avventura che è riuscita a far convivere tecniche produttive separate da quasi mezzo secolo di radicali innovazioni. Ritrovati nell'archivio storico Alenia i disegni originali, sulla loro base è partita la ricostruzione delle molte parti mancanti: dal supporto del motore alle capottature, all'assieme tettuccio parabrezza, pale delle eliche, carenatura posteriore del posto di pilotaggio, estremità delle ali, seggiolino del pilota, prese d'aria oltre all'intera cabina, che era completamente vuota. Per fare questo i disegni originali sono stati matematizzati per adattarli alle attuali tecnologie di "computer aided design" e tutti i dati sono stati inseriti nel sistema computerizzato Catia, lo stesso che viene usato per costruire l'Eurofighter. In questo modo, per fare un esempio, da una piastra di lega leggera di 700 chilogrammi le grandi macchine a controllo numerico hanno ricavato le tre pale dell'elica, pesanti appena 45 chilogrammi. Altri pezzi li hanno fatti a mano anziani battilastra del Gruppo Amici Velivoli Storici, depositari di un modo di lavorare oggi scomparso. In tutto sono stati rifatti, usando rigorosamente i materiati previsti dal progetto degli Anni 40, ben 1550 pezzi. Sopravvenne però la crisi dell'Alenia e nel febbraio del '94 tutto il lavoro fatto sembrava destinato all'inutilità. Fu allora che intervenne il Gavs torinese: «Andiano avanti noi» dissero i soci guidati da Sella. 11G 55 trovò ricovero in un capannone offerto dalia Revelli Metallik di Leinì, un'industria aerospaziale; un contributo di 20 milioni venne dal ministero della Ricerca Scientifica. Mancavano ancora centinaia di elementi, in particolare molti equipaggiamenti, la cui ricerca fu spesso avventurosa; alcuni furono trovati sui mercatini in Germania dato che erano comuni a un altro diffuso caccia tedesco, il Messerschmitt 109; altri furono forniti dalle ditte costruttrici che avevano ancora qualche pezzo in magazzino; molti (collimatore, manetta, comando trim, comando carrello, pompa idraulica di emergenza del carrello, contacolpi delle armi, leve e impugnature varie) furono ricostruiti sui disegni o copiando pezzi appartenenti a collezionisti che non li hanno voluti cedere. Altrettanto difficUe il reperimento delle armi, fomite dall'Aeronautica Militare. Nella primavera di quest'anno il G 55, ormai completato nella parte esterna, è partito un'altra volta per Roma dove è stato esposto per i 75 armi dell'Aeronautica Militare; nei prossimi mesi ritornerà a Leini per il completamento degli interni, poi sarà definitivamente collocato nel museo storico dell'Aeronautica di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano. Vittorio Ravizza Realizzato nel '42 da Gabrielli, aveva doti eccezionali di agilità e velocità E' IL FAMOSO G 55 «CENTAURO» Un caccia della seconda guerra mondiale rinato grazie all'archeologia aeronautica Realizzato nel '4da Gabrielli, avedoti eccezionali di agilità e veloc

Persone citate: Catia, Gabrielli, Giuseppe Gabrielli, Giuseppe Sella, Revelli, Sella, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Bracciano, Germania, Italia, Leini, Novara, Roma, Torino