Petrassi, 95 anni e lo stile del '900 di Sandro Cappelletto

Petrassi, 95 anni e lo stile del '900 D ISCHI CLA^I.éAj Petrassi, 95 anni e lo stile del '900 CON affetto e nella felicità di avere la sua persona ancora così vigile, alcune tra le principali istituzioni romane hanno voluto ricordare i novantacinque anni di Goffredo Petrassi. Un'ottobrata musicale, dove concerti, nuovo creazioni coreografiche, la proiezione di «Cronaca familiare», il film di Zurlini por il quale il maestro ha composto la colonna sonora, convegni sul suo magistero, sono stati proceduti dalla presentazione di un nuovo compact-disc (Stradivarius, lire 30.000, utile guida all'ascolto di Alessandro Solbiatì). Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino, rispettivamente dirotti da Arturo Tamayo e José Luis Basso, propongono cinque titoli, distribuiti in quarant'anni di creatività: dal «Ritratto di don Chisciotte», il balletto por orchestra del 1945 consegnato all'estro coreografico di Aurei Milloss, al «Kyrie» per coro e archi, eseguito per la prima volta nel 1990 in memoria di Fedele d'Amico. Ce ne siamo accorti tarili, ma che esista uno stile Petrassi - dolci astrazioni, imprevedibili invenzioni timbriche, antipatia per ogni attitudine retorica, slanci colmi di trattenuta passione - è una delle più evidenti certezze del Novecento europeo. Stabilito che l'avventura dodecafonica lui non l'ha percorsa, è difficile, conio per ogni creatore, comprenderlo in una definizione. Massimo Mila parlava di una sua «esattezza del gesto»: nel «Concerto per flauto e orchestra" (solista Giampaolo Pretto! appare un lirismo così essenziale da autorizzare l'azzardo di un accostamento a Webern, se non fosso por la sensualità alla quale Petrassi raramente rinuncia. La sua scrittura ariosa, solare, capace di bizzarrie repentine, anche umoristiche - e così presenti nel «Don Chisciotte» - consegna con «Frammento», epigrafe per orchestra del 1983, un interrogativo visionario. Il consueto controllo delle risorse espressive schiude tuttavia il tellurico finale per contrabbassi, pagina tra le più dense e materiche - quasi un cretto di Burri - mai create, che si contrappone al desiderio d'eterno intravisto dal coro nel «Kyrie». Il «Poema» por quarantotto archi solisti o quattro trombe, del 1980, prodigio di sapienza e ricerca strumentale, svolge il filo d'Arianna dallo tenebro alla luce. ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO FIORENTINO PROPONGONO 5 TITOLI, DISTRIBUITI IN 40 ANNI DI GRANDE CREATIVITÀ' ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO FIORENTINO PROPONGONO 5 TITOLI, DISTRIBUITI IN 40 ANNI DI GRANDE CREATIVITÀ' Sandro Cappelletto