Carmen: un caso audace, temerario di Giorgio Pestelli
Carmen: un caso audace, temerario G LI IMMORTÀI* Carmen: un caso audace, temerario LA Carmen resta uno dei casi più straordinari di tutta la storia del teatro musicale: con audacia temeraria Bizet aveva portato una storia d'amore di Mérimée (ambientata fra zingari, contrabbandieri, sigaraie che filmano in scena; è finita a coltellate) all'Opéra-Comique di Parigi, teatro sacro alla più edificante e pacifica tradizione borghese; e corno provedibile, la prima, il 3 marzo 1875, si risolse in un fiero disastro. Ma l'opera rinasce duo anni dopo a Vienna: Brahms la vide venti volte, il cancelliere Bismarck ventisette, Ciaikovskij ne fu entusiasta, idem SaintSaèns, Wagner, mai tenero verso i colleghi, esclamò: «Grazie a Dio, qui c'è finalmente qualcuno con idee in testa», e poi, più di tutti, c'è l'ammirazione di Nietzsche che ci fondò sopra il suo mito mediterraneo; e davvero sembra incredibile che quella conturbante creazione abbia messo d'accordo un drappello così eterogeneo. Proprio per questo una esecuzione definitiva, modello alle genti, non esisto; come il Don Giovanni di Mozart, Carmen è un mito che ciascuno porta in sé e solo in parte trova soddisfazione in realizzazioni concrete. Tuttavia una realizzazione da ricordare è quella della Rea Victor (GD 86199, lire 78.000) diretta da Karajan all'Opera di Vienna: la protagonista è una superba Loontyne Pince che riesce a essere sfrontata e tragica senza nascondere il tratto giovane e acerbo essenziale al personaggio; alla sua fiamma si consumano Franco Corelli, Robert Menili e Mirella Freni (che di Micaela sembrò ossero l'incarnazione assoluta); Karajan, assolto qui dalla sua brutta regia perché nel disco il reato non sussisto, dirigo senza mai cedere al verismo, con una leggerezza di tocco quasi da Mendelssobn (il terzetto nella scena dolio carte ricorda le fate del Sogno d'una notte d'ostate); la tragedia scatta inattesa, l'odio-amore che lega i due protagonisti diventa un destino inconsapevoli:; simbolizzato, fin dal preludio, da quel tema di cinque noto che Nietzsche ha definito, da par suo, «un epigramma sulla passione». UNA REALIZZAZIONE DA RICORDARE DI QUEST'OPERA-MITO E* DIRETTA DA KARAJAN, CON LEONTYNE PRICE UNA REALIZZAZIONE DA RICORDARE DI QUEST'OPERA-MITO E* DIRETTA DA KARAJAN, CON LEONTYNE PRICE Giorgio Pestelli
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