Soldati: americani e confusi

Soldati: americani e confusi VIDEOCLUB Soldati: americani e confusi LA sottile linea rossa», vincitore dell'Orso d'oro all'ultimo FilmFest di Berlino (dove, in cappotto nero e barba bianca, comparve per un attimo con un colpo di scena il regista Terrence Malick, che da vent'anni non appariva in pubblico) è un film mollo bello, molto inconsueto, fotografato meravigliosamente da John Toll, tratto dal romanzo autobiografico di James Jones. Il titolo è forse ispirato a un altro classico romanzo di guerra americano, «Il segno rosso del coraggio» di Stephen Crane (1871-1905). Ci sono i disastri della guerra, la ferocia e crudeltà degli scontri bellici, la violenza irresponsabile dei comandanti, l'orrore di morti sanguinose che accompagnarono durante il secondo conflitto mondiale l'attacco americano nel 1942 all'isola di Guadalcanal nell'Oceano Pacifico, per espellerne i giapponesi. C'è un piccolo esercito di divi (John Travol- ta, George Clooney, Nick Nolte, Woody Harrelson, John Cusack, John Savage) che combatte a volte solo per pochi istanti, por epifanie ornamentali. Ma nulla è razionalizzato né strutturato, tutto forma una sorta di nebbia confusa nella quale i combattenti americani si muovono con smarrimento; e la guerra viene messa a contrasto con la calma bellezza tropicale, con il paesaggio incontaminato, con l'indifferenza verde della Natura. Il film è nello stosso tempo quasi muto e molto parlato: le parole servono a riflettere sulla guerra, servono a esprimere i pensieri dei soldati che dagli scontri e dal pericolo sono indotti a ripensare alla propria vita o a ricercare il proprio modo di essere. Sono stupende corto immagini esemplari: le vigilie di battaglia colme di paura, le urla e le bestemmie dei morenti, la tristezza dopo la vittoria, i cani mangiacadaveri, le croci candido dei cimiteri militari. Il ritmo lento e contemplativo, l'esplorazione interiore che accompagnano l'azione bollica arricchiscono un'ope¬ ra ammirevole che è nello stesso tempo convenzionale e unica: uno dei film più belli d'un regista enigmatico. Malick è americano, ha cinquantacinque anni. Ha studiato filosofia a Harvard, ha tradotto dal tedesco testi di Heidegger, ha fatto il giornalista, ha ricevuto le critiche più entusiaste per i primi due bellissimi film, «Badlands» (La rabbia giovane, 1973) e «Days of Heaven» (I giorni del cielo, 1978). Da allora, per vent'anni non aveva fatto altro, era sparito in una nuvola di misteri: si mormorava che andasse ai festival di cinema restando però un fantasma per i media; si dice che abbia girato nel 1989 un documentario di tema astronomico. Non fa il cinema per campare, quindi è un autore totalmente libero. Si sa che per «La sottile linea rossa», che è lungo quasi tre ore, aveva girato 100 ore di materiale, che noi tagli indispensabili sono stati sacrificati Mickey Rourke e Bill Pullman: mentre, insieme con gli attori più giovanei e meno noti, è giustamente valorizzato Sean Penn,interpreto di rara efficacia, bravissimo. «La sottile linea rossa» di Terrence Malick, regista scomparso per 20 anni. Ora è ritornato con questo straordinario film di guerra ricco di un esercito di divi Terrence Malick LA SOTTILE LINEA ROSSA Usa, 79.98. 20thies Century Fox Entertainment. A noleggio GUERRESCO Lietta Tornabuoni Alcuni interpreti del film di Malick «La sottile linea rossa». Orso d'oro a Berlino: da sinistra Nick Nolte, George Clooney e Sean Penn

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