Dal Rinascimento a Morandi festival italiano in Inghilterra di Fabio Galvano

Dal Rinascimento a Morandi festival italiano in Inghilterra NEL MONDO Dal Rinascimento a Morandi festival italiano in Inghilterra Pistoletto, Paladino e i capolavori della Firenze dei Medici a Londra e Edimburgo Fabio Galvano CON l'arrivo di Giorgio Morandi - una trasposizione in Scozia di 19 pezzi della Collezione Giovanardi, più 28 disegni e incisioni della londinese Estorick Collection si completa la raffica di mostre con cui la Gran Bretagna celebra (e non solo nell'ambito delle arti figurative, ma anche in quello musicale, letterario e teatrale) un «Festival Italiano» nato forse con criteri commerciali ma che cammin facendo ha raccolto i crismi dell'ufficialità, con una piena collaborazione del nostro governo e della nostra ambasciata a Londra. Nella capitale, vero centro del Festival, hanno cominciato a settembre Mimmo Paladino (South London Gallery) e l'Arte Povera di Alighiero Boetti (Whitechapel Art Gallery, fino al 7 novembre). Dall'inizio di questo mese, poi, si sono susseguite inaugurazioni di mostre di rilievo: le «Storie di Mare» di Lino Mannocci (Istituto Italiano di Cultura, fino al 28), la ricca retrospettiva di Marino Marini (55 sculture, 27 dipinti e 55 disegni all'Accademia Italiana, fino al 21 novembre), il cammino dal futurismo al classicismo di Gino Severini (Estorick Collection, fino al 9 gennaio), le tele bucate e tagliate - ma non solo quelle, anche le splendide ceramiche - di Lucio Fontana (Hayward Gallery, fino al 9 gennaio), la mostra itinerante già vista a Firenze su Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento (Science Museum, fino al 24, aprile). E poi Michelangelo Pistoletto (Museum of Modem Art di Oxford, fino al 30 dicembre) e infine - forse la più importante di tutte - la splendida Firenzidel Rinascimento allestita dalla National Gallery (fino al 16 gennaio) incentrata sui dieci magnifici anni (a partire dal 1470) alla corte di Lorenzo il Magnifico, fatta di nomi come Veri-occhio, i Poliamolo, Botticelli (il suo Venere e Marte è emblematico di quel periodo), Lippi e Leonardo. Senza dimenticare l'importante asta di Sotheby's (giovedì scorso) dedicata esclusivamente all'arte italiana del XX secolo. La mostra di Morandi a Edimburgo, affiancata da 15 opere di suoi contemporanei fra i quali Campigli, Carrà e Sironi, rappresenta una cavalcata di quasi mezzo secolo, dal 1914 (la prima fase futurista) al 1960, fra i paesaggi (l'amata Grizzana) e le nature morte (i vasi e le bottiglie che l'hanno reso celebre). Fra le oliere di maggiore spicco approdate a Edimburgo vanno ricordate tre Nature Morte: quella rarissima del 1914, che riecheggia le esplorazioni cubiste di Picasso e Braque ed è una di tre rimaste del periodo futurista; e due del 1928 e del 1938, composizioni in tonalità più calde di caraffe, bottiglie, lumi e altre suppellet lili domestiche. Giorgio Morandi Edimburgo, The Dean Gallery Orari lunedi-sabato 10-17 domenica 14-17 Fino al 5 dicembre «Fiori» di Giorgio Morandi, 1951 (particolare)