In quel retrobottega pensando a Cefalonia di Marcello Venturi

In quel retrobottega pensando a Cefalonia In quel retrobottega pensando a Cefalonia SONO, con questa edizione, trentadue anni esani da che la memoria dei (aduli di Cefalonia viene regolarmente rivisitata C rinnovata, fu infatti nel '68 che si stabili, tra Acqui Terme e la lontana isola greca dello Ionio, quel dialogo ininterrotto, quel rapporto ideale tra presente e passato, che costituiscono la ragione stessa del Premio. Nacque, tale rapporto, nel retrobottega della farmacia di Piazza Italia, dove ci trovavamo con gli amici Piero Galliano, Ercole lasca e (ano (.biodo ■ per scambiar quattro chiacchiere. In quella piccola stanza in penombra, al riparo dalla confusione estiva dei villeggianti, o dalle nebbie dei pomeriggi invernali monferrini, buttavamo giù progetti per il futuro e accarezzavamo sogni improbabili. 'fra questi, uno ve ne fu piti Improbabile degli altri: il sogno di un Premio letterario al (piale legare il nome della città. Acqui era già famosa per le sue acque e i suoi fanghi, che un tempo avevano richiamato forestieri da ogni parte del mondo. Ma oggi, questo, sembrava non bastasse più, negli acqucsl desiderosi di un'etichetta più qualificante, o comunque desiderosi di aggiungere un tocco più culturale a (pianto era stato acquisito in campo medico e in campo turistico. Da qui, in quel retrobottega di farmacia, l'idea di un premio letterario: ma di che genere? Un Premio, ovviamente, che per sua natura si distinguesse dai tanti che ormai proliferavano per tutta la penisola; e quindi non dedicatila un romanzo o ad un'opera prima, o alla poesia, di cui già esistevano insigni e meno insigni precedenti. Occorreva trovare una formula nuova, che toccasse un settore rimasto scoperto, li a questo scopo andammo in cerca di suggerimenti anche tra i non addetti ai lavori: in cerca, cioè, di un'opinione che potesse meglio aderire ad una esigenza più generalizzata. Se ne parli) anche tra le pareti domestiche, naturalmente. Mia mogie mi fece notare - realtà sulla quale nessuno di noi si era soffermato - come Acqui avesse (iato il proprio nome alla Divisione che nel '43, a Cefalonia, cadde quasi al completo in quello che fu il primo episodio di Resistenza contro i tedeschi. Una I livisionc di cui si era appena rivissuto l'olocausto in città, e ben oltre i suoi contini, nell'Italia e nel mondo: percheproprio in quel periodo avevo pubblicato il romanzo-testimonianza «Bandiera bianca a Cefalonia» che ne raccontava il martirio Sino ad allora l'eccidio era rimasto pressoché sconosciuto io ne avevo letto su "Il Ponte- un breve accenno, scritto dal capitano Amos Pampaloni, scampato alla strage. Da lui ebbi ragguagli più dettagliati, e da li prese avvio il mio pellegrinaggio nell'isola della morte, l.e voci di novemila tra soldati e ufficiali trucidali per vendetta, dopo l'armistizio dell K settembre, riaffiorarono dal silenzio del Mediterraneo per accusare del delitto i respi nisabili della \X ehrmachl. I.a decisione di un Prenio dedicato ai libri di storia, e insieme dedicato a quanti, sconosciuti o no. della storia erano stali protagonisti e vittime, nacque cosi. Ma non proprio da una singola proposta da un singolo suggerimento in qualche modo, quando ne gettammo le basi tra gli se.tifali del retrobottega, fu come se scoprissimo ciò che già inconsciamente portavamo tutti dentro di noi: la volontà che un Premio servisse effettivamente a qualcosa. Soprattutto a non dimenticare. Poi, da quella piccola stanza in penombra, partirono le prime telefonate, le prime lettere, i primi approcci per la formazione di una giuria. Il sogno improbabile diventò realta: Premio Acqui Storia. Il primo e l'unico, in quei lontani anni, che alla storia guardò come al più autentico e drammatico romanzo di vita. Marcello Venturi

Persone citate: Amos Pampaloni, Piero Galliano

Luoghi citati: Acqui, Acqui Terme, Cefalonia, Italia