Luna Rossa fa un dispetto a Cayard

Luna Rossa fa un dispetto a Cayard Auckland, rimonta spettacolare della barca italiana malgrado la rottura di due moschettoni Luna Rossa fa un dispetto a Cayard America One sorpassata nell'ultimo mezzo miglio Giovanni Cerniti Inviato a AUCKLAND Maurone chiama, «due minuti, mancano due minuti!». Luna Rossa è alla partenza, finalmente contro Paul Cayard e la sua America One. Due minuti e comincerà la sfida più bella di questa Coppa America. Le due barche si puntano, si sfiorano, quasi danzano in attesa del colpo di cannoncino. Luna Rossa è bianca, solo una strisciolina di colore. America One è nera e verdolina. Cayard, il gran cortese, saluta Francesco De Angelis, un altro signore del mare. Dal «Southerly», lo yacht dal Team Prada che segue la regata, con il binocolo si nota un sorriso piuttosto beffardo di Cayard: Francesco, sono io il migliore. «Un minuto!», grida Mauro Stanzani, il «grinder» bolognese che fa girare i verricelli e oggi riposa. La danza continua, sempre più stretta. «Trenta secondi!». Luna Rossa vira, punta la linea di partenza. «Vai così, chiudilo!». Sul «Southerly» si balla, c'è vento da 16 nodi, l'onda si sente, ma i trenta a bordo sono immobili, occhi e binocoli su Luna Rossa. «Vai!». In questo momento De Angelis si gioca parecchio del suo, e buona parte del futuro di Luna Rossa. Alla partenza devi mettere in difficoltà l'avversario, chiudere gli spazi, mandarlo dove c'è meno vento. «Vai!». Luna Rossa è andata, al via 4 secondi di vantaggio. Ma non eri tu il migliore, Cayard? «L'ha umiliato», dice Cino Ricci. In queste partenze il caro Cayard che fu sul Moro di Venezia è un fuoriclasse, De Angelis finora era un nessuno. «Gli ha chiuso la porta in faccia!», si congratula Ricci. «Piano, la regata è lunga». Renzo Guidi, che alla prima regata era l'ospite a bordo, il diciassettesimo di Luna Rossa, ha 73 anni e va in mare da quando ne aveva 10. Ne sa e consiglia prudenza. Il binocolo inquadra la cerata rossa del diciassettesimo di questa regata. Ma è Patrizio Bertelli, il signor Prada, il padrone! «Non andrò a fare il 17, e non per scaramanzia, non ci credo. Non andrò perché peso 80 chili e il regolamento vieta anche di parlare». Frottole. Non ha resistito. E poi con Cayard ha un conto aperto, gli ricorda troppo l'avventura di Raul Cardini, l'ha irritato con certe dichiarazioni da guerriglia psicologica. Luna Rossa va veloce di bolina, la prima boa è quasi raggiunta e dal «Southerly» chiamano la Base di Auckland. Vantaggio? 24 secondi, dice il computer. «Non sta forzando», è sicuro Ricci. La boa gialla, fuori lo spinnaker. «Apriti maledetto bastardo!», soffia Maurone. Si è aperto ed ecco la virata di America One, a 21 secondi. Le due barche tornano verso la linea di partenza, da lontano lo spinnaker bianco e quello verdolino sembrano affiancati. Il vantaggio aumenta, sullo yacht si possono rilassare. Panini e vino bianco. «Ma no!», si strozza Maurone. Che succede? «Maledizione!». Lo spinnaker bianco svolazza e s'affloscia, in 8 secondi ne issano un altro, ma Luna Rossa rallenta. Che è successo? «Si dev'essere rotto un moschettone dello spinnaker». In due anni di allenamenti non era mai capitato. Maledizione, è un moschettone di marca Sparcraft, azienda comperata da Gardini ai tempi del Moro. Luna Rossa riprende velocità, ha conservato un poco di vantaggio. «No, no, no!». E' una maledizione, lo spinnaker bianco svolazza ancora e s'affloscia. Sempre lo Sparcraft. «Non può essere un errore, è un difetto dei moschettoni», è certo Maurone. S'era rotto anche ai giapponesi, martedì, con il tangone finito in testa al randista Shibata. Mancano due miglia alla boa, America One si avvicina, affianca Luna Rossa, la supera. Ora Cayard è più veloce e passerà con 24 secondi di vantaggio. De Angelis ha preferito rinunciare allo spinnaker. «Giusto, meglio non rischiare e giocarsela sul finale», fa Ricci. E' così, Luna Rossa recupera 7 secondi. Chissà Bertelli costretto al silenzio in barca. E chissà De Angelis alla sua prima, vera, spietata prova di Coppa America. Con una barca veloce, sofisticata, computerizzata, con i migliori progettisti, il miglior Tattico e un equipaggio che s'allena da due anni, si può perdere la regata per colpa di un moschettone. Luna Rossa diventa aggressiva, una furia, su lo spinnaker e inseguire America One, mettersi in scia, coprire il vent :, obbligare Cayard alle strambate, ai cambi di direzione, a manovre sempre più veloci. «Così, così!», è sempre Maurone. Dodici strambate in un miglio. Ricci è al binocolo: «Lo costringe a difendersi, a rischiare, a mettere alla prova equipaggio e materiali. E può capitare di tutto». Su «Southerly» adesso è silenzio. Benedetta, 11 mesi, figlia di Aldo Tomasina general manager del Team Prada, si è addormentata nel passeggino. Silenzio e tensione. Maurone, che ha per ciondolo un tortellino d'oro, si sfoga sul grana. Lo spinn bianco è all'inseguimento, rabbioso, ma Ca yard sfugge, non si lascia intrappolare come alla partenza. Manca un miglio alla linea del traguardo, maledetto moschettone, che peccato, sono oi mai a mezzo miglio e America One non cede. Ma no, un attimo, lo spimi verdolino si sta aprendo dalla cima dell'albero, «siiì!», è un taglio, uno squarcio che s'allarga, la vela che cede, resta solo un brandello e sembra la mutande di un naufrago. Ora è Cayard che rallenta senza spinn, è De Angelis che lo passa. «Dai ragazzi!». 11 colpo di cannoncino, l'urlo da Luna Rossa, l'urlo sul «Southerly», Benedetta che si sveglia, le sirene dogli yacht al seguito, gli applausi di quello neozelandese. La più appassionante di queste sfide è vinta. Bertelli abbraccia un De Angelis immobile, che non molla il timone, dritto così fino alla base di Auckland. Dopo 17 secondi passa Cayard a fa volare il cappellino nel pozzetto. «Francesco è stato aggressivo, spietato. Gli ha fuso il motore», commenta Ricci. L'ha costretto all'errore, a quello spinnaker che in manovra s'impiglia nell'albero e si strappa. Era l'unico modo per battere Cayard e i moschettoni che si spezzano. Maurone è sfinito e conlento: «Dio che vittoria! Visto che ci si può emozionare anche per una regata?». Conservata l'imbattibilità dopo le prime sette regate Nella notte la sfida con l'altra favorita Young America =— PERCHE' TANTE VIRATE IN COPPA AMERICA ^ PARTENZA E ARRIVO ^ Y/ kJ? Zonadi "'/U Isf' turbolenza senza vento Dia barca che riesce a partire in testa «copre» con le sue vele l'altra barca impedendole di prendere il vento La barca al \ secondo posto ,l 6 quindi costretta virare 0 Anche in testa vira per tornare a «coprire» l'altra barca O Quando la barca al secondo posto riesco a «smarcarsi» )y dalla ' copertura, le due barche proseguono su bordi diversi O La barca che passa per f prima al nuovo * incrocio si ritrova in testa Direzione de! vento Luna Rossa alla partenza della regata con America One

Luoghi citati: America, Venezia