In coda, per un pezzo d'opera di Fiorella Minervino
In coda, per un pezzo d'opera Centinaia di persone per acquistare all'asta un cappello usato nell'Aida del '39 oppure nell'Otello del 76 In coda, per un pezzo d'opera Parigi, in 25 minuti venduti diecimila costumi Fiorella Minervino "parigi" Era atteso come un evento stori CO, con annunciata partecipazione di appassionati di lirica, costumi teatrali, abili magnifici e accessori da imitare, se; non di compagnie francesi di altre città e teatri stranieri in grado a poco prezzo di rifarsi il guardaroba. Insomma, un weekend d'eccezione, divertimento e gusto estetico. Il primo giorno, per gli addetti, ieri, ò stalo uno spettacolo sconcertante, una follia di massa. L'Opera Nationale di Parigi per la prima volta ha deciso di vendere parte del proprio patrimonio di 10 mila costumi di scena al prezzo da 20 a 1000 franchi, e 2800 cappelli a 30 franchi l'uno, dalla produzione del 1927 al'93. Lo scopo, sostengono i responsabili, è recuperare spazio ai futuri costumi e impedire che tante meraviglie si distruggano per l'umidità. Ieri, con orario dalle io sino allo 22, si è svolta la prima vendita di 850 cappelli e costumi, di opere a partire dall'«Aida» del 1939 alla «Carmen» dei '59, e poi «Manon» del '74, «Medea» dell'85, «Otello» del '78, «La Traviata» del '51 e altre per un totale di 31, come pure 12 balletti, fra i quali «L'Astrologo» del '51 e «Giselle» del '72. Il tutto si svolge in tristi capannoni improvvisali davanti all'Opera Bastille, con i costumi appesi a carrelli coperti di plastica, dentro un succedersi di stanzoni: talora si legge «Ondina 1982», «Tannhaùscr 1924», altri recano l'etichetta di produzione indeterminata. Sotto una pioggia battente alle ore 8,30 code di centinaia di persone assediavano le due entrate. C'era chi arrivava dalla Bretagna e aspettava dall'alba, chi dalla Germania, dall'Inghilterra, altri da Parigi per il Teatro Odeon Oggi in vendita gli abiti serviti per il Don Giovanni del 1956 In un museo i vestiti della Callas i teatro dell'Opera a Parigi. a sinistra: Maria Callas e sotto Luciano Pavarotti e Tnanon, tulli impazienti si Stringevano per il freddo almeno dalle 7. Cantanti, ballerini, compagnie, signore eleganti, impresari, mamme con bambini non smettevano di lamentarsi per la fila. Passate le 9 le code sono svanite legandosi l'una all'altra e ricolmando la piazza e i dintorni di migliaia e migliaia di persone irrequiete e ansiose, mentre televisioni, fotografi, giornalisti da tutto il mondo assistevano allibiti ad un fenomeno che travolge ogni previsione. Alle 10,05 ecco aprirsi le porte, una folla di furie scatenate che rievocava la presa della Bastiglia, si è tuffata scavalcandosi e calpestandosi l'un l'altro dentro i capannoni. Fuori urla selvagge di migliaia di persone bloccate per eccesso di numero. Dentro un ammasso di selvaggi che si son buttati sopra ogni costume o interi carrelli strappandosi con violenza inaudita ali di farfalle incantevoli, superbi mantelli oppure sottraendoli con spintoni, strattoni, calci ai meschini che li avevano avvistati per primi. Dieci minuti e i cappelli erano scom¬ parsi. Ogni acquirente se li teneva in testa per timore di vederli sparire. Un giovanottone dall'aria furba cercava di muoversi nella marea con una corona di grappoli d'uva che gli scendeva sugli occhi, originata dai Baccanti all'inferno del «Faust», mentre donne mature e obese sbandieravano impalpabili composizioni di tulle create per fate leggiadre. Solo 25 minuti ci son voluti per sgominare l'intero esercito di vestiti da sera, abiti russi, mantelli, vesti, gilet, camicie, abiti di religiosi, marsine, sciarpe, ventagli da sogno, manti d'oro. Così l'evento si è consumato in meno di mezz'ora contro le dodici ore previste. In compenso, sempre sottraendosi l'un l'altro qualsiasi capo, è cominciato un vero inferno: In coda, o meglio centinaia di persone ammansate con decine di costumi in ic~.no e abbracciate ai carrelli che hanno cominciato a scalciare, sgomitare, sospirare, quasi svenire per la mancanza d'aria aspettando il proprio turno. Dalle 10,30 l'attesa è durata sino alle 13,30 e più. Le casse improvvisate volevano contanti, non accettavano in pratica carte di credito, allora discussioni a non finire. Mano mano andavano aumentando i cappelli vaporosi a militari, prendevano corpo Traviate spaventevoli, Norme terrificanti, Giselle mostruose con tutù lievissimi, non si contavano i Figaro, i Don Carlos, i Boris Godunov. Poi fra lamenti, offese, vane richieste d'aiuto, malori simulati, c'è stato chi ha cominciato l'asta di ciò che aveva comprato fra coloro che soffrivano in fila: il mantello a 300 franchi veniva venduto a 600. Raggiunta la cassa con il bottino, stralunati stanchi sudati, nasceva il problema dove mettere i costumi e come portarseli via. I più previdenti avevano introdotto biciclette con cestoni; altri usano sacchi della spazzatura; e c'è anche chi vuol vendere la plastica dell'Opera perché è già entrata nella storia per la scritta «Vascello fantasma». Insomma, un pandemonio. Aspettavate un'affluenza di tale portata? domando a M.me Corneille, una responsabile dell'Opera che si è occupata della vendita: «Da quindici giorni i rostri telefoni sono assediati da telefonate, dalla Cina, Grecia, Australia, Giappone, Spagna, Italia, Inghilterra; non abbiamo pace Era prevedibile, ma ciò supera ogni attesa». C'è da dire che ieri era solo per addetti e specialisti, oggi e domani, che sono in vendita per tutti i costumi più preziosi dei «Don Carlos» del '63 e del «Don Giovanni» del '56 e domenica del «Cavaliere della Rosa» del '27, dei «Presagi» disegnati da Masson, di un balletto con costumi di Max Sert del '69, della «Fedra» del '50 preparata da Cocteau, è prevedibile che l'assalto sarà ancor più efferato. Per fortuna 5 mila costumi fra i quali quello della «Norma» indossato dalla Callas, o di Pavarotti nell'«Elisir d'amore» sono stati regalati al Museo del Costume di Parigi, altrimenti per i collezionisti o feticisti, o coloro che rincorrono i miti, sarebbe stata una maratona infaticabile con afflusso di gente da far veramente svenire acquirenti, responsabili e personale dell'Opera, che comunque vanta un primato e un successo senza eguali.
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