Mammut, sogni di clonazione di Francesca Sforza

Mammut, sogni di clonazione L'esemplare ritrovato in Siberia potrebbe consentire di riportare in vita una specie estinta 10 mila anni fa Mammut, sogni di clonazione Gli esperti: tecnicamente è possibile Francesca Sforza Il mammut che por ventimila anni era stato sepolto tra i ghiacci siberiani si trova adesso nel laboratorio di Khatanga, sulla penisola di Taimyr, non lontano da dove gli esploratori francesi lo hanno ritrovato. Pesa (piatirò tonnellate, è assolutamente intatto, o si chiama Jarkov, dal nome della famiglia siberiana che lo ha visto per la prima volta, vicino casa. Per estrarlo senza danni gli scienziati, guidati da Bernard Buigues, hanno lavorato per (piasi due ore a meno dodici gradi, raschiando millimetro per millimetro il blocco di ghiaccio che imprigionava l'enorme bestione. «Piuttosto che inviare pezzi di animale, secchi o decomposti, ai laboratori stranieri, abbiamo preferito conservarlo sul posto e far venire qui gli scienziati che desiderino analizzarlo» ha detto Yves Coppens, paleantropologo e direttore scientifico della spedizione. In questo modo si potrà studiarlo lutto intero, capire cosa mangia¬ va, da dove veniva e in (piale ambiente abitava. Ma soprattutto, dopo IJolly e il toro Galileo (ancora sotto sequestro), si potrà capire se è possibile clonarlo, riportando in vita una specie estinta da almeno diecimila anni. In tempi di manipolazione genetica estesa l'idea non n così fantascientifica come ai tempi di «Jurassic Park». Si tratterebbe di estrarre il Dna dal seme del mammut, (sempre che sia maschio), fecondare un'elefantessa e attendere la nascita del piccolo incrocio, un "quasi mammut" originale. Secondo il professor Luigi Capasso, direttore del laboratorio di antropologia del ministero dei Beni culturali, in cui è stata studiata la mummia di Similaun, l'operazione non è cosi facile. «Pino a ieri pensavamo che quando i tessuti erano ben conservati rintracciare la mappa genetica fosse semplice. In realtà non è cosi, perché spesso si riescono a identificare solo pochi frammenti di Dna, non molto informativi; il processo di congcla- mento avviene in condizioni talmente particolari che è raro individuare lunghe catene di Dna. Questo genere di scoperte sono utili più sul piano morfologico che su quello molecolare: la struttura di un pidocchio primitivo tra i peli dell'animale dice senz'altro di più che non un'informazione genetica ap¬ prossimativa». Ma ogni occasione ò buona per risalire la china delle domande ultime. Che si tratti di un pomodoro o di un mammut, sempre alla fine ci si chiede: «e l'uomo? Quando si clonerà l'uomo?». Timori infondati, secondo Alberto Piazza, genetista e membro della Commissione na¬ zionale di bioetica. «Perora non c'è nessuna possibilità che l'uomo possa essere clonato, anche perché non se ne vede il motivo - motivi ragionevoli, intendo -. La vera novità sta nella tecnica della clonazione, che permetterà di ricreare tessuti e potrà essere ben presto utilizzata a fini terapeutici». Già, la tecnica. Non è lei, in fondo, ad accendere le moderne utopie? «Clonare un mammut significherebbe dar vita a una specie scomparsa da diecimila anni - dice Maurizio Mori, direttore della rivista "Bioetica" e docente all'Università di Milano Bicocca - Questo sarebbe un caso in cui la clonazione favorisce la biodiversità, anziché ostacolarla come molti credono. No, personalmente non vedo ostacoli alla clonazione umana - questione di tempi, ma alla fine l'uomo ci proverà. E .poi la clonazione esiste già. I gemelli non sono forse dei cloni? L'unica differenza è che i gemelli sono cloni in senso "orizzontale" - nascono nello stesso momento -, mentre i cloni di laboratorio lo sarebbero in senso "verticale" - non nascono insieme, ma sono uguali e non sono padre e figlio o madre e figlia. Ka molta differenza? Non solo, se ci mettiamo dal punto di vista del clonato, in fondo è un'altra vita, che altrimenti non ci sarebbe stata. E allo stesso tempo è un'altra persona, diversa dal clonando». Forse è così, il pomodoro transgenico sarà più sano di quello coltivato con i pesticidi e a contatto con aria radioattiva, i polli di laboratorio non mangeranno diossina e faranno meno male, le specie estinte da migliaia di anni torneranno in vita, e gli uomini clonati saranno più uomini degli altri. Nel frattempo, a Leningrado, ci sono persone che giurano di aver partecipato a banchetti in cui si pasteggiava a vodka e bisonte peloso (un mammifero cronologicaT mente coevo al mammut siberiano). Pare che la Russia sia piena di animali primitivi congelati. La domanda e: vanno clonati, o riservati a esclusive preparazioni di antiquariato gastronomico? E' stato estratto intatto dal ghiaccio dopo due ore di lavoro a meno 12 gradi Ora è ospitato in un centro di ricerche di Khatanga Il direttore del laboratorio di antropologia italiano: «Ma non sarà così facile ricostruire il suo Dna» IHWHIMiimii marmwarmrtvmm'" - «umim Due fasi del recupero di Jarkov, il pachiderma siberiano di 20 mila anni fa Il ritrovamento, per gli scienziati, è molto importante: può aiutare a conoscere il clima, l'ambiente e le condizioni in cui l'animale viveva A sinistra, la mummia di Similaun, che ha più di 5000 anni ed è stata ritrovata sette anni fa nella Val Senales

Persone citate: Alberto Piazza, Bernard Buigues, Luigi Capasso, Maurizio Mori, Yves Coppens

Luoghi citati: Leningrado, Milano, Russia, Senales, Siberia