MAGGIORANZA SOSPETTOSA

MAGGIORANZA SOSPETTOSA IA MOTA ROMANA MAGGIORANZA SOSPETTOSA Paolo Passarmi ■ ERI si è finalmente riunito il I vertice del vecchio Ulivo, con ■ l'aggiunta tli Lamberto Dini, e ha deciso di dare vita al «comitato promotore del Nuovo Ulivo», che si vuole in un secondo tempo «aperto a forze nuove». Questo conclude con intemerato ottimismo il documento - «rendi.' possibile la costituzione di un governo rinnovato». Sia pure diluito nei tempi - e senza l'entusiasmo un po' boy-scout dei giorni scorsi si tenta di rimettere in movimento il disegno proposto da Massimo D'Alema con la sua lettera ai prodiani del 18 ottobre. Ma, se possibile, la situazione è peggiore oggi di una settimana fa e l'obiettivo massimo a cui può ambire adesso l'operazione è quello di un banale rimpasto sostenuto da una maggioranza ancora più sospettosa di prima. Non è indifferente come si concluderà la crisi che di fatto si è aperta; ma, comunque si concluda, qualcosa di irreversibile sembra essere successo. li IDI DI MARZO. Il documento del vertice di ieri cristallizza una realtà evidente da tempo: l'esistenza di una maggioranza a due cerchi, con l'Ulivo nel cerchio interno e gli altri fuori. 1 due cerchi non sono soltanto l'espressione di due gradi diversi di adesione (o non adesione) al progetto di un soggetto unico del centrosinistra. Sono invece l'espressione di due disegni politici totalmente confliggenti: uno bipolare e maggioritario (il soggetto unico), l'altro multipolare e proporzionalista (il centro che un domani si dovrebbe contrapporre alla sinistra). Non solo, ma questi due disegni totalmente divergenti sono anche innervati nella concreta vicenda storica della fine del governo Prodi e della nascita di quello di D'Alema e irrigiditi dai rancori esplosi allora. Nessuno dei due disegni prevale e ogni tentativo di comporli ne esaspera invece l'antagonismo, fissato da questa crisi una volta per tutte. Se nascerà un governo rinnovato sarà su questa premessa, più alcune altre: che il precedente non andava bene e che forse era meglio non nascesse neppure, come ha sorprendentemente ammesso perfino Veltroni. In più, ormai apertamente i democratici e i popolari fanno capire che il problema è nel manico, cioè è D'Alema, che si trova così ad avere, come capo di governo, un passalo criticato, un presente instabile e un futuro minacciato. Il D'Alema-bis, se nascerà, rischia di essere un D'Alema dimezzalo. Il FIUME ROSSO. C'è anche un allro problema: governare nello scorcio finale di questa legislatura sarà molto difficile perché il Parlamento sarà terremotato. Intere mandrie di parlamentari parcheggiati in gruppi misti o in gruppi certi di essere più che dimezzati si sbanderanno come i buoi di John Wayne nel Fiume Rosso alla ricerca di una nuova casa dalle mura più solide, travolgendo gli schieramenti e perfino il chunk-wagon con le vivande. paopass@tin.it

Persone citate: D'alema, Di Marzo, John Wayne, Lamberto Dini, Massimo D'alema, Paolo Passarmi, Veltroni

Luoghi citati: Fiume