Licenziamenti all'Unità Protesta Fnsi di R. I.
Licenziamenti all'Unità Protesta Fnsi Sciopero in vista Licenziamenti all'Unità Protesta Fnsi ROMA. L'Unità licenzia? La situazione del quotidiano, da tempo in crisi, è diventata delicatissima (ufficialmente le copie vendute sono GOmila) e oggi sono 110, fra giornalisti e poligrafici, le persone che potrebbero perdere il lavoro. Così, la Federazione nazionale della stampa annuncia azioni di protesta: «Non escludiamo uno sciopero generale della categoria», ha detto ieri il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, «nei fatti sono stati annunciati licenziamenti collettivi e non possiamo consentire, anche pensando alle altre testate! di andare a una trattativa con questa spada di Damocle. Sarebbe un terribile precedente». In questo momento, lavorano all'Unità 182 giornalisti, che l'editore vorrebbe portare a 90 entro il 31 dicembre: sarebbe questa la condizione posta da ipotetici nuovi soci (fra i quali pare ci sia l'Unipol), pronti farsi avanti per rilanciare il giornale. Novantadue persone dovrebbero perciò essere fuori del giornale entro due mesi. A questa cifra, si arriva con la chiusura delle redazioni di Firenze e di Bologna (sulla base di un accordo che risale a gennaio) e con la messa in mobilità di quaranta persone nelle sedi di Roma e Milano. Varie ipotesi sono in campo fra cui l'assorbimento dei 40 nelle attività on line con un nontratto di solidarietà al 50 per cento; ma la discussione, per il momento, è bloccata. Ancora Serventi Longhi: «Alla mobilitazione in difesa della redazione la proprietà ha appena risposto con una lettera che conferma, nella sostanza, la decisione di procedere con i licenziamenti collettivi e con il rifiuto di trattare nell'ambito delle procedure previste dal contratto collettivo e dalla legge sull'editoria». La Fnsi ha convocato per lunedì prossimo, nella sede romana dell'Unità, la giunta della Federazione. E la Quercia? Dice Umberto De Giovannangeli, sindacalista: «E' il socio di maggioranza. Ma da li giungono solo generiche assicurazioni. Sul piano dei fatti, niente». [r. i.]
Persone citate: Paolo Serventi Longhi, Serventi Longhi, Umberto De Giovannangeli
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