Ci pensa Montella a voltare pagina
Ci pensa Montella a voltare pagina Pur privi di Totti, Delvecchio e Mangone i giallorossi ipotecano facilmente la qualificazione Ci pensa Montella a voltare pagina A Goteborg, la Roma spazza via le ombre juventine Giancarlo Laurenzi inviato a GOTEBORG Intendiamoci: più che il decollo di un aereo, è stato il varo di una nave. Laborioso, alla moviola, metodico, senza hostess, aspettando le sirene. Però, quello che Capello voleva dal freezer di Goteborg, Capello ha ottenuto: prendersi una vittoria salmonata, metterci dentro lo choc postJuve. In più, il tecnicogiallorosso, è riuscito a dimostrare quello die neppure lui pensa: almeno in Europa, senza Totti e Delvecchio • rimasti nelle rispettive case con lo squalificato Mangone la Roma può farcela. Due a /.ero ai semi-impresentabili svedesi e passaggio al terzo turno di Coppa Uefa ipotecato con due settimana di anticipo, nel ritorno spazio alle leve della Primavera. Della serata restano il gol e mezzo di Montella (sul primo evidente la deviazione del centrale difensivo Nilsson) che portano a tre il bottino in Europa dell'ex doriano e a 4 il totale in maglia giallorossa, un calcio alla crisi e un collante al rapporto con l'allenatore che aveva mostrato timidissime crepe. Passata mezz'ora di litania senza brio, ci ha pensato lui a infilzare il Goteborg che si era salvato chissà come su Fabio .Iunior, lanciato e solo in area dopo appena 50 secondi (gancio sbadatamente alto da posizionegolosa) e su Assungao (a lato di centimetri la punizione a uscire, al 16'). Il vantaggio della Roma è sembrato il corso del fiume che sfocia nel mare, una logica conseguenza. Svedesi inesistenti (sesti nel campionato che sta al crepuscolo e che non è la Premier League), il tecnico Lundin Ira provalo a navigare a vista, ma con un centrocampo di mer¬ luzzi e una difesa di tonni si finisce nella stiva del pescatore. Nello specifico Capello, che per il compleanno di oggi (27 anni) ha regalato inizialmente ad Alenichev una bella panchina, lasciando a Fabio Junior il ruolo di spalla del cuneo Montella. La partita si è decisa appena la Roma ha capito che quello che stava pigiando era il piede del freno e non dell'acceleratore. Ha cambiato pedale, la Roma. Palla a terra e scorrevole come acqua di fonte, più corti in campo e più larghi con gli esterni, la ricetta ha definitamente condannato i mammoulh della Scandinavia. Assungao si ò distinto nel doppio compito, recupero e distribuzione, Cafu ha imbastito la fascia destra come un sarto doc, Di Francesco ha lavorato ai fianchi il suo dirimpettaio per la gioia di Zoff che confida anche nella sua resurrezione per aggiustare lo sgangherato centrocampo azzurro. Conquistato il vantaggio (36': sinistro al volo di Montella deviato da Nilsson alle spalle di Andersson), la Roma ha prima atteso l'intervallo per l'indispensabile tisana, poi ha chiuso il conto con una diagonale mancina da applausi Assuncao-Cafu che consegnava a Montella un pallone da spedire in rete senza pericolo di mancare la buca delle lettore (7' della ripresa). Montella, ovvio, non sbagliava e il resto era una serie di cose inutili: Fabio Junior che non segnava e non convinceva, Montella che lasciava spazio ad Alenichev, Cafu sostituito da Gurenko. Provava Di Francesco a rendere esagerato il bottino, ma le sue sberle finivano in curva. Restava la smorfia di Capello. Ora spera che Europa chiami Italia. I giallorossi festeggiano Montella dopo il secondo gol
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