Musica 2000, il Salone della svolta di Gabriele Ferraris

Musica 2000, il Salone della svolta Si è aperta ieri al Lingotto la grande kermesse che mescola i generi: oggi le prime star Musica 2000, il Salone della svolta Ma dai discografici arrivano le prime critiche Gabriele Ferraris torino""" Musica 2000 comincia malo. Musica 2000 comincia bone. Musica 2000 comincia male, con le paturnie del presidente dèlia Regione Piemonte Ghigo (Fi) chi; all'inaugurazione si trova tra i piedi, a rappresentare il governo, la ministra 'l'ureo (Ds), sua possibile/probabile avversaria alle elezioni regionali. Musica 2000 comincia bene, con i Bluvertigo festeggiatissiirii dai fans; e i Bluvertigo sono musica, musica quando parlano di musica, musica quando improvvisano un «Walk on the wild side» unplugged, davanti a una folla di ragazzi felici di esserci. Rene o male, comunque, ieri è cominciata «Musica 2000», quarta edizione di quello che fu il Salone della Musica. E la domanda che leggi negli occhi dei timonieri - il segretario Rolando Picchiotti e il direttore artistico Lorenzo Ferrerò - e della ciurma - i ragazzi dell'organizzazione, lo staff, giù giù fino all'ultimo runnor - be', la domanda e una soltanto: funzionerà? E1 il salone della svolta, e la strada è in salita: la prima bordata parte da Gerolamo Caccia Dominioni, I! presidente della Warner. Uno che conta. Gerolamo Caccia Dominioni che d'ora in poi, per brevità, chiameremo Cero - dice che 'sto salone non gli piace. Le major discografiche sono venute, ma senza impegnarsi granché: i gioielli di famiglia - i GucciniDallaVenditti, gli stranieri illustri - se li son tenuti a casa. Non c'è stato dialogo con Musica 2000, dice Gero. In paioli! povere: alla discografia il salone di 'l'orino dovrebbe faro ponti d'oro, azzerare i costi degli stand: in cambio, arriverebbero la promozione forte, e i nomi acchiappapopolo, i Ligabuc e company. Ragionamento mercantilistico, se volete, ma inoppugnabile, Invece, si duole Gero, «ci han messo davanti un progetto già deciso, nel quale non ci riconosciamo». Il bello è che il direttore artistico Lorenzo Ferrerò 6 perfettamente d'accordo sulla necessità di incentivare le majors: è mancato il tempo, per stavolta va cosi, per il futuro si vedrà. L'impressione è che a questo punto i discografici considerino Musica 2000 una mezza occasione perduta, o almeno non sfruttata a dovere; ma che resti, da entrambe le parti, la voglia di parlari! ancora. E' un buon segno. Intanto, si fa fuoco con la legna che c'è: ovvero allestimenti splendidi piacciono a lutti e qualche bel nome di tendenza: gran ressa di ragazzi attorno alle band del Brand New Tour, gente chi: ai genitori dici! nulla (mai sentili nominare Verdona, Moltheni, Reggae National Tickets, SuperB, Scisma?) e per ora è piccolina, ma crescerà. E resta l'urgenza degli opera- lori di parlare dei problemi del mercato musicale: concorrenza della grande distribuzione, crisi industriale, prezzo dei ed, Iva troppo alta, mancato riconoscimento del «peso culturale» del pop. In questo Musica 2000 funziona, la discussione e aperta, nei dibattiti e nei corridoi. Resta l'incognita dei visitatori: verranno, non verranno? Stamane avremo i primi dati: per tradizione i saloni della musica s'animano di notte. Ieri nel pomeriggio c'erano sciami di studenti, però i padiglioni del Lingotto apparivano troppo ampi per un progetto intelligente, e tuttavia debole sul fianco della presa popolare: sedici presenti all'incontro con Franco D'Andrea sono una miseria, se si pensa a quanto è importante, per il jazz italiano e mondiale. Franco D'Andrea. Ma quanti dischi vende, Franco D'Andrea? Oggi arrivano i Jungle Brothers. E vedrete il pigia pigia. E' il libero mercato, bellezza. Le major si lamentano peri costi troppo alti, i colorati allestimenti piacciono a tutti, i ragazzini s'accalcano per gruppi di tendenza come Scisma o Verdena MUSICA 2000 il gruppo del Bluvertigo, ospiti d'onore Ieri al Salone della Musica di Torino il gruppo del Bluvertigo, ospiti d'onore Ieri al Salone della Musica di Torino

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