Mannesmann all'attacco di Orange

Mannesmann all'attacco di Orange Mannesmann all'attacco di Orange Omnitel e Infostrada adesso diventano «cinesi» Alberto Gini bonn Con una mossa che rimescola le carte della partita in corso in Europa attorno alla telefonia mobile, la tedesca Mannesmann, presente anche in Italia con Omnitel (e Infostrada per la telefonia fissa), ha annunciato ieri l'avvio di trattative supermiliardarie per l'acquisto di Orange, il terzo operatore del settore in Gran Bretagna. Se l'operazione andrà in porto, Mannesmann si collocherà in posizione leader in Europa con circa 20 milioni di abbonati avendo per pilastri principali la sua rete D2 in Germania e Omnitel in Italia. Per Orange i tedeschi tratteranno con il gruppo Hutchinson Whampoa, di Hong Kong, che controlla oltre il 40 per cento della società britannica mentre il resto è sparso in azionariato diffuso. Il valore dell'operazione è stimato in quasi 20 miliardi di sterline, circa 60 mila miliardi di lire: per tale somma, e se i soci di Orange diranno si all'offerta, Mannesmann si aggiudicherà l'operatore numero 3 in Gran Bretagna, dopo l'angloamericana Vodafone e la Celnet della British Telecom, con circa 3,5 milioni di utenti (il 17,8 per cento dei clienti della telefonia mobile) e un fatturato che nel 1998 è stato di circa 3500 miliardi di lire. Il prezzo offerto, pari ad un controvalore di 16,29 sterline per azione, rappresenta un premio di oltre il 20 per cento rispetto alla chiusura delle Orange lunedi scorso e ha fatto lievitare i titoli della società britannica che hanno chiuso ieri con un guadagno di quasi il 3 per cento, dopo un massimo di 15,03 sterline ( + 8,7 per cento). Per contro le azioni Mannesmann hanno registrato una flessione di oltre il 3 per cento, scendendo a quota 149,50 euro (circa 300 mila Urei: a Francoforte si osserva che il gruppo potrà finanziare l'acquisto solo con un aumento di capitale e che l'operazione «può pesare sugli utili fino al 2002», come ha osservato l'analista della banca «West LB» Frank Wellendorf. Per l'acquisizione eli Omnitel e Infostrada Mannesmann aveva già dovuto sborsare quindici miliardi di marchi, il più grosso investimento singolo fatto fino ad allora dal gruppo, e complessivamente nel primo semestre di quest'anno la società ha già investito 25 miliardi di marchi nel comparto delle telecomunicazioni Fin dall'inizio dell'anno, però, il rapo di Mannesmann, Klaus Esser, aveva osservato che il gruppo «in Europa ha ancora vaste macchie bianche da riempire» e aveva annunciato il potenziamento delle attività.

Persone citate: Alberto Gini, Frank Wellendorf, Klaus Esser, Orange

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Germania, Gran Bretagna, Hong Kong, Italia